In Piemonte a caccia di tesori: città d’arte, famosa nell’Ottocento per le sue ricchezze tessili, oggi Chieri sulle colline torinesi, vanta eccellenze gastronomiche. A Moncalieri lo splendido Castello Reale patrimonio Unesco. In posizione panoramica, in cima ad una strada serpeggiante fiancheggiata da ville signorili, Chieri è una delle più belle cittadine della provincia torinese.
Ricca e operosa, è stata nell’Ottocento il cuore di un importante distretto tessile, famoso a livello europeo per la produzione del fustagno e la coltivazione del gualdo, che dava alle stoffe una caratteristica colorazione azzurra.
Con la crisi generale del settore, anche Chieri ha visto ridimensionare la sua importanza, e ridurre le fabbriche, conquistando però una posizione eccellente nella dimensione residenziale e turistica: la favoriscono la vicinanza a Torino, da cui dista solo 15 chilometri, la sua felice posizione geografica in collina coperta di boschi, in parte inglobati nel Parco Regionale della Collina di Superga, a sud del Po.
Oggi si va a Chieri per godere il panorama, respirare aria buona, scoprire i monumenti e soprattutto assaporare le sue specialità gastronomiche.
La dimensione artistica trova la sua punta di eccellenza nel Duomo, dedicato a Santa Maria della Scala, davvero notevole, stranamente defilato rispetto all’impianto urbanistico della città. Molto simile al Duomo di Alba, il Duomo di Chieri ha una struttura di scuola romanica-gotica, decorazioni interne a bande orizzontali nelle pareti e nei pilastri, colore blu nelle volte a crociera. In origine costruito in forme romaniche per volere del Vescovo di Torino Landolfo, nel 1037, poi fu trasformato in chiesa gotica nel 1400.
Bellissima l’imponente facciata in mattoni di gusto gotico, dominata dalla ghimberga, il grande frontone a forma di triangolo acuto in pietra bianca che sormonta l’arco del portale principale. Nell’interno si notano le cappelle laterali, alcune ricche di importanti affreschi. Nella cappella Gallieri, alla base del campanile, dipinti di un maestro ignoto sulle Storie di San Giovanni Battista.
L’altro monumento imperdibile, questa volta laico, è l’Arco di piazza Umberto I, eretto nel 1580, in onore di Emanuele Filiberto, il quale morì quando ancora l’arco non era terminato. Modificato e restaurato più volte, domina uno degli ingressi al corso cittadino, con il suo imponente orologio.
A Chieri non si può perdere anche l’itinerario dedicato al suo personaggio più illustre, san Giovanni Bosco, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice e canonizzato da papa Pio XI nel 1934.
E, dopo una bella passeggiata artistico culturale, sarà il momento per soste golose. Chieri non delude. Molte le specialità, dai grissini “rubatà” alla focaccia dolce, dalle magnifiche pasticcerie all’Accademia del Caffè Vergnano, al vino fresia fino al vicino Museo “Martini” della Martini & Rossi.
Prodotto da forno tipico della cucina locale, incluso nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole, il grissino “rubatà” o arrotolato, deriverebbe il nome dal dialetto piemontese che, con quel termine (che significa “caduto”), indica il gesto del panettiere che prende i grissini, appena stirati a mano, alle estremità e li arrotola, per poi lasciarli cadere sul tavolaccio di stiramento al fine di compattare l’impasto.
Presso la Pasticceria Dolci & Dolci, invece, si trovano tutte le specialità dolci adatte a chi ha intolleranze o allergie alimentari: secondo la scelta di Mariella Droetto e Fabrizio Martella, qui si trovano dolci senza lattosio e senza glutine, prodotti con materie di primissima qualità, che reinterpretano le ricette tradizionali con grande inventiva.
La pasticceria Avidano invece, è famosa per la produzione della focaccia di Chieri, un dolce semplicissimo ma gustoso, a base di farina, latte, burro, zucchero e uova, che qui viene declinato anche alla tropezienne, con crema chantilly.
Eccellente anche, a pochi passi dal Duomo, la pasticceria creata da Pino ed Elisabetta Buttiglieri nel 1958: un laboratorio artigianale, poi diventato celebre per i classici della tradizione pasticcera e le specialità come l’Umbertino – morbido amaretto creato in onore del principe Umberto di Savoia –, il bacio chierese, il Don Bosco, un cioccolatino fondente all’assenzio realizzato in occasione del bicentenario della nascita del Santo, il Perché, al cioccolato fondente con dentro uno strato di crema di nocciola e pralinato.
Una sosta all’Accademia del Caffé Vergnano, appena aperta nella storica villa di famiglia, conduce alla scoperta di un mondo intero. Una storia affascinante che inizia nel 1882, quando il nonno degli attuali proprietari, Domenico Vergnano, avviò l’attività, aprendo una piccola drogheria a Chieri: il negozio si specializzò ben presto nella torrefazione e vendita del caffè, come più antica torrefazione italiana, delineando così la vera vocazione della famiglia Vergnano.
L’Accademia si presenta come centro di eccellenza dedicato all’arte del caffè, scuola di alta formazione per baristi e professionisti, esposizione sulla storia di famiglia e sulla cultura dell’espresso italiano, centro di incontri per appassionati e intenditori che vogliono avvicinarsi al mondo affascinante del caffè. Al primo piano le sale che ricreano l’atmosfera di casa d’antan arredata con pezzi storici, con una cucina pensata per ospitare eventi privati e pranzi come “in famiglia”.
Infine, nella frazione Pessione, si visita il Museo Martini di storia dell’Enologia, creato da Lando Rossi di Montelera, proprietario della Martini & Rossi, noto stabilimento famoso nel mondo per la produzione di Vermouth. Diviso in 16 sale, ospita reperti che mostrano al visitatore le forme della cultura del vino nelle diverse civiltà, dall’antichità ad oggi, per un arco di tempo di venticinque secoli.
L’itinerario prosegue fino a Moncalieri, soprattutto per vedere lo splendido castello.
Una delle più antiche fra le residenze sabaude, il Castello di Moncalieri si erge, davvero monumentale, a guardia del Po, poco distante da Torino.
Come molti castelli piemontesi, anche questo nasce come fortezza difensiva in epoca medievale. Quindi fu trasformato dai Savoia in “luogo di delizie” e modificato a lungo per rispondere in pieno a questa vocazione. E’ quindi una delle numerose Residenze Reali Sabaude patrimonio mondiale UNESCO. Nel loro insieme infatti, rappresentano con gli edifici e i sontuosi giardini, un teatro della raffinata vita di corte e la testimonianza del potere di Casa Savoia. Molto amato dai personaggi femminili di Casa Savoia, come la regina Maria Adelaide e le principesse Clotilde e Letizia, il castello di Moncalieri fu anche utilizzato come sede dell’educazione dei giovani principi. Fu anche nel corso della storia teatro di eventi clamorosi, episodi privati e pubblici che sembra di sentir rievocare ancora negli appartamenti reali. Intorno al Castello un bellissimo parco invita a lunghe passeggiate per contemplare dall’alto della collina il panorama del Po, della pianura e di Torino.
Al momento il Castello è visitabile tramite prenotazione obbligatoria, in modo da scandire ingressi contingentati in gruppi al massimo di 8 persone.
Prenotazione obbligatoria online: www.lavenaria.it/it/visita/acquista-online
Per maggiori informazioni: www.turismochieri.it – www.residenzereali.it – www.turismotorino.org
www.caffevergnano.com – www.martini.com – www.maestridelgustotorino.com