Audacia visionaria nella progettazione della centenaria ferrovia che porta in cima alla Jungfraujoch, nell’Oberland bernese, a 3.500 metri d’altezza. Con, intorno, gli spettacolari ghiacciai patrimonio dell’Unesco
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Geniale, spettacolare, inimmaginabile: la ferrovia della Jungfrau, nell’Oberland bernese, è stata definita in mille modi. Anche se la definizione più classica e ormai consolidata é “la più alta d’Europa”. Quest’anno, in particolare, è stata sotto i riflettori, perché se ne celebra il centesimo anniversario. Chi ebbe allora, cento anni fa, l’audacia visionaria di progettare quest’opera che ancora oggi sfida l’ immaginazione? Durante una passeggiata l’industriale svizzero Adolf Guyer-Zeller, già definito il “re delle ferrovie”, immaginò di scavare un’enorme galleria che perforasse i ghiacciai dell’Eiger e del Monch, e di costruire una ferrovia a cremagliera che raggiungesse la Jungfraujoch. Fu tanto emozionato da questa idea che lasciò uno schizzo del progetto con la data esatta e il luogo in cui lo elaborò. In capo a pochi anni, purtroppo dopo la morte dell’imprenditore, nel 1912 si inaugurò la ferrovia Jungfraubahn, oggi una delle più importanti attrazioni svizzere che attira centinaia di migliaia di visitatori da tutto il mondo. Meraviglia della tecnica, ma anche del lavoro umano, poiché la galleria fu scavata quasi tutta manualmente da operai, di cui molti italiani, a prezzo anche di tante vittime. Il trenino parte da Kleine Scheidegg a 2.000 metri di altezza e porta in cima a Jungfraujoch a 3.500 metri circa, in 50 minuti. Nel percorso in galleria si effettuano due soste: ci si affaccia su grandi vetrate che fanno intuire lo spettacolo grandioso dell’arrivo. Colpisce soprattutto la parete a strapiombo dell’Eiger che si apre sopra e sotto la galleria: è la famosa “maledetta” parete nord, per molti anni ritenuta invincibile. In cima lo sguardo spazia meravigliosamente sul ghiacciaio dell’Aletsch, che, insieme con la Jungfrau, è patrimonio naturale dell’Unesco dal 2001. Intorno, le cime della Jungfrau, dello Schilthorn, del Monch, dell’Eiger, del Wetterhorn: a perdita d’occhio ghiacci bianco-celesti, fenditure profonde, creste scure e taglienti, pareti a strapiombo.
La stazione stessa è una meta da visitare: l’ascensore velocissimo porta allo Sphinx, il laboratorio di osservazione scientifica aperto negli anni ‘30 con la sua terrazza panoramica; un tunnel lungo 250 metri, inaugurato quest’anno, chiamato Alpine Sensation, racconta il mondo delle montagne intorno alla Jungfrau, la storia delle scalate e del progetto della ferrovia; l’Ice Palace, infine, diverte con le figure bizzarre e ironiche intagliate nel ghiaccio. Una sala decorata da luci a forma di stella alpina ospita una palla di neve gigante nella quale è rappresentata la vita nella regione della Jungfrau e in Svizzera. Non mancherà poi una sosta in uno dei cinque ristoranti, tutti a tema diverso, tra i quali è molto originale quello indiano, il Bollywood. La Jungfrau Region, tuttavia, non si concentra solo sulla famosa ferrovia più alta d’Europa, ma comprende molte altre splendide località da esplorare con qualche giorno in più. Per esempio lo Schilthorn, cima spettacolare che si raggiunge con un’altra funivia. “Bond. James Bond”. La mitica frase è risuonata anche al “Piz Gloria”, il ristorante panoramico che si trova a 3.000 metri, proprio in vetta. Anzi, l’agente 007 ha contribuito al completamento di questo splendido ristorante rotante: pare che, quando i produttori del film “Agente 007. Al servizio segreto di Sua Maestà” esplorarono la zona alla ricerca di una location per la ripresa di scene a effetto tra le montagne, decisero che lo Schilthorn era una location eccezionale. Così il budget del film servì anche a completare il ristorante rotante che si affaccia con effetto strepitoso su tutte le cime più famose della Jungfrauregion: nelle giornate più luminose il panorama arriva fino alla Foresta Nera in Germania.
Per arrivare in cima bastano 30 minuti di funivia a partire da Murren, un delizioso paesino di origine Walser, tutto casette di legno, vasi di fiori e decorazioni pittoresche, vietato al traffico automobilistico. Al Piz Gloria bisogna arrivare per l’ora del breakfast dalle 9 alle 11, quando nella valle spesso c’è un mare di nebbia e in alto ghiacci e cime scintillano. Mentre la piattaforma del ristorante ruota lentamente per far godere il panorama, viene servita un’ottima colazione all’inglese, completa di uova e bacon, muffin e formaggio: il tocco in più è un bicchiere di spumante “Bond Girl” che, a quell’altezza, schiarisce le idee. Immancabile anche una sosta nella sala cinematografica, dove viene proiettato a ripetizione lo spezzone del film che ha contribuito al successo universale dello Schilthorn. Discese mozzafiato sugli sci, scene di inseguimento, salti diabolici sulla neve: le stesse scene che si ripetono ogni anno a gennaio nella gara di sci Inferno, una popolarissima manifestazione legata a Murren. Al ritorno in valle, dopo la fantastica esperienza della ferrovia più alta d’Europa e dello Schilthorn, da non perdere la deliziosa cittadina alpina Grindelwald, che fa parte con Cortina, Saint Moritz e poche altre località di montagna dell’associazione Best of Alps ed è base di partenza per tutte le escursioni nella Jungfrauregion. Per tutto l’inverno è anche paradiso degli sport sulla neve: non solo sci, ma anche slittino, snowtubing, passeggiate con le ciaspole e… velogemel! L’ultima novità per garantire il divertimento dei piccoli è lo Snowtubing: un modo un po’ matto di divertirsi sulla neve senza aver bisogno di alcuna costosa attrezzatura, a parte giacca a vento, pantaloni impermeabili, guanti e cappello adatti… e un gommone!
Qui c’è anche la pista per slittini più lunga d’Europa. Lo slittino nacque in Svizzera nel 1883, anche se la paternità è attribuita agli inglesi che videro in questo strumento, utilizzato fino a quel momento solo per trasportare i bidoni di latte, la legna per il camino e il fieno per le mucche, un potenziale inaspettato: come sarebbe stato scivolare su una pista innevata a bordo di una di queste slitte? Così, dopo soli venti anni dalla sua invenzione, nacque la prima federazione internazionale per le gare di slittino. La pista naturale per slittini più lunga d’Europa scende dalla cima del Faulhorn a Grindelwald ed è lunga 15 chilometri. Le ciaspole, invece, che permettono di muoversi sulla neve senza sprofondare e senza scivolare, si possono ammirare, nei primi esemplari apparsi nel 1888, nel museo storico del villaggio di Grindelwald. Oggi vengono proposte diverse escursioni, di vari gradi di difficoltà. Alcune passeggiate si svolgono alla luce della luna, iniziano alle 17,30 e terminano alle 23,30, con l’intervallo per la cena. L’escursione più spettacolare fra tutte è sicuramente quella che porta a quasi 4.000 metri all’Ebnefluh: è un programma di quattro giorni che inizia con un viaggio in treno fino allo Jungraujoch a 3.454 metri per poi discendere sul ghiacciaio Aletsch, il più grande delle Alpi con i suoi 160 chilometri quadrati, dormendo nei rifugi. Il Velogemel, invece, è una vera e propria curiosità di Grindelwald, dove, un secolo fa, il falegname Christian Bühlmann immaginò un mezzo di locomozione che potesse sfruttare allo stesso tempo i principi della bici e quelli della slitta. Nacque così il Velogemel, unione delle parole Velò, bicicletta, e Gemel, slitta, nel dialetto di Grindelwald. Bühlmann usò legno di frassino per la struttura e acero per i pattini, il manubrio e il sellino e brevettò la sua creazione nel 1911 come “slitta con pattini orientabili”. Ogni anno si svolge a Grindelwald il Campionato mondiale di velogemel, una competizione che si ripete dal 1996 a Bussalp, dove la neve è sempre assicurata.
Per un soggiorno ideale a Grindelwald si possono scegliere moltissime possibilità: l’affitto di uno chalet in tipico stile svizzero, il pernottamento in deliziosi hotel in stile rustico, l’accogliente Romantik Hotel Schweizerhof in pieno centro, oppure il nuovo Hotel Aspen, inaugurato all’inizio di settembre. L’Hotel Aspen è situato in posizione strategica affacciato sulla verde vallata d’estate e direttamente sulle piste di sci d’inverno. Praticamente si può uscire dalla camera con gli sci ai piedi. Come Grindelwald e Murren, anche i paesi di Lauterbrunnen e Wengen, offrono architetture pittoresche di legno, con i grandi balconi decorati da fiori e gli scorci immancabili sullo scenario grandioso delle montagne. Senza dimenticare altri due aspetti decisamente intriganti: l’enogastronomia eccellente e la presenza di centri wellness, che sono perfetti, dopo le escursioni estive oppure dopo le corse sugli sci nella stagione invernale. Info: per arrivare dall’Italia alla Jungfrau Region nell’Oberland bernese, ottimo lo Swisspass, che permette di prendere treni nazionali e locali, bus e battelli, senza limiti in un determinato numero di giorni, confermando l’eccellenza della rete dei trasporti pubblici svizzeri, in termini di servizio e precisione di orari. www.myjungfrau.ch – http://www.svizzera.it – http://www.swisstravelsystem.com/