Per fotografare in modo consapevole è necessario conoscere, analizzare, capire ed essere affascinati dall’elemento primario della nostra scrittura a due dimensioni: la luce
a cura di Marco Asprea
Ci dichiariamo fotografi e quindi dovremmo essere in grado di cambiare il nostro punto di vista. Invece di essere noi e le nostre fotografie i protagonisti, cambiamo punto di vista, e ci mettiamo al servizio della luce. Cerchiamo la luce, individuiamo cosa sta scrivendo, scegliamo le migliori frasi e le registriamo nella memoria della camera.
Oltre alle idee, alla sensibilità, alla capacità di osservazione occorre saper addomesticare la luce, comprenderne la potenza, la bellezza, le insidie, l’enorme potenzialità e la sua magia. La luce diventa soggetto e protagonista delle nostre foto e noi, bravissimi fotografi, artisti dell’immagine con una buona dose di egocentrismo, umilmente proviamo a riportare ciò che la “luce dice”
Il senso di una foto può variare notevolmente a seconda del tipo d’illuminazione. La potenza, qualità e angolazione della luce cambiano la nostra percezione della forma e il volume degli oggetti e, modificando l’illuminazione, possiamo dare un tono più o meno drammatico a una foto, esaltare o nascondere dettagli.
La luce che viene riflessa dal mondo intorno a noi rende visibile il mondo stesso. Il comportamento della luce cambia a seconda delle superfici da cui è riflessa; superfici ruvide rifletteranno la luce disperdendola in tutte le direzioni, mentre superfici lisce avranno l’effetto contrario. Più chiara è una superficie più luce rifletterà intorno a sé, al contrario di quelle scure che non riflettono.
Una delle prime cose da valutare prima di scattare una foto è la tipologia di luce che abbiamo di fronte: luce naturale o luce artificiale.
La luce naturale proviene dal sole. Cambia rapidamente di colore, intensità e direzione, non è facile da gestire, ed è pertanto fondamentale imparare a conoscerla per esaltare le caratteristiche e l’atmosfera del soggetto che stiamo fotografando. La luce naturale restituisce i colori così come li vede sia il nostro occhio sia la macchina fotografica.
Mezzogiorno. La luce è dura, il contrasto e molto marcato e le ombre sono nettissime. Risulta difficile trovare la giusta impostazione e angolazione per una foto equilibrata. Si rischia di bruciare le alte luci o di scurire troppo le ombre. Inoltre la luce diretta appiattisce tutto e non restituisce tridimensionalità.
Nuvole sparse. Illuminazione migliore per l’equilibrio dei colori. I raggi di sole che filtrano creano degli scorci interessanti.
Cielo velato. Luce discretamente diffusa, ombre presenti ma non marcate, contrasto generale ottimo per la fotografia a colori. Le ombre non hanno particolari dominanti cromatiche.
Cielo coperto. Luce diffusa, assenza di ombre. Può essere utile per fotografare soggetti molto contrastati o ricchi di dettagli, ma manca la tridimensionalità e le ombre tendono all’azzurro
“Ora blu”. Subito dopo il tramonto, prima che la luce scompaia del tutto e le luci delle case e delle strade cominciano ad accendersi, c’è un breve lasso di tempo in cui la poca luce presente si colora di tonalità che vanno dall’azzurro scuro al violetto. La scarsità di luce impone l’uso del treppiede. Inoltre si possono creare effetti particolari, con elementi in movimento (persone, acqua, nuvole ecc.) allungando i tempi di esposizione.
La luce artificiale è la luce che proviene da una fonte luminosa che non sia il sole ed è suddivisa nelle seguenti sottocategorie: tungsteno, incandescenza, fluorescenza, alogena, led, laser, flash.
Di seguito alcune indicazioni sul colore in base alla fonte di luce:
Candela 1800°K luce molto calda;
luce domestica (tungsteno): 2500°K
luce calda; Tramonto 3000°K –
lampada da studio al tungsteno 3200°K;
luce solare/flash 5500°K luce bianca/neutra;
luce cielo nuvoloso 7000°K luce leggermente fredda;
lampada fluorescente superdiurna 8000°K luce fredda
Conoscere la temperatura cromatica delle varie sorgenti luminose è importante perché essa ha un effetto determinante nell’immagine.
La luce del sole, gialla e calda, dà una sensazione di vitalità, di allegria, di dinamismo.
La luce di una giornata nuvolosa, grigia e fredda, dà una sensazione di tristezza e staticità
La luce artificiale colpisce gli oggetti e si diffonde con una dominante di colore che il nostro occhio non percepisce. Al contrario la macchina fotografica “vede” la dominante e la registra sull’immagine
Solo il flash ha la stessa temperatura colore della luce naturale diurna (il sole) e quindi la sua luce restituisce tutti i colori come li vediamo noi e come vengono registrati dalla camera cioè senza dominanti.
Direzione della luce
Ora analizziamo l’angolazione della luce rispetto alla nostra inquadratura.
Luce frontale. E’ la situazione più diffusa per le foto ricordo. La luce è priva di ombre e carente di tridimensionalità. Le foto, anche se descrittive e cromaticamente bilanciate, risulteranno prive di personalità.
Luce laterale. In assenza di nuvole, i momenti migliori per fotografare sono al mattino presto o al pomeriggio tardi quando la luce è più morbida e proviene da un’angolazione laterale. E’ una luce ricca di colori dominanti; azzurro all’alba e arancione al tramonto. La luce dell’alba è sempre più limpida perché c’è meno pulviscolo nell’aria. La luce laterale è molto utilizzata in fotografia proprio perché allunga le ombre conferendo un aspetto tridimensionale al soggetto. Un accorgimento è quello di controllare il contrasto tra la parte del soggetto illuminata e quella in ombra per evitare che la parte scura risulti completamente nera.
Controluce. E’ la luce più difficile da gestire con gli automatismi della camera e, molto più semplice, se fotografiamo in manuale. Bisogna solo evitare che la fonte luminosa colpisca direttamente l’obbiettivo altrimenti si vedranno sull’immagine degli aloni indesiderati (causati dalla costruzione e dai difetti dell’obbiettivo). Fotografando in controluce il nostro soggetto si troverà tra noi e la fonte luminosa pertanto, se vorremo, il soggetto sarà una sagoma scura (silhoutte), oppure con un colpo di flash sarà riconoscibile.
Spot. E’ una luce intensa e concentrata, naturale o artificiale, che permette di illuminare zone ristrette, creando forti contrasti; un esempio di luce spot (naturale) è il raggio di sole che entra in una stanza da una piccola finestra.
Nelle foto che accompagnano la rubrica la luce è protagonista, E’ la luce, la sua qualità, la sua direzione, la sua quantità, che da forza all’inquadratura, che enfatizza l’atmosfera e, in alcuni casi, che sceglie il soggetto.
Per esempio nell’immagine con l’aero che sorvola il paesaggio sottostante la luce ha illuminato solo l’aereo. In quel momento la luce mi ha suggerito cosa fotografare, ha scelto lei il soggetto.
Oppure nell’immagine del ciclista solitario, la luce ha illuminato tutto il paesaggio tranne il ciclista. Anche in questo caso la luce mi ha suggerito il soggetto ma, al contrario dell’immagine precedente, non lo ha illuminato.
Concorso fotografico touring: dedicato ai borghi d’italia
Nell’anno che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha dedicato ai borghi d’Italia, ecco un concorso fotografico che vede protagoniste le piccole località eccellenti del nostro Paese, ricche di storia, arte e tradizioni. Tre le sezioni del concorso, con relativi premi: sezione community, sezione giuria, sezione Bandiere arancioni. L’invito, aperto a tutti, è di visitare i borghi, fotografare e partecipare al concorso inviando le immagini, realizzate. C’è tempo fino al 28 febbraio 2018 per partecipare al concorso fotografico Touring, in palio tanti premi!
Per informazioni:
Bandiere arancioni tel 02 8526828
Sito: www.bandierearancioni.it
Mostra fotografica Elliott Erwitt
La mostra Personae è la prima grande retrospettiva su Elliott Erwitt che raccoglie le sue immagini in bianco e nero e a colori.
I suoi scatti in bianco e nero sono ormai diventati delle icone della fotografia, mentre la sua produzione a colori è quasi del tutto inedita.
Il percorso espositivo mette in evidenza l’eleganza compositiva, la profonda umanità, l’ironia e talvolta la comicità, tutte caratteristiche che rendono Erwitt un autore amatissimo e inimitabile, non a caso considerato il fotografo della commedia umana.
Marilyn Monroe, Che Guevara, Sophia Loren, John Kennedy, Arnold Schwarzenegger, sono alcune delle numerose celebrità colte dal suo obiettivo ed esposte in mostra.
Su tutte Erwitt posa uno sguardo acuto e al tempo stesso pieno di empatia, dal quale emerge l’ironia e la complessità del vivere quotidiano. Con lo stesso atteggiamento, d’altra parte, Erwitt rivolge la sua attenzione a qualsiasi altro soggetto.
23 settembre 2017 – 7 gennaio 2018
Forlì, Musei San Domenico – Piazza Guido da Montefeltro
Informazioni sul sito: www.mostraerwittforli.it