In Algeria cittadelle fortificate, decori bianchi e rossi in stile sudanese, ed enormi palmeti lussureggianti al centro del Sahara. Il palmeto è la ricchezza più grande. Senza il palmeto non ci sarebbe la vita. La regione di Saoura nell’Algeria nord occidentale, vive grazie agli enormi palmeti che si distendono al fondo degli ouadi o avvallamenti dove c’è l’acqua.
Chilometri di distesa verde circondati da pareti di terra rossa e dune altissime di sabbia.
Capitale amministrativa dove c’è anche l’aeroporto è Béchar, ma il centro culturale più importante è Beni Abbès. Collocato sull’antica strada del Sudan, che andava dall’Algeria a Timbuctù, nel Mali, risale al 14º secolo, quando si riunirono 4 tribù, fondando la moschea, la scuola coranica, lo Ksar, oggi ben restaurato. Affascinante la passeggiata attraverso il palmeto fino al centro del villaggio. Tagli geometrici di architettura nella luce forte della prima mattina o del pomeriggio, sulle geometrie semplici ed essenziali contro il sole e il cielo blu. Tagli triangolari nelle cornici, il minareto inquadrato tra le finestre, case con la luce che filtra dal tetto nei lunghi lampadari, terrazze al sole con i tappeti colorati, donne eleganti con i veli colorati, uomini con la jelabia lunga bianca, blu, o color ocra e la sciarpa blu.
Ancora più affascinante la visita al piccolo eremitaggio di Charles de Foucauld, che si stabilì qui nel 1901. Un passato da militare, la conversione, la ricerca di un luogo dove fondare la fraternità di uomini e religioni.
Conserva la piccola cappella col disegno originale del Sacro Cuore di Gesù, le pareti nude di terracotta, pochi libri e le fotografie sfocate in bianco e nero di frère Charles attraverso gli anni.
Per scoprire il territorio, corse in 4 × 4 sulle dune di sabbia, sia di giorno che di notte, fino alle tende illuminate. Qui tappeti e cuscini a terra, cammelli placidi accovacciati e un’ottima cena a base di montone, couscous, zuppe di legumi, patate, verdure e datteri.
In questi enormi palmeti, infatti, si sviluppa un’incredibile ricchezza di alberi da frutta, fichi, limoni, arance, albicocche.
Un lungo nastro asfaltato e assolato un po’ surreale, che attraversa in pieno questa zona del deserto del Sahara tra dune di sabbia, in cui può capitare di incontrare persone ferme in attesa di un improbabile autobus, porta alla regione dell’Adrar e alla città di Timimoun, capitale del Gourara.
Famosa perché definita la “città rossa”, Timimoun accoglie con stradine strette e pittoresche occupate da piccole botteghe artigianali ed edifici di grande effetto, non solo gli Ksour e la Kasbah storici, ma anche gli edifici più recenti che risalgono all’epoca coloniale francese: terracotta rossa con decori bianchi che ricordano lo stile sudanese dell’Africa centrale.
Gli Ksour o Ksar sono cittadelle fortificate in terracotta in cima alle alture rocciose, costruite per evitare inondazioni e gli attacchi delle tribù nomadi, forse nel dodicesimo secolo, oppure ancora prima, secondo la progressiva sedentarizzazione dei nomadi.
La loro struttura fortificata ricorda un pò i borghi fortificati medievali europei.
Interessante sapere che proprio qui, nella regione dell’Adrar, con l’arrivo dell’Islam, nel VII – VIII secolo d.C. arrivarono ondate successive di eruditi e scienziati che portarono in particolare la cultura del sufismo, tanto che questa regione divenne un vero crocevia culturale, terra di esoterismo, ascetismo e contemplazione.
Nei dintorni di Timimoun non si può perdere una visita all’ingegnoso sistema dei Foggara, cioè canali sotterranei che sfruttano e distribuiscono in modo equilibrato a tutte le oasi l’acqua proveniente dagli altopiani o dai massicci di montagna.
Consigli di viaggio: indispensabile il visto turistico da chiedere per tempo, rilasciato dall’ambasciata o dal consolato algerino in Italia.
Per il viaggio in Algeria, che di solito è scortato da due camionette di polizia, è consigliabile affidarsi a T.O specializzati.
Ottimi: I Viaggi di Maurizio Levi, www.viaggilevi.com, Visa Travel
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