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Cirenaica

Testo e foto di Claudia Farina

 

Molto di greco da esplorare, ma non in Grecia. L’Atene d’Africa, come la chiamarono viaggiatori colti già nel 1800, si trova a Cirene, nella regione più orientale della Libia, la Cirenaica. Al manzoniano quesito: Carneade, chi era costui? Si può rispondere: filosofo di Cirene, come pure Aristippo e l’astronomo Eratostene, che misurò per primo la circonferenza della terra nel III sec. a.C. Una città così non poteva che nascere per amore, sbocciato in mezzo alle siepi di mirto tra il bello della mitologia, Apollo, e la civettuola ninfa Cirene, la greca Kyra. Lo storico Erodoto (V sec. a. C.) narra che fu fondata nel 631 a.C. da esuli greci di Thera (l’odierna Santorini), che approdarono alla terra promessa guidati dall’oracolo di Delfi. Il sito archeologico più importante della Libia dopo Leptis Magna, abbarbicato su un gradone della Montagna Verde, un fertile sperone calcareo tra il deserto e il mare, si trova a due ore di auto da Bengasi (raggiungibile con un’ora e mezzo di volo da Roma), una città in evoluzione dal punto di vista culturale, architettonico e commerciale.
L’ area archeologica di Cirene, potenza del Mediterraneo nel IV sec. a. C, occupa intere colline. Era trent’anni che il prof. Mario Luni, docente dell’Università di Urbino e responsabile della Missione archeologica a Cirene, scavava in un’area extraurbana, fino al giorno fatale della realizzazione del sogno: una punta di piede come indizio/inizio per portare alla luce statue, tempio e teatro del Santuario extraurbano di Demetra, a sud della città. La scoperta è il riscontro reale, avvenuto dopo 24 secoli, della descrizione delle cerimonie religiose fatte dal poeta Callimaco (III sec. a. C.): una lunga processione notturna usciva dalla città verso il tempio, alla luce della luna, delle stelle e delle lucerne tremule. Mentre i carri trainati da cavalli bianchi entravano nei propilei, le donne maritate e purificate raggiungevano l’altare sacrificale, da cui il sangue irrorava la terra e i profumi salivano ad onorare gli dei. Tabù la presenza maschile. Al punto che il re Batto fu evirato per aver osato spiare i misteri femminili di Demetra, dea della fertilità umana e vegetale, a cui Callimaco dedicò un famoso inno.

Agli appassionati di archeologia e turismo cultuale, Cirene esibisce un’altra novità: un museo ordinato e sorprendente, nell’edificio che fu un italiano Consorzio Agrario.
Straordinarie le testimonianze lapidee che attraversano l’età arcaica, classica, ellenistica e romana, espresse, tra le altre, dalla bellezza femminile e maschile delle korai di età arcaica, avvolte in vesti drappeggiate e dai kouros, corpi maschili perfetti.
Decine di persone, professori e laureandi, in collaborazione con il Dipartimento di archeologia della Libia e relativi ispettori e tecnici, lavorano agli scavi dal 2000, usando strumenti semplici quali carrucola, setaccio, rastrello. Grande la quantità di reperti tornati alla luce: statuette in terracotta (in gran parte di Demetra), lucerne usate per i riti notturni, ceramica da mensa, ossa di maialini miste a cenere e a carbone. Di eccezionale valore i semi ritrovati dentro un contenitore di terracotta, usati per i riti propiziatori. Sono semi del mitico Silfio? Si possono far germogliare? Il prof. Luni risponde con un intrigante sorriso e dice di attendere, fiducioso, i risultati delle analisi scientifiche. Di sorprese, fa intendere l’archeologo, ce ne saranno ancora. D'altronde si tratta di un complesso sacrale (costruito a partire dai primi anni del V sec a. C) disteso per decine di ettari sui terrazzi digradanti dell’uadi Belgadir, suddiviso in tre zone. La prima comprende il propileo monumentale d’ingresso, l’altare e il tempio dorico esastilo dove avvenivano i sacrifici e i pasti rituali. A seguire, l’area con i sacelli lungo il percorso delle processioni muliebri, dedicate alle vicende mitiche di Demetra e Kore. La terza include il teatro greco da un migliaio di posti dove si svolgevano rappresentazioni, riti sacri e purificazioni con l’acqua di fonte scavata nella roccia.
Mentre proseguono gli scavi, il gruppo operativo ha ricollocato il tempio abbattuto dal terremoto del 365 d.C., sigillato dal crollo stesso e ignorato fino ad oggi… perché il sito era occultato dalla necropoli.
Tale patrimonio è stato in mostra ad Urbino. Il Palazzo Ducale ha ospitato nel luglio scorso la mostra “Cirene – Atene d’Africa”, in occasione dei 50 anni di attività della Missione Archeologica Italiana nella città libica e dei 500 anni di vita dell’Ateneo urbinate.
Ampia e di straordinario interesse la documentazione in mostra, relativa all’ultimo decennio di scavi, studi e restauri effettuati a Cirene da docenti, ricercatori e tecnici dell’Università “Carlo Bo” nel quartiere dell’Agorà, nel Santuario extraurbano di Demetra e nel Santuario Lybio di Slonta: ceramiche, lucerne, vasellame, anfore panatenaiche, terrecotte, plastici di monumenti riprodotti in scala come l’Arco quadrifronte di Settimio Severo a Leptis Magna, calchi di rilievi, busti e statue. Bellissime le riproduzioni delle statuette scoperte nel Tempio di Cibele: 75 opere in marmo ritrovate vicino al Ginnasio, l’antica accademia militare dove s’insegnava filosofia. Grande attenzione merita il rilievo del Santuario Lybio di Slonta, villaggio di abitazioni trogloditiche risalenti alla tarda antichità, che esibisce figure scolpite in grotta.
Cirene è un giacimento che culturalmente vale quanto il petrolio: lo ha dimostrato l’esposizione di Urbino e l’XI Convegno di Archeologia Cirenaica in cui si sono riuniti gli studiosi delle Missioni italiane e internazionali in Libia. Un altro appuntamento importante è avvenuto l’ 8 dicembre scorso, quando il prof. Luni ha presentato a Parigi all'Institut de France - Acadèmie des Inscriptions et Belles Lettres- la comunicazione : "Un demi-siècle de recherches archéologiques à Cyrène de l'Universitè de Urbino" in occasione dei 50 anni della Missione Archeologica a Cirene e dei 500 anni di attività della Università degli Studi di Urbino. Il prossimo evento (mostra e conferenza), si terrà a Verona nella primavera 2007, a cura dell’ associazione “Incontri nel Mediterraneo”, presieduta da Silvana Ticci Pirrello, che ha organizzato circa cinquanta eventi culturali a Bengasi, durante il mandato del Console Generale d’Italia a Bengasi, Giovanni Maria Pirrello.





 

 

 

NOTIZIE UTILI


Catalogo: Cirene “Atene d’Africa” Monografie di archeologia libica - XXVIII, a cura di Mario Luni, L’Erma di Bretschnaeider, Roma 2006
Info per viaggi in Libia: Dar Sahara, C.so di Porta Romana 98, 20122 Milano,tel 02 58312468 fax 0258312638, darsahara@darsahara.it


 

 

 

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