Per il trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, considerato l’evento politico più significativo degli ultimi cinquanta anni, riviviamo le atmosfere tragiche, effervescenti, idilliche che segnano questo territorio.
A Berlino e Postdam si rivive un anniversario storico
È uno dei motivi per cui la Lonely Planet colloca la Germania tra le migliori mete turistiche per il 2019.
Tra le ricorrenze memorabili, oltre il centenario della Scuola di Design Bauhaus fondata a Weimar nel 1919, c’è il trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, considerato l’evento politico più significativo degli ultimi 50 anni.
Chi sente parlare di Berlino, pensa in primo luogo alla porta di Brandeburgo, l’edificio più famoso della capitale. Per decenni è stato simbolo di divisione, ma anche il cuore di una metropoli sempre spumeggiante, fonte inesauribile di idee e impulsi, arte, cultura e creatività.
Un’atmosfera cosmopolita si respira senza dubbio anche nel quartiere governativo, che si estende verso est partendo dalla porta di Brandeburgo e dal vicino Reichstag. Pace e libertà sono di casa in questi luoghi, contrariamente ai tempi in cui proprio a Berlino vennero pianificati crimini inconcepibili. Ricordano questi tragici eventi il Monumento all’Olocausto, realizzato secondo il progetto dell’architetto newyorkese Peter Eisenman nelle immediate vicinanze della porta di Brandeburgo, e il Museo Checkpoint Charlie, dedicato proprio al Muro di Berlino e alle persone che provavano ad attraversare il posto di blocco più famoso tra Berlin Est e Ovest: il Checkpoint Charlie.
Ma Berlino ha anche memorie raffinate e idilliche, come gli oltre 30 palazzi e giardini, molti dei quali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, gestiti con altri 300 tra edifici e strutture e 700 ettari di giardini e parchi dalla Fondazione dei castelli e dei giardini prussiani Berlino-Brandeburgo.
Tra questi forse il più famoso è il Castello di Sans Souci a Potsdam, in Brandeburgo, proprio nei sobborghi della capitale.
Il gioiello di Sans Souci, in un parco enorme disseminato di splendide costruzioni, residenza estiva di Federico il Grande di Prussia, fu costruito nel 1747 come luogo di svago “senza preoccupazioni”, appunto. E’ il gioiello dello stile rococò tedesco, patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, aereo su sei terrazze di un vigneto verde. Sans Souci attraeva il re con le sue dimensioni armoniose, una sala marmorea ovale dove si tenevano le leggendarie tavole rotonde alla presenza di Voltaire e di celebri musicisti. A Sans Souci nacque lo stile rococò federiciano, in un raffinatissimo gioco alternato di arte e natura, per il quale il re stesso aveva ideato una decorazione naturalistica unitaria per mobili, stoffe, pareti e soffitti, fino ai pavimenti a intarsio. Nella sala dei fiori vive una luce giallo solare, nelle stuccature dei soffitti le divinità si incontrano per idilli bucolici.
Postdam quindi ci accoglie con l’aspetto idillico e rilassante di una cittadina appartata, adatta ad una breve evasione. Un centro storico compatto, palazzi armoniosi, in stile barocco e neoclassico, colori pastello, lunghi viali alberati, quartieri a mattoni rossi, belle piazze ombreggiate. E soprattutto, in questa che è la Venezia del nord, la sorprendente estensione di acque navigabili, il fiume Havel che si allarga nel lago Tiefer See, i ponti che attraversano i canali, battelli che organizzano percorsi da una a quattro ore, costeggiando i parchi che circondano la città, dove affiorano tra il verde cupole e torri.
Eppure anche qui si è svolta una parte importante della storia del ‘900: la presa del potere da parte del nazismo, la firma di trattati di rilevanza mondiale.
Nella residenza di Cecilienhof si svolse la conferenza di Potsdam nel 1945. Da lì derivò la separazione del mondo in due blocchi contrapposti. In questa zona, cuore della ex DDR, a 40 km dalla delicatissima area berlinese, fu costruita una parte del muro di divisione e proprio nel parco di Cecilienhof, protetto assolutamente da torri di guardia invalicabili, sorgeva il quartiere generale del KGB, che aveva occupato più di 100 ville preesistenti. E sul lago Jungfernsee, dove adesso passano i battelli turistici per pigre passeggiate al sole, si stende il famoso ponte Glienicker Brucke, luogo di consegna delle spie dei due blocchi, immortalato in alcuni celebri film degli anni ’60.