I diari del Covid, un progetto multimediale dell’agenzia Parallelozero che racconta, con diversi temi, il nostro epocale cambiamento
9 Marzo 2020. Questa è la nuova data, tutta italiana, che si è aggiunta all’elenco delle date che identificano un evento importante, un giorno spartiacque dove il primo ministro annunciò che, dal giorno dopo, nulla sarebbe stato come prima.
Il 9 Marzo 2020 ha tragicamente fermato le passeggiate, il traffico, il lavoro, le strette di mano, il PIL, i progetti personali… la vita. La flebile speranza che “andrà tutto bene” non riusciva ad addolcire gli impietosi bollettini di contagiati e morti. Non c’era luce in fondo al tunnel e, mentre ansie e paure erano le uniche ad abbracciarci, la resilienza ci costringeva a cantare dai balconi e a cercare i sorrisi negli sguardi sopra le mascherine.
Nessuno era preparato ad un simile evento e sembra che nessuno sia pronto a coglierne gli insegnamenti. Il futuro ci dirà quanto siamo stati capaci di sprecare le opportunità, offerte da questa crisi, per migliorare permanentemente la nostra società e la nostra vita.
Attraversando le varie fasi di chiusura, l’agenzia fotogiornalistica tutta italiana, Parallelozero, ha ideato il progetto multimediale Covidiaries. Un lungo reportage tematico che testimonia quasi quotidianamente la vita, le speranze, le difficoltà di tutti noi. Il progetto si propone di testimoniare, lungo il 2020, i cambiamenti che coinvolgono tutti.
“Abbiamo dato un nuovo senso e un nuovo valore a parole che fino ad oggi erano comuni e che sono diventate speciali, in un tempo così improvviso ed estraneo.”, afferma l’Agenzia. “Un nuovo valore alle parole”; è un buon inizio per cercare di non sprecare gli insegnamenti della crisi. Le parole che hanno ispirato i Covidiaries sono:
Impegno. L’abnegazione dei medici che hanno combattuto in trincea, senza risparmiarsi mentre alcuni loro colleghi morivano sul campo;
Lavoro. Per molti non c’è più. Si sopravvive grazie alla cassa integrazione del capofamiglia.
Volti. Nascosti dalle mascherine, persi in corsie di un’ospedale o di una tenda da campo.
Solitudine. Reale e interiore. Abbiamo provato a riscoprire la lentezza, il silenzio, la riflessione. Un’esercizio che, anche quando funzionava, non allontanava le paure e non spegneva la voglia di uscire.
Felicità. La parola, scrollandosi di dosso significati inutili, è tornata alle origini.
Casa. Da rifugio a prigione. Da punto di partenza per esplorare il mondo a confine del mondo.
Food. Con la chiusura di ristoranti e mense il settore agroalimentare, che contribuisce in modo considerevole alla nostra economia, ha subito un duro colpo.
Luoghi. Le nostre città si sono riempite di ansie e speranze.
Segni. Ci sono delle situazioni o delle immagini che sono dei simboli del cambiamento e sappiamo che faranno parte della nostra quotidianità. Dai manichini con la mascherina alle messe a porte chiuse.
Resilienza. “Ho ancora voglia di vivere”; dice Italica Grondona, 102 anni, di Genova, sopravvissuta alla spagnola e anche al Covid.
Attraverso queste parole tematiche l’Agenzia ci propone una importante testimonianza del nostro tempo. Un lungo diario raccontato con istanti significativi.
www.covidiaries.it – www.parallelozero.com
Contributi fotografici Alessandro Gandolfi, Carlo Bevilacqua, Sergio Ramazzotti