Ricco di tesori naturalistici e culturali il Parco Regionale dell’Oglio, uno dei fiumi meno esplorati del Nord Italia, offre peculiarità inimmaginabili
di Franca D. Scotti
Rocche, castelli, piccoli musei, pievi in mattoni rossi, boschi, piste ciclabili, sentieri escursionistici.
Canalizzazioni intelligenti e bonifiche preziose fin dal 1400.
Anse e meandri che si dipanano in una terra ricca di frutti.
L’Oglio, un fiume che scorre tranquillo, attraversando il lago d’Iseo, per arrivare fino al Po, è uno dei fiumi del Nord Italia meno conosciuti.
Eppure il Parco Regionale Nord dell’Oglio, fondato nel 1988, che si sviluppa tra le province di Cremona, Bergamo e Brescia, è ricco di attrattive naturalistiche e culturali.
Il patrimonio artistico è degno di una terra che è stata ricca, soprattutto sotto la Repubblica Veneziana.
Da qui sono passati Tiziano, Lotto, Moretto da Brescia, Romanino e Savoldo a cui si ispirò Caravaggio.
Tutto immerso in un panorama rilassante e a misura d’uomo che invita a un turismo slow.
E’ una parte di quell’Italia minore sempre più all’attenzione di visitatori attenti e consapevoli.
Senza dimenticare le tipicità enogastronomiche, che sono un aspetto intrigante e immancabile del viaggio in Italia, da degustare spesso in trattorie che nascono come stazioni di traghetto dove si attraversava il fiume; case di campagna che conservano ancora il sapore dei vecchi mobili, delle vecchie fotografie ingiallite e dei vecchi utensili da cucina. In un ideale itinerario lungo il Parco Regionale Nord dell’Oglio, ecco le tappe da non perdere.
Sulle sponde del lago d’Iseo, da dove esce il fiume, segnando con il suo corso i confini tra le province di Bergamo e Brescia, ecco Sarnico e Paratico.
Già balzata agli onori della cronaca con il grande evento internazionale dei floating Piers di Christo, questa zona offre indicazioni preziose: la cava, pressoché abbandonata, della famosa pietra di Sarnico, dominante sulla cime del colle dalla Rocca, il Parco delle Erbe Danzanti di Paratico, interessante esempio di intervento paesaggistico, una serie di quadri indipendenti costituiti da stanze verdi, che ricalcano le traiettorie dei vecchi binari del treno che, fino a cinquant’anni fa, consentiva il trasporto delle merci dalle ferriere della riva nord fino alla pianura padana. La stazione è un esempio di particolare cura nel recupero delle tante tracce di archeologia industriale: il disegno della pavimentazione, composta da una combinazione di porfido rosso e pietra luserna, che incorpora i vecchi binari del treno; l’utilizzo di materiali poveri, legno e ferro, nelle diverse strutture, la pergola ed il gazebo, le fioriere, il tavolo circolare (www.comune.paratico.bs.it).
Nel piccolo borgo di Credaro, invece, ecco le chicche del Castello di Trebecco, del X secolo, dei conti Martinengo e la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio, dove spiccano alcuni affreschi di Lorenzo Lotto.
Il Parco dell’Oglio si affaccia qui a comprendere parte della Franciacorta. Profumi di vino e ricche cantine in una terra benedetta che ha conosciuto ormai una mondiale celebrità .
A Capriolo l’azienda Ricci Curbastro ospita il Museo Agricolo e del Vino, il frutto della più che trentennale attività di ricerca, una realtà unica in Franciacorta che conserva migliaia di oggetti testimoni del lavoro agricolo d’altri tempi (www.riccicurbastro.it/museo).
La città di Palazzolo sull’Oglio, disposto sulle due rive del fiume e quindi luogo di intensi traffici, mostra ancora la sua ricchezza di centro commerciale e manifatturiero nel settore tessile. Da vedere il ponte romano del IV secolo, essenziale per i collegamenti di Brescia con Bergamo e Milano, la Rocca Magna, castello costruito tra i secoli IX e XII, la Torre del Popolo, la torre campanaria principale della città , alta 91 metri a sezione circolare, una delle più alte in Europa e il delizioso Teatro sociale del 1870 (www.comune.palazzolosulloglio.bs.it).
Ancora più a sud, a Orzinuovi, continua un paesaggio di rocche e castelli, perfettamente coerente con una terra di confine ricca e strategica. Contesa per secoli tra il Ducato milanese degli Sforza e la Serenissima Repubblica di Venezia, divisa naturalmente dal fiume Oglio, vide sorgere sulle due rive torri e bastioni potenti. I resti delle possenti mura interrotte da porte-torri fortificate e dal mastio testimoniano l’importanza strategica e la ricchezza della cittadina, al centro di un fertilissimo territorio agricolo. Come dimostra la Pinacoteca locale, che espone opere dedicate alle tematiche della cultura contadina, fiere agricole e lavori dei campi. Onnipresente il Leone di San Marco sia in edifici religiosi che  civili. Soncino, sull’altra riva del fiume, in territorio cremonese, la cittadina più sorprendente di tutto l’itinerario, uno dei 100 Borghi più belli d’Italia, già nel 1300 era sottoposta direttamente all’Impero, senza il controllo di nessuna altra città .
Bellissimi il centro storico di impronta medioevale, ancora completamente racchiuso in una cinta di mura del XV secolo, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie coeva, notevole esempio di architettura rinascimentale, completamente affrescata e la Rocca sforzesca, importantissima struttura militare formata da un cortile principale attorniato da quattro torri, a pianta quadrata e cilindrica. Da non perdere poi la chicca del Museo della stampa, collocato nella Casa degli Stampatori: deriva dalla famiglia Soncino, stampatori ebraici che diffusero nel mondo i loro capolavori e racconta la storia della stampa, soprattutto incentrandosi sugli albori e sulla sua evoluzione (www.prolocosoncino.it ).
Delizie enogastronomiche
Piccoli produttori appassionati e intelligenti, che sanno valorizzare il territorio e ristoratori che scelgono prodotti a chilometro zero, per inventare menu gustosi e insoliti punteggiano tutto il territorio: i mieli dell’Apicoltura Mombelli di Quinzano d’Oglio, le marmellate di piccoli frutti e peperoni dell’azienda agricola Bertoli, i formaggi di latte vaccino dell’Agriturismo AgriMotta a Castelvisconti, le carni e i salumi della Fattoria Cornetti a Quinzano d’Oglio, i meravigliosi vini della Franciacorta e della Valcalepio delle aziende Tenuta Moraschi e Il Calepino, le radici amare, porri e verdure di Oroverde di Soncino, le mille varietà di pani e dolci del Panificio Guarischi di Soncino, le trote e gli storioni  dell’allevamento di Torre Pallavicina (www.aziendaoroverde.com – www.tenutamoraschi.it –  www.ilcalepino.it – www.facebook.com/Azienda-Agricola-Emiliana-Bertoli – www.mielimombelli.it – www.agrimotta.altervista.org).
Per soggiornare: comfort e genuinità all’Ostello Molino di Basso del Parco Oglio Nord a Torre Pallavicina www.ostellomolinodibasso.it
Antica fortezza medievale, recentemente trasformata in lussuoso agri-relais immerso tra le colline coltivate a vigneti che affacciano sul Lago d’Iseo, il Podere Castel Merlo a Villongo www.poderecastelmerlo.com
Affacciato sul Lago d’Iseo, il Cocca Hotel Royal Thai SPA di Sarnico è un’oasi di relax e benessere all’insegna della cultura Thai www.coccahotel.com
Ricerca e sperimentazione nei menù del Dinner al n°24 di Sarnico www.dinnersarnico.com
Grande attenzione a materie prime selezionate dai migliori produttori a La Pedrera di Soncino www.ristorantelapedrera.com
Menù a chilometro zero a la Locanda al Fiume di Castelli Calepio tel. 035/4425607
Atmosfera calda e familiare a La Rosa Rossa di Verolavecchia, famosa per il gran carrello dei bolliti www.trattoria-larosarossa.it
Informazioni: www.parcooglionord.it