di Silvana Rizzi
Torino: l’Avanguardia russa
Fino al 15 febbraio Palazzo Chiablese a Torino ospita la mostra Avanguardia Russa dalla collezione Kostakis (www.mostrakostakis.it, info@mostrakostakis.it). Al “greco pazzo”, come era chiamato George Kostakis, un personaggio straordinario, nato a Mosca nel 1913 e morto ad Atene nel 1990, con alle spalle una famiglia originaria di Zante, si deve la straordinaria collezione di trecento capolavori dell’avanguardia russa dell’inizio del Novecento, provenienti dal Museo Statale di Arte Contemporanea di Salonicco, in mostra per la prima volta in Italia. Vale senz’altro la pena di scoprire la fantastica vita di Kostakis, che trascorse gran parte dell’esistenza a Mosca, dove, fino al 1940 lavorò come autista per l’ambasciata greca. Dopo la chiusura dell’ambasciata greca, venne assunto dall’ambasciata canadese con il compito di accompagnare i diplomatici stranieri nei musei e nelle gallerie d’arte. Appassionato di arte, con un fiuto speciale per l’arte contemporanea, Kostakis approfittò del nuovo incarico per avvicinarsi al mondo artistico della capitale, soprattutto ai pittori e scultori invisi alla dittatura stalinista, di cui diventò il paladino e mecenate. Così, in trent’anni, il greco pazzo raccolse nel suo appartamento d Avenue Vernadskij il meglio dell’arte astratta russa dell’inizio del Novecento. Quando nel 1977 lasciò la Russia, per stabilirsi ad Atene, portò con se oltre un migliaio di opere, acquistate in seguito dallo stato greco e donate al Museo di Salonicco. In mostra a Torino, rivive la storia straordinaria di Kostakis attraverso opere di artisti famosi come Kazimir Malevich, Alexandr Rodchenko e Vasilij Kandinski.
Marco Goldin firma una mostra grandiosa per Vicenza
Una mostra di capolavori, sensazioni, emozioni e simboli: questo è l’intento di Marco Goldin con Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento. La mostra alla Basilica Palladiana (fino al 2 giugno 2015, www.lineadombra.it, tel.0422 429999) abbraccia quattro millenni d’arte, illustrando in sei sezioni il tema dei notturni. A essere raccontata è l’immagine della sera e della notte nell’intera storia dell’arte, partendo dagli Egizi per raggiungere esperienze pittoriche più recenti. In mostra la notte in cui gli artisti raffigurano le stelle o il chiaro di luna, come corrispondenza dell’anima, ma anche la notte degli impressionisti fino ad arrivare a Mondrian e Klee all’inizio del Novecento e alla notte fortemente spirituale, che giustifica la presenza di straordinari pittori astratti da Rothko a Noland.
Piero Pizzi Cannella in Irpinia
Dal 16 gennaio all’8 febbraio, l’Irpinia torna a parlare di arte contemporanea con la mostra “Pizzi Cannella. La Fontana Ferma-Fusioni in bronzo 1987-2013” (Avellino, Complesso Monumentale Carcere Borbonico, via Dalmazia 22, da lunedì a sabato 17/21, www.irpiniaunsistemafraculturaememoria.it). Romano, classe 1955, Piero Pizzi Cannella, uno dei maggiori artisti contemporanei, presenta per quest’occasione oltre 20 opere, tra sculture e carte, realizzate apposta per le stanze del Complesso Monumentale Carcere Borbonico di Avellino, il principale polo museale avellinese. La scultura nell’opera di Pizzi Cannella è una diretta emanazione dei suoi disegni, una loro materializzazione tridimensionale. Fil rouge sono immagini simboliche, dal significato quasi esoterico, cariche di suggestione e ricordi. Nucleo della mostra è l’installazione La Fontana Ferma con quattro grandi anfore, intorno alla quale ruotano 14 sculture inedite, realizzate nell’arco di trent’anni.
Van Gogh, l’Uomo e la Terra
Prosegue con grande successo fino all’8 marzo a Plalazzo Reale a Milano la mostra dedicata a Van Gogh (per prenot. 02 54913, www.ticket.it/vangogh). L’intento di indagare il profondo rapporto tra il celeberrimo artista olandese, la Natura e la Terra, è anche collegato con il tema di Expo “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. L’esposizione, articolata in sei sezioni, si focalizza sul rapporto tra l’uomo e la natura che è al centro di tutta l’opera dell’artista: dai primi disegni all’esplosione accesa e vitale dei colori dei paesaggi più tardi. Ad aprire la mostra è l’Autoritratto, uno dei tanti che Van Gogh dipinse osservando attentamente la propria immagine. Il mondo contadino e le creature spontanee e pure, come il postino che lo andava a trovare tutti i giorni in manicomio, hanno per Van Gogh un significato particolare, perché nella loro semplicità l’artista cercava il senso della vita e delle cose.