Gaiole, a nord di Siena: non solo vino, ma anche storia, castelli, arte, natura e relax. Un gallo nero gigante è il punto di partenza del nostro itinerario
di Antonella Cecconi – foto e video di Marco De Felicis
Il gallo nero nella piazza di Gaiole in Chianti ricorda il suo ruolo di capoluogo di un terziere della Lega del Chianti. Poco distante un avamposto fiorentino dai torrioni circolari, il castello di Meleto, oggi è un’azienda vitivinicola e un agriturismo. Dal 1800 i suoi proprietari, i Ricasoli, lo abbandonarono, tranne che per la produzione di vino, fino alla sua vendita (1968). Se il primo nucleo è del 1200 l’interno è del Settecento, come il delizioso teatrino (1741) mai restaurato che conserva sette scenografie dell’epoca e la significativa scritta ‘panem et circenses’. A vista, su una collina, il castello di Spaltenna, resort con una piccola vigna che produce chianti solo per i propri clienti. Lo chef del suo ristorante Il Pievano, Fabrizio Borraccino, utilizza nella sua cucina creativa molte erbe aromatiche (del suo orto), spezie e suoi preparati (come il fantastico limone candito), privilegiando la perfetta esecuzione dei piatti (indimenticabile il profumo di mare delle linguine Verrigni, calamari, scorfano, cime di rapa e briciole di pane all’origano). Qui anche l’area benessere è panoramica. A 3 km c’è il borgo di Vertine, avamposto guelfo a difesa di Firenze, è rimasto inviolato per circa un millennio. Nella rimaneggiata chiesa di San Bartolomeo, da poco restaurata, ci sono frammenti di affreschi di scuola fiorentina (1400) e uno straordinario presepe napoletano con personaggi dai volti e mani di porcellana. Nella Vineria si può gustare una delle più antiche bevande della storia (elaborata, con 17 spezie, sulla base di una pergamena del 1152): l’ippocrasso, apprezzata per le sue proprietà digestive da etruschi e romani.
La tenuta di castello di Ama si è estesa nel tempo, oggi conta 76 ettari di vigneto (produce 300.000 bottiglie di vino l’anno) e 40 di uliveto. Ha ospitato diversi artisti che hanno lasciato, nel tempo, una loro opera che ha arricchito l’interessante collezione di arte contemporanea. La prima, L’Albero di Ama: Divisione e moltiplicazione dello specchio (2000), è di Michelangelo Pistoletto, una sorta di totem, axis mundi della tenuta. La lumière intérieur du corps humain è di Chen Zhen, artista cinese tra i primi ad arrivare in Europa negli anni ’90. Gli oggetti in cristallo soffiato appesi al soffitto della cantina, e montati dalla moglie, rappresentano gli organi del corpo umano, un paesaggio interiore che dona spiritualità a un ambiente di lavoro. Le lastre pavimentali di vari colori di un sentiero del borgo sono un’opera di Pascale Marthine Tayou: Le Chemin du Bonheur (2012). Nella cappella Anish Kapoor ha lasciato (2004) una voragine circolare di luce rossa, di cui non si vede la fonte, che squarcia il pavimento come un cratere di un vulcano. La suggestiva opera di Louise Bourgeois, Topiary, raffigura la simbiosi dei due sessi. Affascinante quella di Daniel Buren, Sulle vigne: punti di vista, con pareti di specchi in cui si aprono finestre sul paesaggio chiantigiano. L’ultima opera è Confession of Zero di Hiroshi Sugimoto (Zero non è lo stato di sterile assenza, ma la condizione di vuoto che contiene i semi del tutto).
Il castello di Brolio (oggi residenza estiva del barone Ricasoli) è stato distrutto dai senesi e ricostruito in parte nel 1860. Sono visitabili: l’armeria e la collezione Ricasoli nel cassero, le cantine e la cappella di San Jacopo (mausoleo di famiglia). Nelle sue terre già nel XII secolo si coltivava la vite. Della stupenda villa Chigi Saracini (1840) di Castelnuovo Berardenga è visitabile solo il parco, la villa è chiusa da anni. Un restauro adeguato potrebbe arrestarne il degrado e renderla utilizzabile. Poco distante c’è Villa a Sesta, una tappa per i cultori del cibo, nella seconda domenica di ottobre si celebra il minifestival del “mangiar con le mani”: Dit’Unto. Merita una sosta il ristorante L’Asinello di Senio Venturi. Per ritrovare i borghi di una volta: San Gusmè, immutato da otto secoli e interamente in pietra. Info: www.ricasoli.it – www.spaltenna.it – www.castellodiama.com – www.castellomeleto.it – www.asinelloristorante.it – http://www.chianti.com/it/ – http://www.chianticlassico.com/ – http://www.chianti.it/