Alla scoperta di originali e famosi monumenti lungo la rete escursionistica del territorio biellese, alternando facili percorsi a piedi ad altrettanto piacevoli  tragitti in macchina
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Di valle in valle, di santuario in santuario. Potrebbe essere questo il fil rouge che lega un itinerario nel biellese occidentale. Una delle zone poco note al turista classico, ma che merita, proprio per questo, una assoluta riscoperta. D’altronde tutta la provincia biellese, nata solo 20 anni fa, può riservare sorprese. Per una varietà di interessi. Per il turismo culturale, il turismo religioso, il turismo dell’archeologia industriale e dei luoghi del lavoro. Tutti legati in fondo dal turismo outdoor, che invita a lunghe passeggiate, percorsi su sentieri agevoli, trekking impegnativi, fino a scoprire le vette più alte di questo versante delle Alpi Pennine. Fino a scoprire, nelle giornate di sole, il panorama del Monte Rosa e dei ghiacciai della Val d’Aosta.
La rete di sentieri del biellese, appena sistemata e perfezionata, porta ovunque e si presta a tutti i gradi di difficoltà , con una serie di escursioni davvero allettanti in periodi di funghi e di castagne. Globalmente la dorsale delle rete escursionistica del territorio biellese presenta più di 2000 chilometri di percorsi su dislivelli da 300 a 1500 metri. Strumento indispensabile è dunque la Carta dei Sentieri del Biellese appena realizzata, che aiuta a camminare, avvicinandosi alla natura e lasciandosi sorprendere, non solo dalle bellezze paesaggistiche e naturalistiche, ma anche dal patrimonio artistico e culturale. Le singole valli sono tutte affascinanti, sia quelle strette impervie come la valle Cervo, sia quelle ampie, soleggiate e ricche di pascoli come la valle Elvo. In fondo scorrono i torrenti che hanno dato forza e ricchezza al Biellese: favorendo l’impianto di attività artigianali e poi industriali per lavorare il ferro, la lana e i cappelli. La valle Cervo o di Andorno riserva non poche sorprese, mentre ci si inerpica lungo la strada stretta che risale il torrente fino all’ultimo paese, Piedicavallo.
La sorpresa più interessante è Rosazza. Un paese che si potrebbe definire insieme creatura dei suoi abitanti e di un incredibile personaggio, filantropo, benefattore e intellettuale, Federico Rosazza Pistolet. La casa museo di Rosazza è la prima tappa per cominciare a conoscere questa realtà così originale. In 15 stanze su cinque piani si sviluppa la storia di Rosazza, caratterizzata dal mestiere di scalpellino di tutti i suoi uomini, che emigrarono in giro per il mondo, spesso legati a imprese edilizie che hanno costruito monumenti memorabili e dal mestiere delle donne che, rimanendo sole in casa, si dedicavano alla raccolta delle erbe in montagna, alla coltivazione della canapa, alla tessitura. Ma è soprattutto la passeggiata in paese che fa scoprire un ambiente sorprendente, un’architettura eclettica e neogotica, castelli con torri guelfe, palazzi istoriati, cappelle e fontane in pietra, un cimitero monumentale, finte rovine greche e romane, simboli esoterici e massonici, capitelli con figurine misteriose. Il tutto dovuto a Federico Rosazza Pistolet, che nel secondo ‘800 regalò enormi capitali al suo paese per trasformarlo secondo i suoi ideali culturali e artistici. Da Rosazza si può fare una piacevole escursione a piedi fino a Selle di Rosazza e alla Madonna della Neve.
Se invece si arriva in macchina fino all’ultimo paese della valle, Piedicavallo, si può camminare fino al Colle della Vecchia e al Lago della Vecchia. Molto interessante é anche la strada che da Rosazza porta, attraverso la galleria San Giovanni, fatta costruire anche questa dal famoso filantropo, fino al santuario di Oropa. Nel percorso a tornanti si tocca il santuario di San Giovanni Battista di Andorno del 1600, monumentale e isolato. Proseguendo la strada, bellissimo è l’arrivo dall’alto, quando, tra il fogliame della vegetazione fittissima, tipica delle valli biellesi, si intravvede l’enorme mole del Santuario di Oropa, punto focale della valle omonima. Poi, man mano che si scende, si percepisce la struttura complessa e scenografica, fatta di più cortili, grandi come piazze d’armi, le terrazze sovrapposte, la basilica antica che contiene il sacello della famosa Madonna nera, la basilica nuova, enorme, costruita e non  finita nel 1800. Costruito a 1200 metri di altezza, Oropa è il più importante e grandioso santuario mariano dell’intero arco alpino, uno dei maggiori d’Italia. Secondo la tradizione risalirebbe addirittura al quarto secolo, ma i primi documenti che parlano della Chiesa di Oropa sono del tredicesimo secolo come, presumibilmente, la statua in legno. Meta classica del turismo religioso, il santuario di Oropa rientra nei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia che, dal 2003, sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Lo identifica il percorso di cappelle sparse nel bosco, asimmetriche, da raggiungere a piedi una per una, attraverso un grande prato in salita, che nascondono all’interno splendidi gruppi statuari in terracotta colorata, dedicati alla vita della Vergine.Da sempre meta di pellegrinaggio, oggetto di devozione per la casa reale Savoia, fonte di innumerevoli miracoli testimoniati nei commoventi ex voto, il Santuario di Oropa é anche un meraviglioso luogo di accoglienza, che può ospitare fino a 700 persone. Dal Santuario parte la funivia che porta in quota ai campi da sci e, nella bella stagione, ai sentieri che si dirigono al rifugio e al lago del Mucrone. Oppure, senza prendere la funivia, ci si può dedicare ad attività open air nel nuovissimo Parco Avventura, perfetto per famiglie con bambini che vogliono divertirsi affrontando vari gradi di difficoltà .
Da Oropa si riparte per arrivare in breve ad un altro famoso santuario biellese, quello di Graglia. Arioso e spettacolare, offre una vista che spazia su tutta la piana di Biella, sulla famosa lunghissima Serra morenica formata dal ghiacciaio preistorico, collocata tra il biellese e il Canavese, sulle montagne torinesi fino al Monviso. Anche qui sono particolarmente pittoresche le cinque cappelle di un ideale Sacro Monte che, al momento della progettazione nel 1650, ne aveva previste addirittura 100, perfettamente conservate anche nei bei colori della terracotta, perché poste non all’esterno come di solito, ma all’interno del santuario. Anche qui c’è possibilità di soggiorno per tutte le tasche, tappa ideale per anziani in cerca di riposo e di aria buona e per giovani in cerca di un punto di partenza per ottime escursioni. info@santuariodigraglia.it Vicino alla Graglia, avvicinandosi al capoluogo, non può mancare una sosta a Sordevolo, il paesino pittoresco celebre per la rappresentazione della Passione che si tiene ogni cinque anni. Grazie all’opera volontaria, alla generosità e alla passione dei suoi abitanti, orgogliosi di questa tradizione bicentenaria cominciata nel 1815,  ogni cinque anni, in estate, nell’anfiteatro costruito appositamente, si svolge la rappresentazione della Passione che occupa tra attori, comparse e tecnici, ben 400 persone.
In questo percorso per valli e santuari, attraverso la rete dei sentieri biellesi, non può mancare una sosta, anche notturna se possibile, alla Trappa. È questo un monumento enorme isolato tra Oropa e Graglia, amorevolmente recuperato da un bel gruppo di volontari che si dedicano con passione a ristrutturare, mettere a norma, pulire, rendere agibile questo edificio enigmatico. Monastero, manifattura tessile? non si sa. Perché la storia della famiglia Ambrosetti di Sordevolo che nel 1700 volle edificarlo si è persa e non ci sono tracce della presenza delle persone che lo abitarono, a parte pochi monaci trappisti in epoca napoleonica. Oggi la Trappa accoglie escursionisti, amanti della natura, amanti della storia, turisti outdoor di ogni età : fondamentale dotarsi di spirito di avventura, senso pratico e curiosità . Si è ripagati da una meravigliosa atmosfera di calore e di accoglienza, dai cibi autentici e dall’incredibile silenzio che avvolge la notte. coordinatore@ecomuseo.it – tel. 3493269048.
Consigli utili
Per tutte le informazioni: www.atl.biella.it, www.bugellawelcome.com info@atl.biella.it
Per dormire: ottimo per tutto l’itinerario il centrale 4 stelle Hotel Augustus, Via Italia 54, Biella, www.augustus.it
Per mangiare: molto ampia la scelta di ristoranti e trattorie in tutto il percorso, anche con menù tipici e tradizionali della cucina biellese. In città si può consigliare nel tipico quartiere alto Il Piazzo, il caffè ristorante La Civetta, che si propone anche come caffè letterario, dove fermarsi a leggere gli ultimi romanzi pubblicati. Il menù tipico propone: vitello tonnato della Civetta, agnolotti al prosciutto con sugo di brasato, zuppa con lenticchie rosse, farro perlato e verdure, polenta macinata a pietra con gorgonzola o tometta biellese. www.lacivettadibiella.it Presso il Santuario di Oropa il miglior indirizzo è senz’altro il ristorante Croce Bianca, elegante e ricercato sia nel servizio che nel menù: formaggi biellesi con mostarda di mele,  miele e noci, fritto misto e bollito misto, bagnacauda con verdure di stagione crude, cotte e carni, ravioli di fonduta al tartufo nero, bocconcini di cervo al ginepro. www.famigliaramella.it Alla stessa organizzazione appartiene la caffetteria del Chiostro ospitata nel chiostro di San Sebastiano di Biella, perfetta per un rapido pranzo anche con un piatto unico, sempre squisitamente tradizionale.