di Silvana Rizzi
Mitoraj a Pietrasanta fino al 30 agosto
Racconta Luca Pizzi, per vent’anni assistente del Maestro polacco, che Igor Mitoraj, ormai ricoverato nell’ospedale parigino, poco prima di morire, espresse il desiderio di vedere le sue opere esposte in mezzo agli ulivi. Oggi, a un anno dalla scomparsa, Pietrasanta, la cittadina tanto amata dall’artista, che lavorava e trascorreva qui molti mesi all’anno, gli dedica un’esposizione di grande impatto emotivo, in mezzo agli ulivi. Nel centro della piazza, davanti al Duomo bianchissimo, le teste in creta, corrose dal tempo, adagiate tra gli ulivi, trasportati qui per l’occasione, così come le monumentali figure in bronzo spaccate, sottolineano la caducità della vita umana e il mistero che circonda l’uomo, immerso nella bellezza dell’universo. La mostra prosegue nell’adiacente chiesa di Sant’Agostino e nel chiostro, dove ben si può seguire l’evoluzione artistica di Mitoraj, attraverso opere e bozzetti, accompagnati dalle fotografie di Giovanni Ricci-Novara. A sottolineare l’unicità dell’evento, ogni venerdì la chiesa di Sant’Agostino ospita un evento musicale affidato alla fondazione Festival Pucciniano.
Da Degas a Picasso all’ombra del Castello Visconteo di Pavia
Vale sempre la pena di fare una gita a Pavia per riscoprire la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro e passeggiare nel centro antico, ma anche per visitare la mostra “Capolavori della Johannesburg Art Gallery”(Scuderie del Castello fino al 19 luglio, tel.02 36638601). La mostra, indubbiamente originale, mette in scena 67 opere, tra olii, acquerelli, grafiche, provenienti dal museo di Johannesburg, sorto all’inizio del Novecento, grazie all’impegno della ricca signora Lady Florence Phillips, nata in Sudafrica e decisa a dotare il paese di un museo. Se all’inizio Lady Phillips compra opere di artisti del XIX secolo, come Turner, Dante Gabriel Rossetti, Lawrence Alma Tadema, e quadri d’ impressionisti francesi, a poco a poco il museo di Johannesburg si amplia, accogliendo opere del Novecento, tra cui Picasso. La sala più affascinante per chi è a digiuno di arte africana, è la terza, una novità assoluta con opere di autori sudafricani, come Irma Stern e George Pemba.
Alla Triennale di Milano tra cibo, arte e verde
Fantastica, divertente e piena di colpi di scena: la mostra “Arts&Foods. Rituali dal 1851” (fino all’1/11, curata da Germano Celant e allestita da Italo Rota) illustra il rapporto tra uomo e cibo, attraverso opere di autori celebri, tra cui le bottiglie di Giorgio Morandi o il Forchettone con spaghetti di Claes Oldenburg, testimonianze poetiche, filmati, menu celebri, tavoli di design, come quello circolare del 1936 di Angelo Fasce. Tra le testimonianze più inattese, i messaggi di Gabriele D’Annunzio alla sua amatissima cuoca: a volte le suggerisce di cucinare l’ossobuco, come solo lei sa fare, a volte l’avverte di lasciare spazio in cucina ai desideri della sua ultima amante. Dalla mostra si esce convinti che la cucina è ancora oggi l’anima della vita: tavola e cibo sono al centro della famiglia, degli incontri con gli amici e delle riunioni di lavoro. Il desco rivela anche il desiderio di innovare, come avvenne per i futuristi e per Le Corbusier, che propose per le sue Unité d’Abitation cucine assolutamente funzionali. Dopo la mostra, soddisfatti e di ottimo umore, si esce nel giardino e ci si siede al ristorante o al bar, dove anche i panini sono ottimi.
Salini e pepini in mostra a Milano
Triennale Design Museum presenta fino al 29 giugno al Design Caffè una mostra sorprendente “Salt&Peppers Shakers”, che ha come protagonisti 600 coppie di salini e pepini. A organizzarla è Paola Siniramed Trifirò, avvocato e ottima cuoca, che da una vita colleziona questi oggetti. L’illuminazione le è venuta trent’anni fa a Edimburgo di fronte a una limousine in miniatura anni ’50, pilotata da una coppia di cagnetti pelosi, che erano in realtà un porta sale e un porta da pepe. Oggi, la sua collezione con più di 2000 pezzi, frutto di viaggi e scoperte in tutto il mondo, è protagonista non solo di questa mostra insolita e divertente ma anche del libro “Salt&Peppers Shakers”, pubblicato da Chimera editore, in cui Paola illustra la sua collezione.