Un originale itinerario che segue la avventurosa fuga di Garibaldi nel 1849 attraverso Cesenatico, nella Pineta di Ravenna, a Modigliana. Un angolo di Emilia-Romagna già famoso per mare, arte, paesaggi, anche legato a memorie garibaldine
Vedere gli stessi luoghi con occhi diversi. E’ quello che capita a chi vorrà sperimentare un originale itinerario in Emilia-Romagna.
Chi di noi non è mai stato a San Marino? Oppure a Cesenatico e Ravenna?
Eppure non tanti sanno che un angolo di Emilia-Romagna già famoso per mare, arte, paesaggi, é anche legato a memorie garibaldine.
Qui si svolse nell’estate 1849 la famosa “trafila”, cioè quella rete solidale di persone che portò in salvo Garibaldi in fuga dal fallimento della Repubblica romana.
Un Garibaldi all’inizio accompagnato da centinaia di uomini, poi man mano sempre più solo con pochi fedelissimi e Anita, incinta e febbricitante, che eroicamente non volle lasciarlo.
Proprio in questi luoghi Anita morì, accolta generosamente nella Fattoria Guiccioli nella pineta di Ravenna.
Una vera epopea, dunque, fatta di piccoli, grandi gesti, generosità, intelligenza ed eroismo. Una catena di complicità che miracolosamente portò Garibaldi fuori dall’accerchiamento austriaco fino alle terre del Granducato di Toscana e poi in Liguria.
Un’epopea garibaldina che ha segnato la storia d’Italia in pochi giorni, dal 30 luglio al 22 agosto 1849
L’anno prossimo, dunque, nel 2019, il 170mo anniversario. In quell’occasione grandi manifestazioni celebrative che potrebbero contribuire a far rivivere i valori, forse in parte rimossi, del nostro Risorgimento.
Intanto sarà davvero emozionante ripercorrere questo avventuroso itinerario.
“Con Giuseppe Garibaldi da San Marino agli Appennini” è un programma di viaggio proposto dall’Associazione Culturale Terre di Dante, specializzata in itinerari culturali, che si avvale delle spiegazioni di eccellenti esperti locali, in collaborazione con la Società Conservatrice del Capanno Garibaldi, Fattoria Guiccioli di Ravenna, Casa Museo Don Giovanni Verità di Modigliana.
Le tappe sono quelle della famosa “trafila garibaldina”, seguendo proprio le tracce del passaggio di Garibaldi.
Prima tappa, celebrata anche da Pascoli in discorsi memorabili, San Marino, già allora famosa per i suoi valori di libertà e ospitalità
La Repubblica del Monte Titano, oggi patrimonio Unesco, offre il suo spettacolare paesaggio affacciato sul panorama del Montefeltro e dominato dalle tre torri.
In centro la porta San Francesco attraverso cui furono accolti i garibaldini e la casa con la lapide che ricorda il loro passaggio.
Il museo e la biblioteca posseggono preziosi cimeli garibaldini, tra cui il famoso vestito di seta nera di Anita, che lei lasciò ad una popolana, in cambio di un abito rustico che passasse inosservato.
Da San Marino il cosiddetto “scampo” di Garibaldi procede verso San Giovanni in Galilea, dove merita una sosta il bellissimo Museo Renzi.
Un borgo delizioso, i resti del castello Malatesta, la lapide che ricorda il passaggio, una terrazza panoramica da cui si scoprono valli, colline, guadi, sentieri che Garibaldi affrontò a piedi, accompagnato dalle guide locali, esperte e generose, spesso senza compenso.
Da questo piccolo comune è partito il bel progetto Una rosa per Anita che intende divulgare e valorizzare la figura di Aña Maria de Jesus Ribeiro, Anita appunto.
La fuga verso il mare vede un’altra tappa imperdibile, il porticciolo di Cesenatico, pittoresco e colorato.
Fa effetto pensare che qui, in una notte buia, con un temporale terribile e onde minacciose, i garibaldini guidati dal Generale, che era anche un esperto marinaio, si imbarcarono su pochi bragozzi, puntando ad arrivare a Venezia. Drammaticamente la navigazione fu interrotta, perché una nave austriaca si stava avvicinando da nord e cominciava a cannoneggiare.
Quindi attracco forzato alla Marina di Ravenna, nel luogo oggi denominato Porto Garibaldi e fuga nella pineta
L’ambiente è quello suggestivo del Parco Nazionale del Delta del Po, un ambiente di terra e di acqua, di canne, cespugli bassi resistenti alla salinità, percorso da garzette, cormorani, aironi, gabbiani. Un ambiente eccezionale oggi per il birdwatching, soprattutto al tramonto.
Un breve percorso in barca nella laguna di acqua salmastra Pialassa della Baiona, porta all’isola degli Spinaroni, legata a memorie resistenziali, più che garibaldine.
Una epopea diversa, ma ugualmente intensa. Si torna alle vicende del nostro eroe, inoltrandosi nella pineta di Ravenna.
Qui due luoghi imperdibili: il capanno Garibaldi, forse il luogo più commovente in assoluto e la Fattoria Guiccioli.
A breve distanza le meraviglie e i mosaici di Ravenna, con il suggestivo accostamento tra le vicende di due esuli: Dante e Garibaldi.
L’Associazione Culturale Terre di Dante, specializzata in itinerari culturali, propone interessantissimi programmi dedicati proprio al nostro poeta nazionale, tutti raccolti nel progetto “Terre di Dante Tour” nell’ambito del progetto dei Parchi Letterari.
Torniamo all’esule Garibaldi, per ricordare che alla fattoria Guiccioli avvenne un ritrovamento fortunoso e drammatico, quello del cadavere di Anita che sporgeva in parte dalla sepoltura di sabbia e fu trovato per caso da bambini che giocavano.
Si arriva così nell’entroterra a Modigliana, altro luogo topico dello “scampo” di Garibaldi.
Sempre presente l’incredibile rete solidale di centinaia di persone che rimasero fedeli, complici, disponibili fino alla fine, pur conoscendo il pericolo della fucilazione immediata, se scoperte.
Come ci conferma questo passo di Massimo D’Azeglio del 1845, annotato nei “Miei ricordi”: “In ogni paese era un uomo fidato che formava uno degli anelli della catena, ed a questa catena era dato il nome di trafila. Serviva a mandar nuove, precetti, direzioni, lettere e talvolta anche persone, gente costretta a fuggire […] Un solo anello della trafila che fosse stato traditore, rovinava un mondo di gente: ed è fatto notabile che […] mai e poi mai la polizia ha avuto il gusto di far conoscenza con uno di codesti anelli della gran catena…” (Club Alpino Italiano – sentiero Garibaldi).
Fondamentale il ruolo degli spalloni o contrabbandieri, per passare il confine dallo Stato Pontificio al Granducato di Toscana.
Garibaldi entrò nel Granducato a Ladino, vicino a Terra del Sole. Terre che oggi sono nella provincia di Forlì Cesena, ma nell’Ottocento facevano parte della cosiddetta Romagna Toscana, avamposto del Granducato verso l’Adriatico.
Un Garibaldi in fuga anche qui, ma in territori meno ostili, soprattutto perché qui non vigeva la pena di morte per chi lo proteggesse, ma soltanto l’arresto.
Un rapido passaggio di una notte a Villa Raggi dei conti Campi oggi Zanetti a Predappio, una splendida struttura immersa in un’atmosfera incantata: qui i moderni turisti apprezzeranno, grazie alla iniziativa dei discendenti del Conte Giuseppe Campi, un ottimo “Sangiovese”, vincitore di numerosi premi.
Dopo Villa Raggi Garibaldi fece l’incontro fondamentale e risolutivo: quello con Don Giovanni Verità, un prete dalla forte personalità, figlio di un massone rivoluzionario, intriso di spiriti ribelli. Grazie a lui, che lo accolse di notte avventurosamente nella sua casa di Modigliana e lo portò fuori, oltre l’Appennino, Garibaldi poté avviarsi a completare il suo percorso di fuga fino alla costa toscana di Cala Martina, dove si imbarcò per la Liguria.
Modigliana è una tappa fondamentale dell’itinerario: un luogo pittoresco, un saliscendi di strade dall’impronta medievale, bei palazzi ottocenteschi nella centralissima via Garibaldi, l’importante museo dedicato all’illustre concittadino Silvestro Lega e la Casa Museo di Don Giovanni Verità. Qui cimeli, lettere, quadri, abiti, armi a celebrare un’epopea intensa e commovente, parte fondamentale della storia italiana.
www.terredidante.it – www.terredidante.it/it/ispirazioni-viaggio.jsp