Fotografia aerea. I sacerdoti sumeri manifestarono la necessità di avere la stessa visione che avevano le loro divinità del cielo. A distanza di qualche millennio, con la fotografia aerea, abbiamo immortalato quanto anelato dai sacerdoti: il punto di vista degli dei
La più antica esigenza di avere dei rilevamenti dall’alto risale al terzo millennio A.C. quando i sacerdoti sumeri, per amministrare meglio il potere temporale, manifestarono la necessità di avere la stessa visione che avevano gli dei del cielo. Da qui cominciarono a svilupparsi gli studi sulle discipline geometriche, sul disegno prospettico e sull’ottica. Studi che, nel corso dei millenni, sono stati utili allo sviluppo della fotografia.
Fu nel 300 A.C. sull’altipiano desertico di Nazca, in Perù, che la popolazione omonima cominciò a disegnare sul terreno grandi figure di animali. La straordinarietà di queste figure è che possono essere viste nella loro interezza solo dall’alto. Neanche gli autori materiali hanno mai visto le loro opere. Il fatto è che per più di duemila anni nessuno, da terra, poteva capire cosa significassero quelle lunghe linee e quelle grandi curve. Forse quelle linee e curve erano per qualche sciamano che, grazie a sostanze allucinogene (allora legalizzate), riusciva a far volare il suo spirito; oppure per qualche entità proveniente dallo spazio. Il mistero su come e perché le figure furono realizzate ancora affascina e, sorvolando l’altipiano di Nazca, la spettacolarità del paesaggio si contrappone alla forte sensazione di commettere un sacrilegio fotografando ciò, che solo ad una visione divina, è stato riservato.
La fotografia aerea iniziò dopo la seconda metà del 1800, qualche decennio a seguire dell’avvento della fotografia. In questo periodo il parigino Nadar cominciò a fotografare dalla mongolfiera.
Purtroppo le immagini realizzate da Nadar non esistono più e le foto aeree più antiche sono quelle di Boston scattate dal fotografo James Wallace Black nel 1860. In seguito si usarono gli aquiloni per le immagini dall’alto,
Nel 1907, un tedesco, Julius Neubronner, attaccò una fotocamera a un piccione riuscendo a realizzare le prime fotografie aeree aviarie della storia. Nel secolo scorso, i mezzi con sui si faceva fotografia aerea migliorarono notevolmente. Per le ricognizioni fotografiche per scopi militari si usarono prima i dirigibili, nella prima guerra mondiale, e gli aerei nella seconda. Durante la guerra fredda, per sicurezza, si passò alla fotografia satellitare. I primi satelliti spia, una volta scattate le foto, espellevano il rullino che doveva essere recuperato a terra per visionare le foto. In seguito i satelliti migliorarono e trasmettevano le foto con segnali video ad alta risoluzione.
Ultimamente la fotografia aerea è anche al servizio dell’ecologia. Con le immagini satellitari si è potuto monitorare i cambiamenti su larga scala nelle foreste, deserti, oceani e altri fenomeni naturali. Il fotoreporter francese Yann Arthus-Bertrand con il progetto fotografico intitolato Earth from Above ha avviato una organizzazione mondiale per aumentare la consapevolezza sulla questione ecologica.
Infine è arrivata la fotografia con i droni. Ora la Sony ha brevettato un suo drone espressamente dedicato alle riprese fotografiche. Il modello depositato è come in figura ma, sicuramente, la versione commerciale sarà diversa dal prototipo.
contributi fotografici: Marco Asprea