Credere nel territorio. E quando questo produce qualità, è punto di riferimento in Italia e si fa apprezzare anche all’estero, tutto diventa più facile. Nelle Marche, in Provincia di Pesaro Urbino, si parte dai prodotti della terra per fare turismo
di Valentina Brambilla
Avete mai sentito parlare della Strada Provinciale 26, la Strada del Gusto? È molto facile che la vostra risposta sia negativa perché, in effetti, si tratta di una novità. Di una gran bella novità. La strada del gusto è un progetto della Provincia di Pesaro e Urbino che integra le politiche turistiche alla promozione delle eccellenze agroalimentari sviluppata dall’Assessorato all’enogastronomia. Si tratta di un percorso ideale che da Saltara sale fino a raggiungere Sant’Angelo in Lizzola, passando per i comuni di Cartoceto, Serrungarina, Mombaroccio e Monteciccardo. Un itinerario che è raggiungibile anche dalle principali direttrici che collegano Pesaro a Sant’Angelo in Lizzola, ed è quindi percorribile anche a ritroso. Un progetto innovativo in una regione che si propone già come una meta dai “mille turismi” e che sta facendo un significativo salto di qualità riuscendo ad essere intercettata con crescente successo dal mercato globale. Le Marche sono ricche di potenzialità e hanno, oltre alla varietà e alla bellezza del paesaggio, un grande punto di forza che è quello dell’autenticità. Quell’autenticità che riesce a emozionare. Il che, di questi tempi soprattutto, nel bombardamento di possibilità, informazioni e immagini di luoghi da ogni dove, non è cosa da poco. E qualità del cibo e ospitalità sono gli elementi che sono particolarmente importanti per i turisti che scelgono le Marche come luogo di vacanza, lungo o breve che sia, d’estate o d’inverno, in qualunque stagione insomma. Ecco quindi che la Strada Provinciale 26 risponde ai bisogni dei viaggiatori “Marche addicted” proponendosi come itinerario turistico integrato che valorizza le risorse del territorio proponendo un percorso di qualità, un viaggio sensoriale di sapori attraverso i luoghi di eccellenze enogastronomiche che muovono dall’agricoltura biologica, valorizzando le risorse locali, nel rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente. Quello che ci si deve aspettare, perché è quello che effettivamente si trova in questa parte nord delle Marche è un territorio dove la natura si conserva pressoché intatta, dove la campagna è puntellata di uliveti, vigne e frutteti immersi nella quiete di un paesaggio caratterizzato da antichi borghi e conventi. Una terra dove le tradizioni sono tenute da conto, dove si mangia e si beve bene perché si trovano ancora prodotti genuini, dove i colori predominanti sono il verde delle colline e l’azzurro del cielo che talvolta si confonde con l’azzurro del mare. Qui la qualità della vita è alta, perché si può ancora riscoprire il valore del silenzio e dei ritmi slow.
Saltara: atmosfere antiche e non solo
Se si arriva dalla costa si può prendere come punto di riferimento Fano, e proseguire verso l’interno, lungo l’antica consolare Flaminia, o percorrere per un breve tratto la superstrada Fano-Grosseto e uscire a Calcinelli di Saltara, per iniziare il viaggio alla scoperta della Strada del Gusto. Si percorre la S.P. 26 verso l’interno, verso le prime colline, verso Saltara (www.comune.saltara.pu.it), un piccolo comune a 160 m sul livello del mare, il cui nome ricorda, secondo un’antica leggenda, un altare innalzato sulla collina di S. Martino per placare, con sacrifici, un drago che si aggirava tra i boschi terrorizzando le popolazioni del luogo: di qui Saltus ara (altare del bosco). Saltara è uno di quei piccoli centri abitati che, come per esempio, e non solo, Montemaggiore, S. Giorgio, Mondavio, Sant’Ippolito, Serrungarina, Montefelcino, è posto alla sommità delle colline che dominano la valle del Metauro. Uno di quei centri nati dal dissolversi dell’organizzazione romana del territorio, in un periodo lontano in cui, all’inizio di una “vita autonoma”, il palazzo pubblico, la chiesa del santo patrono, le piazze per le assemblee e i mercati, le torri e i fortilizi costituirono, e per lungo tempo, i punti nodali di una vita scandita dal lavoro dei contadini, dalle molteplici attività degli artigiani, dal periodico incontro con i mercanti venuti da altri luoghi. Ancora oggi Saltara regala un’atmosfera particolare, dal sapore antico. Per uno spuntino veloce all’insegna del biologico, Biofficina forno al naturale (corso Matteotti, tel. 0721 1633008) propone pane, pizza, piadina, dolci, biscotti, torte e una varietà di prodotti adatti anche a chi ha intolleranze alimentari. Per l’acquisto di olio DOP Cartoceto e olio extravergine di oliva di diversa tipologia, è d’obbligo una tappa alla Cooperativa olivicola Lolibon iscritta al Consorzio di Tutela e Valorizzazione della DOP Cartoceto (Denominazione di Origine Protetta) l’unica DOP di olio di oliva della Regione Marche. www.loliboncartoceto.it
Cartoceto: in giro per frantoi
La seconda tappa del percorso è Cartoceto che posto su di un colle, a 235 metri sul livello del mare, è letteralmente e fascinosamente immerso in uliveti e campi coltivati (www.comune.cartoceto.pu.it). Qui è d’obbligo un giro per frantoi in cui fare esperienza dell’olio e dell’oliva, imparare a riconoscere un buon olio extravergine di oliva, saperne distinguere i pregi e le qualità e assistere ai metodi di lavorazione. Cartoceto, è considerata la città dell’oliva e dell’olio DOP, vanta infatti il riconoscimento della prima DOP olearia delle Marche, la DOP Cartoceto, istituita nel 2004 e marchio distintivo della sua gloriosa vocazione olivicola. Da non perdere, la prima e la seconda domenica di novembre la Mostra mercato dell’olio DOP Cartoceto e dell’oliva, ospitata nel centro storico, che prevede vendita di olio e prodotti enogastronomici di eccellenza, ma anche convegni, animazioni e mostre d’arte.
Serrungarina: per palati esigenti
L’itinerario prosegue poi in direzione di Serrungarina, sul crinale sinistro del fiume Metauro (www.comune.serrungarina.ps.it). Nel 1343 Serrungarina passa sotto il dominio dei Malatesta che vi edificano la rocca, una imponente struttura muraria che ancora oggi delimita il caratteristico borgo. E il suo centro storico è davvero da vedere, con la suggestiva scalinata all’interno della rocca, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e il caratteristico Presepe meccanico aperto da Natale a Pasqua. Se quest’anno vi siete persi la Sagra della Pera Angelica (primo weekend di settembre) teniate presente che questo prodotto dalle notevoli qualità ha avuto il riconoscimento di prodotto agro-alimentare tradizionale (P.A.T.). Per i palati più esigenti è d’obbligo una tappa al rinomato ristorante Symposium celebrato per la cucina fedele ai ritmi della natura. Lo Chef Lucio Pompili, ricercatore entusiasta e produttore diretto dei cibi, propone menù pregiati e rarità gastronomiche all’insegna della tradizione locale, nonché una fornitissima cantina. www.symposium4stagioni.it
Mombaroccio: trekking e birdwatching
Poi è la volta di Mombaroccio, comune collinare le cui origini risalgono al XIII secolo (www.mombaroccio.eu). Fu costruito a seguito della fusione di altri castelli già esistenti nelle vicinanze e la sua storia è strettamente legata alla città di Pesaro e alle dinastie che ne segnarono le vicissitudini. Da fare assolutamente è una passeggiata nel suo borgo, caratterizzato dall’immagine delle due torri cilindriche che attraverso Porta maggiore danno accesso all’antico abitato. Non di meno, un’escursione nel verde fino a raggiungere il Santuario del Beato Sante, oasi di spiritualità e luogo di arte e cultura. Superato Mombaroccio viaggio prosegue in direzione di Monteciccardo, un piccolo comune immerso nel verde (www.comune.monteciccardo.pu.it). Qui ci si può dedicare a un trekking panoramico lungo il torrente Arzilla, dove si incontrano antichi mulini ad acqua, prati e distese verdeggianti frequentate da cavalli e greggi al pascolo. In località Serre, punto più alto e panoramico del territorio di Monteciccardo, il birdwatching è l’attività più interessante, data la varietà di rapaci e di altre specie di uccelli. Inoltre presso la Fattoria didattica Casa Betti è possibile praticare equitazione e attività assistita con animali (pet therapy).
Sant’Angelo in Lizzola: tra lonzini, ciccioli e prosciutti nostrani
E l’ultima tappa è Sant’Angelo in Lizzola, sulle colline pesaresi a cavallo tra il Montefeltro e la Romagna, un comune la cui storia è indissolubilmente legata alla dinastia degli Sforza e al Ducato di Urbino. Da qui si riesce a vedere il mare Adriatico, anche se gli scorci che regala il territorio tendono a distrarre lo sguardo, alla continua ricerca di un angolo ancora più bello da scoprire. E anche qui ci si deve dare il tempo per scoprire e assaggiare lonzino, coppa, salame e prosciutto nostrano, salsiccia secca e ciccioli, e ancora olio e piatti e prodotti tipici che questa Strada del Gusto sa preservare, ma anche offrire ai viaggiatori.
Apecchio: la città della birra
Qui www.viaggivacanze.info/newsite/2012/02/sempre-care-mi-furono-queste-marche%e2%80%a6/ e qui www.viaggivacanze.info/newsite/2012/10/sei-un-mago-dei-fornelli-partecipa-al-contest-alogastronomico/ abbiamo già parlato di un altro importante volano per promuovere il territorio, ovvero la birra, in quella che, grazie a ben due birrifici presenti nello stesso Comune, diventata la prima Città della Birra nata in Italia, Apecchio, sempre nella provincia di Pesaro e Urbino (http://apecchiocittadellabirra.com). In un territorio già ricco di prodotti eccellenti, la birra continua a dare quel sapore in più, l’esperienza di Apecchio è decisamente positiva oltre che significativa, basti pensare che “in un anno, le presenze turistiche sul territorio sono raddoppiate e i dati parlano di una crescita esponenziale” come ha recentemente dichiarato Massimo Cardellini, Presidente dell’Associazione Apecchio Città della Birra. La birra nasce dai cereali che da sempre si coltivano in Regione e quindi non è un prodotto così lontano dalla nostra cultura e tradizione come qualcuno invece potrebbe erroneamente pensare. Qualcuno sostiene che la birra possa essere il futuro di un’economia, certo è che oggi riveste un ruolo importante nell’attirare turisti e per dare al territorio opportunità e sviluppo. E investire sul turismo significa guardare al presente ma, soprattutto, al futuro.
Per tutte le informazioni e gli approfondimenti utili per percorrere la Strada del Gusto, cliccate qui e salvare la brochure: www.turismo.pesarourbino.it/fileadmin/grpmnt/1177/Allegati/Strada_del_gusto.pdf