di Silvana Rizzi
Picasso esalta Catania
Lo spettacolare castello medievale Ursino, nel pieno centro di Catania, è la cornice per la mostra “Picasso e le sue passioni”(fino al 28 giugno). L’evento, di eccezionale impatto culturale, invita a scoprire Catania, città barocca ai piedi dell’Etna, punto di partenza per mete turistiche ben note, come Taormina e Siracusa. Organizzata da Comediarting, III Millennio e dal Comune di Catania, la mostra porta in scena oltre duecento opere del grande Picasso, partendo dall’idea dell’artista che l’arte non è niente, se non mette in moto le passioni e non stimola la curiosità. Il percorso espositivo, quindi, esalta i temi e le passioni, che hanno dato vita alla sua creatività e ne hanno influenzato la vita e l’arte, dalla politica, al circo, alle donne. In mostra, tre opere uniche, di cui due olii e una gouache, ma anche importanti opere su carta e, soprattutto, interessanti opere in ceramica, una della passioni di Picasso, che a quest’arte si dedicò intensamente nell’atelier di Vallauris, in Provenza. Per info: picassoelesuepassioni@comediarting.it, orari 9-19, sabato e domenica 9-22.
A Mantova la Camera degli Sposi riapre le porte
Il 3 aprile ha finalmente riaperto le porte la celebre Camera degli Sposi di Mantova, uno dei più noti capolavori del Rinascimento, nella torre Nord del Castello, gravemente danneggiata dal sisma del 2012. Dopo il Vaticano, la reggia gonzaghesca è la più grande del mondo, grazie al Marchese Ludovico, che aveva chiamato i più noti artisti del mondo, tra cui Andrea Mantegna, per fare Mantova sempre più bella. Nella stanza del marchese, vista lago, il Mantegna aveva eseguito il famoso oculo con la balaustra da dove si sporgono una dama, una donna di colore e una dozzina di putti celebri in tutto il mondo. Oggi con i restauri si è valorizzato tutto l’edificio, ripristinando la scala elicoidale utilizzata da Ludovico per salire direttamente al Castello, mettendo così in risalto magnifiche stanze affrescate e lo studiolo di Isabella d’Este.
Imperdibile a Milano la Parigi di Brassai
Con l’Expo si rinnova l’amicizia tra Parigi e Milano, grazie alla mostra a Palazzo Morando “Brassai pour l’amour de Paris” (via Sant’Andrea 6, fino al 28 giugno), 260 fotografie scattate da Brassai, uno dei più grandi fotografi del Novecento, che da Berlino arriva nella ville lumière nel 1924. Ben presto l’artista incontra Robert Desnos e Jacques Prévert, che lo inseriscono nell’ambiente degli artisti di Montparnasse. In mostra rivive un’affascinante Parigi insolita, colta nella luce notturna, sconosciuta e finora non degna di attenzione. In compagnia di Henri Miller, Blaise Cendrars e Jacques Prévert, Brassai immortala i lavoratori delle Halles, le prostitute dei quartieri popolari, le nebbie notturne sulla Senna. Particolarmente interessante si rivela la sua amicizia con Picasso, che gli affida il compito di fotografare la sua opera scultorea, fino ad allora sconosciuta. Insieme i due artisti girano per Parigi, accomunati dalla passione per il circo, per le feste popolari e, naturalmente, per l’universo femminile.
A Parigi, un’irresistibile mostra dedicata alla toilette
La tela in mostra è di Pierre Bonnard. Una donna, immersa nella vasca da bagno, si rilassa e si abbandona, libera, senza che nulla possa disturbarla. Potrebbe essere una di noi, felice di rubare per se stessa qualche minuto di una giornata carica d’impegni. Alla toilette e ai suoi cambiamenti dal 1400 a oggi, il Musée Marmottan Monet di Parigi (2, rue Louis-Boilly, métro Muette, www.marmottan.fr) dedica fino al 15 luglio una mostra, inusuale, quanto mai interessante e divertente: “La toilette, naissance de l’intime”. La cornice dell’esposizione è affascinante : il museo Marmottan, assolutamente da scoprire per chi va a Parigi, è una villa sontuosa, arredata con mobili antichi, tappezzerie d’epoca, tessuti preziosi. La mostra parte dal 1400, quando l’acqua era considerata un elemento nefasto, per passare attraverso varie epoche, come l’Illuminismo, quando la donna assume il ruolo di bambola seduttrice o di pericolosa sirena, fino ad arrivare ai giorni nostri.
L’ultimo primitivo: Henri Rousseau a Venezia
Da non perdere a Venezia”Henri Rousseau. Il candore arcaico”, la retrospettiva, che Palazzo Ducale dedica fino al 5 luglio al Doganiere Rousseau(1844-1910), così chiamato perché lavorava come”gabelliere” nell’ufficio comunale del dazio di Parigi e alla pittura si dedicava nel tempo libero. Dotato di una fantasia onirica, pittore illeterato e anti-impressionista, Rousseau passa da quadri in cui rappresenta una natura selvaggia popolata di foreste esotiche, come “L’incantesimo di serpenti”, a tele dai paesaggi semplici, che mettono in scena la vita quotidiana, con un candore quasi arcaico. Tra i capolavori in mostra, ecco Nozze in campagna, con le figure solennemente frontali e il cane nero, classico simbolo di fedeltà. Outsider rispetto agli artisti contemporanei, spesso ridicolizzato, tenace però nel suo amore per la pittura e desideroso di emergere, Rousseau riesce ad avere estimatori quali Robert Delaunay, André Breton, il padre del surrealismo, e, soprattutto, il poeta Guillaume Apollinaire, che lo presenta a Picasso. A decretare il suo successo sarà proprio Picasso, che, quasi per scherzo, organizza nel 1908 un banchetto in suo onore nel Bateau-Lavoir a Montmarte. L’evento, a cui sono presenti anche Braque e Utrillo, si trasformerà in una vera celebrazione dell’artista, immortalato da Apollinaire in una poesia-brindisi.