Varsavia, la vasta capitale della Polonia dall’architettura variegata, coniuga palazzi signorili e i quartieri sovietici con i moderni grattacieli. Stratificata, complessa, grandiosa e pittoresca, la fisionomia di Varsavia riflette in pieno la sua storia tormentata
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Le note di Chopin aleggiano ovunque: negli splendidi parchi, all’ombra del Castello Reale, nella Piazza del mercato della Città Vecchia.
E stupirà davvero tutti, curiosi e viaggiatori di lungo corso, la scoperta delle panchine musicali: dislocate in città, sono un invito ad ascoltare le musiche del sublime Fryderyck. Si preme un tasto e immediatamente si diffondono le melodie che incantano i passanti.
Varsavia è tutta una scoperta
Città straordinaria che ha visto distrutto il suo patrimonio storico e architettonico all’85 percento durante la seconda guerra mondiale, un centro storico ricostruito con tanta tenacia e abilità da essere dichiarato Patrimonio protetto dall’Unesco, proprio come esempio di fedele, eccellente ricostruzione.
Così si passeggia tra le casette a tetti spioventi dai colori pastello, le viuzze tra il Castello reale e la Cattedrale, i palazzi barocchi con le insegne dorate, i mille angoli pittoreschi della Città Vecchia, come davanti a una quinta del Seicento.
Imperdibili gli interni del Castello con salotti dorati, stucchi, specchi, mobili e arredi sottratti alla furia degli invasori. Perché Varsavia, come tutta la Polonia, ha sofferto più volte nel passato.
Quando, alla fine del 1500, subentrò a Cracovia nel ruolo di capitale della nazione, Varsavia era una città splendida governata dai re di Polonia, che l’abbellirono dei monumenti più importanti.
Grazie alla sua favorevole posizione nel cuore del paese e in riva alla Vistola navigabile, Varsavia fu una grande capitale sotto i Vasa e poi sotto i Sobieski che nel corso del ‘600 e del ‘700 la fecero diventare un grande centro barocco.
Il Castello Reale risale appunto a quest’epoca d’oro in cui lavorarono a corte architetti e artisti italiani, da cui il tesoro più prezioso del castello: la sala del Canaletto, 22 tele originali che raffigurano vedute di Varsavia, opera del pittore veneziano Bernardo Bellotto, detto il Canaletto.
Lo stile barocco si mescola con altri stili, dal gotico al Rinascimento, fino al neoclassico, nella pittoresca Piazza del Mercato della Città Vecchia grandissima e vivace, circondata da ristoranti, negozi di artigianato e locali dove si gusta l’enogastronomia polacca.
Da sempre cuore culturale e commerciale di Varsavia, la piazza è un paradiso per i fotografi, incantati dai frontoni, le facciate, i bassorilievi, i dipinti che adornano le case color pastello.
Al centro la famosa Sirenetta di Varsavia armata di spada e scudo, che ricorda la leggenda di fondazione.
Passeggiando a piedi in poco tempo si arriva al Barbacane, un’imponente fortificazione che all’interno ospita banchetti di artisti e artigiani che mettono in mostra le loro opere: vicino la casa natale della illustre cittadina Maria Sklodowska Curie.
Al di là della Palazzo Reale invece, comincia la cosiddetta Via Reale, la strada che doveva percorrere il re con il suo seguito per spostarsi dal castello di città alle residenze esterne.
Lungo questa via maestosa sorgono tutti i locali più belli, caffè, pasticcerie, birrerie, l’Università di Varsavia, l’Accademia di Belle Arti, numerose chiese di grandi dimensioni, ricche di stucchi rinascimentali, ori, facciate sinuose, affreschi, organi imponenti.
La lunga Via Reale conduce ai famosissimi Bagni Reali Lazienki, voluti alla fine del 1700 da Stanislao Augusto Poniatowski, ultimo re di Polonia: il palazzo sull’acqua, candide architetture neoclassiche e un meraviglioso giardino interrotto da laghetti dove scivolano barche a forma di cigno, che ancora oggi è la gioia dei cittadini di Varsavia.
All’ingresso il famoso monumento a Chopin, ai piedi del quale, soprattutto in estate, si tengono magnifici concerti all’aperto.
Dall’ultimo re munifico e generoso, la storia di Varsavia si avviò a una serie di eventi tragici: spartita tra le potenze europee nel corso dell’800, invasa dai nazisti e poi conquistata dalle truppe sovietiche che imposero la Repubblica Socialista per quaranta anni.
Tracce di un passato sofferto ovunque, soprattutto nella zona del Ghetto.
Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale a Varsavia era presente la maggiore comunità ebraica d’Europa, seconda al mondo dopo quella di New York.
Oggi solo poche centinaia di persone e tracce esili di un intero mondo, ma se in città solo qualche edificio e qualche strada ricordano la presenza del ghetto, è invece di grandissima importanza e efficacia il Museo della Storia degli ebrei polacchi Polin, che sorge di fronte al Monumento agli eroi del ghetto.
Aperto nel 2013, nominato European Museum of The Year nel 2016, il Polin racconta non solo la tragica storia dell’Olocausto, ma anche il dipanarsi e lo sviluppo della comunità ebraica in Polonia e nell’Europa orientale.
Da non dimenticare infine anche il quartiere di chiara impronta sovietica intorno a Piazza della Costituzione, un vero concentrato di palazzi nello stile architettonico del realismo socialista e soprattutto il Palazzo della Cultura e della Scienza che svetta in alto, dominando il panorama di Varsavia da qualunque angolo della città.
Nato come “dono del popolo sovietico al popolo polacco”, forse è stato molto odiato negli anni, ma oggi è una testimonianza imperdibile di un’epoca e di un gusto, con la sua struttura verticale a terrazze, le statue allegoriche, le colonne, gli stucchi, gli affreschi, che narrano il mito del progresso socialista.
Un mondo variegato dunque, che merita una visita attenta e paziente per scoprire le stratificazioni della storia, una molteplicità di stili e angoli inaspettati.
Se il passato ha conosciuto pagine davvero drammatiche, nel presente domina la vivacità culturale, la solarità di parchi e giardini amatissimi dai varsaviani, lo splendore della ricostruzione, la voglia di vivere e la musica di Chopin.
Un consiglio per i viaggiatori italiani: ottimo il Warsaw Pass cumulativo, che dà accesso ai musei e ai mezzi pubblici di Varsavia.
Per i turisti italiani ottima la Guida “Varsavia”, Morellini Editore, di Roberto Polce, grande conoscitore della città.
Info turistiche: https://www.polonia.travel/it