La capitale che voleva sembrare Parigi e che si ritrova con una veste unica e inimitabile
di Donatella Sasso – foto di Claudio Benedetto
La Parigi dell’Est
Agli inizi del Novecento, quando l’Europa intera stava vivendo il miraggio di un’epoca felice, la Belle Époque, sospesa fra scoperte scientifiche e architetture floreali, Bucarest mutò la propria veste urbanistica, traendo ispirazione da Parigi. Palazzi in stile neoclassico e facciate Art Déco vennero a ingentilire la capitale della Romania indipendente, dichiarata tale nel 1861 e ampliata successivamente alla prima guerra mondiale, fino a comprendere le regioni di Transilvania, Bessarabia e Bucovina. Seguendo il modello dell’urbanista Haussmann nella Parigi di fine Ottocento anche Bucarest si dotò di lunghi viali alberati e ampi parchi urbani; nel 1935, quando ormai la città era nota come la Parigi dell’Est o la piccola Parigi, venne persino eretto un Arco di Trionfo in tutto simile a quello francese, ancor oggi punto di snodo fra i numerosi viali che circondano come armoniosi tentacoli la città. Non è raro subire un lieve senso di spaesamento mentre si passeggia attraverso le vie di Bucarest e sentirsi per un attimo altrove. Persino la lingua ha conservato elementi dell’antica fascinazione francese e può capitare di essere ringraziati con un caloroso “merci” al posto di un “mulţumesc” in lingua romena.
Il miraggio di Mosca
I bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale e gli effetti devastanti di due terremoti, nel 1940 e nel 1977, causarono la distruzione di molti di quegli edifici che avevano contribuito a ingentilire l’antica capitale della Valacchia. Furono, però, le velleità megalomani del dittatore Ceauşescu a imporre un nuovo radicale mutamento alla città. Reduce da un viaggio in Corea del Nord e consapevole dei danni provocati dal terremoto, Ceauşescu impose la costruzione dell’immensa Casa del Popolo (iniziata nel 1984 e completata nel 1999), seconda per grandezza solo al Pentagono, e del Bulevardul Unirii, lungo 4 chilometri e mezzo, realizzato, ancora una volta, a immagine degli Champs Élysées parigini. Questa volta però il modello francese, che forse era tale solo nella mente del dittatore e degli architetti da lui assoldati, fu messo in ombra dal modello estetico del realismo socialista che prevalse nettamente. La Casa del Popolo, oggi Palazzo del Parlamento, e la Casa delle scintille, oggi Casa della stampa libera, costruita nel 1956 alla periferia della città, richiamano le imponenti costruzioni della Mosca comunista piuttosto che le delicatezze francesi. Il Palazzo del Parlamento, con i suoi sontuosi interni, è visitabile, ma occorre prenotare il giorno precedente e presentarsi all’appuntamento con un documento.
Angoli da scoprire
La megalomania di Ceauşescu, che causò la distruzione di un sesto della vecchia Bucarest, gli impedì comunque di mettere le mani sui monumenti religiosi e artistici. Intorno al Palazzo del Parlamento si sono salvati la splendida Cattedrale Patriarcale romena e il Palazzo Patriarcale, insieme a chiese più piccole e al Monastero di Antim. Per scoprire quel che resta della vecchia Bucarest occorre però spostarsi verso il centro storico, sorto accanto alla Vecchia corte principesca e alla Chiesa risalente al XVI secolo. Il quartiere, molto animato soprattutto la sera da locali tradizionali e altri più di tendenza, annovera fra le sue attrazioni l’Hanul lui Manuc, un’antica locanda armena che ospita nel cortile diversi ristoranti, il Pasajul Vilacrosse, un autentico passage parigino dalle atmosfere esotiche e rarefatte, e la splendida quanto minuta Chiesa Stavropoleos, la cui architettura richiama le armoniose linee di un Oriente non troppo distante.
Quattro indimenticabili musei
Lungo i viali che si dipartono dalla trafficata piazza Victorei si trovano quattro musei di notevole interesse. Il più celebrato è il Museo del Contadino romeno, vincitore di un premio europeo negli anni novanta, che contiene al suo interno la ricostruzione di ambienti e oggetti del mondo rurale e una sezione dedicata al periodo comunista. Il Museo di storia naturale Grigore Antipa, invitante percorso attraverso il mondo animale, e il Museo di geologia completano la triade delle visite da non perdere. Lungo le sponde del lago Herăstrău si sviluppa, infine, il Museo nazionale del villaggio, costruito nel 1936 per regio decreto, che raccoglie all’aperto abitazioni ed edifici religiosi provenienti da ogni parte della Romania. Un percorso a ritroso nel tempo e verso regioni lontane, che farà dimenticare per un paio di ore di essere nel cuore di una moderna metropoli di 2 milioni di abitanti. Info: Ente Nazionale per il Turismo della Romania in Italia – Tel. 06/4880267 Fax 06/48986281 www.romania.it, office@romania.it