a cura di Alida Bonifacio
Francesco Guardi 1712/1793 al Museo Correr Venezia: mostra prorogata al 17 febbraio 2013
È stata accordata la proroga alla mostra di Francesco Guardi al Museo Correr di Venezia, c’è dunque più tempo a disposizione per una visita. Grazie alla disponibilità dei grandi prestatori internazionali, che con i loro importanti prestiti hanno contribuito a rendere ancora più prestigioso l’evento espositivo realizzato in occasione del terzo centenario della nascita dell’artista, la durata della mostra “Francesco Guardi 1712 – 1793” è stata estesa al 17 febbraio 2013. L’esposizione, che sta riscuotendo grande successo e apprezzamento da parte di pubblico e critica, sia a livello nazionale sia internazionale, presenta un itinerario insieme cronologico e tematico che si sviluppa attraverso centoventuno opere, tra dipinti e disegni, che ripercorrono, in cinque sezioni, l’evoluzione del percorso artistico di Guardi e allo stesso tempo i diversi generi in cui il grande artista si è cimentato. Dalle opere giovanili di figura, ispirate alla pittura di costume, ai dipinti sacri e alle prime vedute, dai paesaggi e capricci, in cui risalta la sua originalità rispetto agli altri maestri veneti, alle tele che immortalano le feste e le cerimonie della Serenissima, fino alle splendide vedute di Venezia degli anni della maturità, dove il suo stile personalissimo si fa sempre più libero e allusivo. Con questa ampia retrospettiva la Fondazione Musei Civici di Venezia testimonia, con una ricchezza di prestiti mai vista in precedenza e con opere in alcuni casi per la prima volta esposte insieme, la lunga e complessa parabola artistica di uno degli ultimi grandi maestri della pittura veneta. Museo Correr, Piazza San Marco, Venezia www.mostraguardi.it
Paul Klee e l’Italia: una mostra a Roma
Alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma fino al 27 gennaio è possibile visitare la grande mostra sul rapporto di Paul Klee con l’Italia. Attraverso un articolato percorso che conta circa cento opere, sia di Klee sia di altri artisti stranieri e italiani (Kandinsky, Moholy Nagy, Max Bill, Albers, Licini, Soldati, Perilli, Novelli), la mostra Paul Klee e l’Italia analizza l’influenza della cultura e dei paesaggi del nostro Paese sul lavoro dell’artista rapportandosi alle varie fasi della sua biografia artistica dagli inizi al periodo Bauhaus e agli ultimi anni solitari a Berna. Klee, nato in Svizzera (a Berna si trova il Zentrum Paul Klee che presenta esposizioni cicliche delle circa 4.000 opere della più importante collezione di Klee al mondo) ma cittadino tedesco, amava i Paesi che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo, spesso meta dei suoi viaggi di studio e delle sue vacanze. Questa mostra intende sottolineare la grande influenza che i viaggi compiuti dall’artista in Italia, hanno avuto sulla produzione artistica. Paul Klee viene in Italia sei volte, a cominciare dal lungo viaggio di studio tra l’ottobre 1901 e il maggio 1902, nello spirito del classico Grand Tour di formazione, con Goethe e Burckhard come guide spirituali e numi tutelari. Roma, Napoli e Firenze sono le tre tappe principali di questo primo viaggio di apprendistato artistico, povero di risultati creativi, ma ricco di pensieri che saranno sviluppati negli anni successivi. Klee ritorna nel nostro paese dapprima visitando la Sicilia, nel 1924 (Mazzarò) e nel 1931, poi l’isola d’Elba (Costruzioni portuali) nel 1926, Viareggio nel 1930 e, infine, nel 1932 Venezia. Durante questi viaggi visita anche Milano, Genova, Padova, Firenze, Ravenna, Pisa, l’amata Napoli e tutte le principali città siciliane. Ognuna di queste tappe gli ispira nuovi spunti di studio e in alcuni casi anche svolte stilistiche, come la fase pointilliste suggeritagli dalla visione dei mosaici bizantini di Ravenna (Croci e colonne, 1931). Nei quattro decenni di attività artistica Klee ha così sviluppato quattro approcci differenti all’Italia. C’è la fase di studio dell’arte classica nei primi anni del Novecento, c’è il confronto con il Futurismo negli anni Dieci, ci sono le vacanze durante gli anni Venti, quando il ruolo di insegnante al Bauhaus gli consente dei regolari viaggi all’estero, c’è infine la ricreazione nostalgica di quel Sud mediterraneo, che la sclerodermia insorta nel 1935 gli impedirà di raggiungere ancora una volta. La fortuna critica dell’artista in Italia, che prende il via soprattutto dalla sua partecipazione alle Biennali di Venezia, e le tante suggestioni e derivazioni della sua opera riscontrabili in molti artisti italiani, fanno di Klee uno degli artisti più interessanti nello scambio poetico-culturale-formale europeo del Novecento. www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/2/visitare-il-museo
La mostra Akbar. Il Grande Imperatore dell’India
La Fondazione Roma offre al pubblico un’esposizione dedicata all’imperatore dell’India Akbar (Umarkot, 1542 – Agra, 1605), uno dei più grandi sovrani della storia. Una mostra mai realizzata prima in Italia e unica al mondo per il numero delle opere presentate (oltre 130) e per la completezza temporale, dal momento che copre lʼintero regno dell’imperatore. L’ultima esposizione sul tema fu realizzata a New York dalla prestigiosa Asia Society nel 1985-86, con circa 80 opere in mostra relative agli anni 1571-1585. La mostra Akbar. Il Grande Imperatore dell’India, promossa dalla Fondazione Roma ed organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con Arthemisia Group, è ospitata nelle sale del Museo Fondazione Roma, fino al 3 febbraio 2013. Afferma il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Roma: “Questa mostra ha un significato particolare: lʼimperatore Akbar è un sommo esempio di come la cultura possa fungere da volano per la comprensione reciproca tra civiltà e religioni diverse. Lʼimperatore Akbar non cambiò solo lʼIndia, ma riuscì ad affermare nel mondo un progresso intellettuale che coinvolgeva al contempo la sfera spirituale e quella secolare degli individui del suo Paese. Il percorso espositivo, ricco e originale, non intende solo raccontare la storia di Akbar; i visitatori sono infatti indotti a una profonda riflessione sui concetti di tolleranza, apertura, comprensione del diverso da sé. Più Paesi e più religioni convergono verso un punto comune, segnato dalla consapevolezza che la conoscenza non sia solo una scelta, ma una responsabilità dell’essere umano. Questo è il compito che, a mio parere, l’arte dovrebbe anche assolvere e che la Fondazione Roma si propone di conseguire con il suo operato, attraverso le numerose iniziative promosse e sostenute in ambito culturale”. www.fondazioneromamuseo.it/it/index.html