Tra le grandi città svizzere è forse quella meno conosciuta, ma Berna offre più motivi per una visita culturale e scientifica. Nei libri di geografia Berna viene per lo più identificata con poche parole: capitale della Confederazione elvetica. Tutto qui?
Decentrata rispetto alle grandi arterie autostradali che collegano l’Italia all’Europa del Nord, questa cittadina di 420.000 abitanti viene spesso snobbata dal turismo. Ed è un peccato perché, oltre ad essere una delle città più antiche della Svizzera (la sua data di fondazione viene fatta risalire al 1191), offre attrattive artistiche e storiche di tutto rilievo.
A cominciare dal suo nome a cui si rifà lo stemma cittadino. Dal 1224, infatti, l’orso, Bär in tedesco, è l’emblema di Berna dato dal duca Bertoldo V dopo che la sua prima preda di caccia fu proprio questo plantigrado.
Anche se il ritrovamento avvenuto nel 1984 di una tavoletta di zinco con una dedica al dio gallo-romano Gobannus da parte della “gente di Brenodor” ha proposto un’etimologia più attinente alla storia, l’orso rimane il simbolo della città. Simbolo vivente, letteralmente, perché nel Parco degli orsi sono allevati degli esemplari.
È questa una delle prime attrazioni che offre Berna e dal vicino Giardino delle rose la vista del centro storico, sito UNESCO dal 1983, che si prolunga in una penisola tra le strette anse del fiume Aare è una delle vedute più fotografate.
Scendendo lungo i sentieri collinari in pochi minuti si è nel centro storico, sufficientemente piccolo da essere visitato in una giornata, ma i cui punti d’interesse possono prolungare il soggiorno ad un paio di giorni. Il monumento più famoso è la Torre dell’orologio, lo Zytglogge (https://www.bern.com/it/detail/torre-dell-orologio-zytglogge), il cui carillon animato da vari personaggi (tra cui, manco a dirlo, vi sono anche gli orsi) catalizza gli sguardi dei turisti allo scoccar di ogni ora. La Torre dell’orologio aveva la funzione di permettere l’accesso nella città nel periodo medioevale e secondo una leggenda, avrebbe ispirato ad Einstein la teoria della relatività.
Berna fu infatti la città in cui Einstein visse per nove anni, dal 1902 al 1911, risiedendo nell’appartamento al numero 49 della Kramgasse, a pochi passi dalla Torre (http://www.einstein-bern.ch). Qui, assieme alla moglie Mileva (che il marito non citò mai negli articoli) e all’amico Michele Besso, sviluppò alcune delle teorie che lo resero celebre: dall’effetto fotoelettrico, che gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1921, al moto browniano, fino all’elaborazione della sua formula più famosa, quell’E=mc2 che tutti noi conosciamo.
Il bellissimo Museo storico di Berna, in cui è integrato il Museo Einstein (http://www.bhm.ch) è una tappa fondamentale per capire il rapporto che la città ha avuto con lo scienziato e la bistrattata Mileva Maric.
Restando all’interno della penisola fluviale, la cattedrale (http://www.bernermuenster.ch) la cui costruzione risale al XV secolo, è un capolavoro di architettura gotica medioevale. Tra tutto risalta il timpano del portale di Erhart Küng che riproduce il Giudizio universale in un mirabile assembramento di 294 statue di angeli, profeti, rinnegati, salvificati.
Dalla cima del campanile lo sguardo abbraccia l’arco delle Alpi bernesi.
Uno dei principali eventi annuali che si celebrano a Berna è il carnevale, 27/29 febbraio 2020 https://www.fasnacht.be, considerato il terzo più grande della Svizzera dopo quello di Basilea e Lucerna. Da buona città protestante il carnevale era stato proibito e solo dal 1982 l’usanza è stata ripristinata.
Ancora una volta è l’orso a dettare il tempo quando i tamburi cittadini (gli Ychüblete) risvegliano l’orso dal suo letargo liberandolo dalla Torre della prigione e dando inizio a due giorni di baldoria multicolore durante i quali le bande musicali carnevalesche, i Guggenmusik-Cliques, circolano lungo i sei chilometri di colonnati che, assieme all’orso, rappresentano una delle principali caratteristiche di Berna.
Berna è raggiungibile in sole tre ore di treno da Milano. L’ufficio turistico svizzero (https://www.myswitzerland.com/it-it/) e quello di Berna (https://www.bern.com/it/home) possono fornire utili informazioni sugli eventi in programma e sulla logistica.
Per chi volesse assaporare l’atmosfera respirata da Einstein, il ristorante Kirchenfeld (https://www.kirchenfeld.ch) era il luogo preferito dal fisico.
Se per dormire non avete problemi di spesa, l’hotel Kreuz (https://kreuzbern.ch) si trova a pochi minuti dal centro, mentre sistemazioni più economiche si possono trovare nella zona più periferica (a Berna ci si muove facilmente con i mezzi pubblici).
Contributi fotografici di Piergiorgio Pescali