Punto di incontro e di passaggio tra l’Asia e l’Africa, l’Oman è, tra i paesi della penisola arabica, quello con la più grande ricchezza storica, culturale e ambientale
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Ordinato, accogliente, pulitissimo. E ricco di storia.
Strade stupende, spaziose, tenute in perfette condizioni, una varietà di paesaggi che sorprende, montagne alte 3000 metri, l’oceano, il deserto misterioso e mutevole.
E poi le città carovaniere, suq coloratissimi e festosi, il mercato degli animali, le grandi opere recenti e grandiose, dovute alla lungimiranza del sultano Qaboos. L’Oman moderno è tutto questo: comfort di ogni tipo e memoria della tradizione, quanto di meglio per attrarre il turista occidentale più esigente.
Senza dimenticare che qui l’islamismo moderato nella rara forma ibadita esprime una popolazione sorridente, educata, amabile con gli stranieri.
L’Oman è, tra i paesi della penisola arabica, quello con la più grande ricchezza storica, culturale e ambientale, diventato indipendente nel 17º secolo, uno dei paesi indipendenti più antichi del Medio Oriente.
Punto di incontro e di passaggio tra l’Asia e l’Africa
E questo è uno dei motivi della sua ricchezza culturale.
La via dell’incenso, che in Oman conta ben 4 siti Unesco nel sud del paese, in parte legati al mito della regina di Saba quando andava alla Mecca, in Giordania, nel Mediterraneo e Roma, portando la resina preziosa dell’albero di Boswellia, pregiatissima per conservare oggetti e profumare ambienti. La tradizione è rimasta dopo 2000 anni: nei suq di Muscat e di Nizwa si possono vedere decine di banchi con fiale, ampolle, vasetti di vetro con le essenze più varie, anche da comporre personalmente.
Il profumo piace anche agli uomini, che la mattina escono, spargendo poche gocce sul cordino che chiude il dishdasha, la classica tunica bianca immacolata, il loro “formal dress”.
In testa il kumma, cappellino a tamburello ricamato dalle donne di casa oppure il turbante, intrecciato in mille modi diversi, secondo le tribù di appartenenza.
Tutte le varietà degli abiti tradizionali sono esposte al Bait Al Zubair di Muscat, un insieme di palazzi privati trasformati in un museo etnografico, con una ricca collezione di oggetti, gioielli e abiti, che rappresentano la vita quotidiana degli omaniti nei secoli.
La Via dell’Incenso, dunque, affascinante itinerario che rievoca i traffici commerciali, il passaggio di enormi carovane e di silenziosi cammelli attraverso il deserto: con l’incenso portavano spezie, caffè, tè, datteri, cardamomo, rame, argento, acqua di rose, tessuti, legni pregiati, ceramiche.
Un’altra via da percorrere in Oman è quella dei Forti, quasi mille in tutto il paese. Possenti costruzioni fortificate per lo più del 17º secolo, costruiti come catena difensiva contro i Persiani e poi contro gli Europei, uniti anche a una serie di torri di avvistamento: torri circolari, merli arrotondati, finestre schermate, porte di legno massiccio, che dominano spesso gli wadi, cioè i letti dei fiumi. Così in un ambiente verde, ricco di palme, circondato da alte montagne brulle color rosa e grigio si aprono queste fortezze.
Il forte di Bahla, patrimonio Unesco, il forte di Nizwa, i due forti di Muscat, il forte di Nakhal, maestosamente arroccato sulla cima di un altopiano roccioso che sporge su un’infinita piana di palme da dattero.
Il magnifico forte Jabreen, come una Fortezza Bastiani del “Deserto dei Tartari”, si presenta con un labirinto di scale, camere arredate con bellissimi cuscini colorati, cortili, osservatori, magazzini, stanze di preghiera, saliscendi, terrazze da cui si domina il panorama di palme e deserto all’infinito.Tagli di luce e ombra eccezionali sulle sagome geometriche che disegnano la struttura del forte, contro cui si stagliano tuniche bianche e turbanti.
Anche Muscat ha due forti, ma si perdono all’interno di una città ormai convertita alla modernità, ricca di nuove grandiose opere come la Grande Moschea, l’unica aperta ai non musulmani in tutta la penisola arabica o la Royal Opera House, come tutti i quartieri governativi e lo stesso Royal Palace.
Degna capitale di uno stato che da quarant’anni, con l’attuale Sultano Qaboos, al trono dal 1970, ha segnato un balzo in avanti nell’opera di modernizzazione e completo sviluppo economico.
Sul mare si apre la famosa Corniche, la passeggiata più animata della capitale, con alcune splendide vecchie case e la moschea di Lawati, con il suo minareto e la cupola decorata con mosaici blu: davanti grandiosi yacht ormeggiati accanto ai tradizionali dhow, le barche da trasporto costruite a Sur, con cui l’Oman è diventato nel passato un impero commerciale.
Nizwa invece conserva ancora il fascino dell’antica capitale e quindi è una tappa imperdibile del viaggio in Oman.
Ancora più imperdibile il venerdì mattina, quando si tiene il grande mercato degli animali. Capre e mucche sono portate in visione ad una folla di compratori pittoresca: donne con la maschera nera che copre gli occhi, bambini in tunica bianca, anziani, uomini barbuti col famoso khanjar, il pugnale d’argento alla cintura.
Alle 9 è tutto finito, mentre continua l’attività nel suq, un paradiso per i fotografi e gli shopping lovers: datteri, banane, manghi, fucili, coltelli meravigliosamente istoriati, ceramiche, gioielli, stoffe, uccelli in gabbia.
La tappa finale al grandioso forte di Nizwa, che risale al 10º secolo nel possente torrione circolare che domina la vista a 360° sul palmeto e le montagne intorno alla città.
Si sale con una scala a zig zag, interrotta da massicce porte di legno intagliate e decorate che servivano per bloccare l’arrivo dei nemici. Dentro un labirinto di terrazze e uno splendido museo etnografico che racconta usi e costumi omaniti.
I resoconti dei visitatori occidentali fanno comprendere la potenza di questa città nei secoli: posizione strategica nei traffici tra Oriente e Occidente, protetta dalle montagne, affacciata su un wadi verdissimo e ricco di acqua.
Nel museo si spiegano anche le attività agricole ed economiche della zona.
Si scopre ad esempio l’importanza degli aflaj, quell’ingegnoso sistema di irrigazione attraverso canali artificiali, riconosciuto patrimonio Unesco, che permetteva di portare l’acqua dei fiumi in terre aride, distribuendole a tutte le comunità e a tutte le famiglie.
Fuori dalle città principali l’Oman riserva una incredibile varietà di paesaggi: palmeti, sorgenti, falaj, montagne terrazzate e canyon, il Wadi Bani Khalid con le bellissime piscine naturali, cupole, minareti, case gialle, un paesaggio assolato con striature di mille colori sulle rocce colorate secondo i minerali, verdi, rossi, gialli.
Il massiccio di Hajar attraversa tutto il nord, creando i paesaggi di montagna più spettacolari con i wadi verdissimi in basso e i sentieri tra le rocce che si inerpicano in alto fino a 3000 metri, scoprendo panorami grandiosi.
A Jebel al Akhdar, passeggiate sul versante terrazzato, coltivato a peschi, melograni, uva, ulivi e pomodorini selvatici. Con paesini arroccati sopra le terrazze.
Qua e là villaggi mercantili abbandonati che rivelano anche una grande ricchezza passata, quando, soprattutto dopo la fuoriuscita dei portoghesi nel 1650, i sultani omaniti avviarono ricchi commerci di prodotti e di schiavi con le coste dell’Africa, in particolare con Zanzibar.
Di grande effetto il percorso che porta a Wadi Bani Awf, da cui una strada tortuosa scala la montagna per raggiungere il versante sud del massiccio Hajar, un percorso riservato solo a piloti esperti di fuoristrada.
Tutto l’itinerario è da percorrere con le macchine 4 x 4, che permettono di scalare le strade aeree tra le rocce fino a 3000 metri, gli wadi dei fiumi, talvolta da guadare, e soprattutto le immense dune rosse o gialle del deserto di Sharqiyah Sands, più spesso indicato come Wahiba Sands dal nome di una tribù beduina locale.
Al tramonto, nel silenzio, si contempla questo spettacolo unico: impronte nella sabbia, striature rosse, sole caldo, silenzio incantato.In basso, ai piedi delle dune, le ricche tende dei lussuosi campi tendati che immergono in un’atmosfera da sceicchi e sultani.
La sera, al buio, indimenticabile lo spettacolo del cielo punteggiato dalle stelle splendenti, a cui non si sovrappone nessuna luce artificiale.
E c’è anche l’esperienza del deserto delle dune bianche che arrivano fino all’Oceano Indiano, invitando alla soluzione dell’accampamento libero, dove l’emozione è ancora più forte, perché si può restare soli nella propria tenda davanti alle onde, in mezzo alle dune e null’altro a distanza di chilometri e chilometri.
Sur è la città ideale dove scoprire la vita marinara dell’Oman passato e presente, tradizionale luogo di costruzione dei tipici dhow, che si vedono ancora in alcuni cantieri navali e sono esposti in un museo marittimo.
Qui davvero potrebbe essere vissuto il leggendario Sindbad il marinaio, che percorse con il suo dhow all’avventura, le acque misteriose dei mari e degli oceani.
Per maggiori informazioni: www.omantourisme.com – www.omantourism.gov.om
Consigli di viaggio: ottimi i pacchetti di Gattinoni Travel Experience www.gattinonitravelexperience.it/ e le proposte di Impronte Wilderness Safari www.iwsafari.com
Voli diretti Oman Air da Milano su Muscat www.omanair.com
Alcune delle migliori strutture per soggiornare in Oman: Ramee Guestline Hotel www.rameehotels.com, Falaj Daris www.falajdarishotel.com, Arabian Oryx www.oryx-camp.com, Desert Nights Camp, www.omanhotels.com/desertnightscamp, Sur Plaza www.omanhotels.com/surplaza