Sulle orme di Toro Seduto
di Carlo Ferrari e Nasodicane
Una cosa appare subito lampante dall’oblò del piccolo aereo che da Minneapolis porta a Rapid City: il Nordamerica è rimasto, per buone porzioni che qui nel West assumono dimensioni inimmaginabili, quello che apparì alla vista dei primi coloni che trascinarono i loro carri verso la frontiera che insorabile si muoveva verso la costa pacifica. E grazie a Dio che la nostra cultura, che tutto modifica e tutto assogetta al profitto, sia passata su queste terre mitigata dall’amore esemplare che il novello popolo americano aveva, e ha, per la propria nazione. Il South Dakota, la terra dei lakota-sioux di Toro Seduto, è la destinazione di questo viaggio, e il Custer State Park quanto di meglio la nostra passione di ciclisti ed escursionisti possa andar cercando: 71.000 acri di foreste nelle Black Hills, picchi di granito, laghi, fiumi e praterie dove ancora pascolano mandrie di bisonti, antilopi, alci e divertentissimi asinelli selvatici. I cartelli invitano alla prudenza con i giganteschi bovini, ma il bello è che qui essi sono padroni, come a dire quando passa la mandria bici al passo, foto ricordo e silenzio.
Prende il nome da George Armstrong Custer, il ben noto conquistatore di terre pellerossa con divisa e stellette in nome del progresso, che sarebbe caduto vittima proprio dei Sioux e della sua passione a Little Big Horn, poco più a nord, nel Montana. Guidò qui una spedizione scientifica che scopri l’oro, il che significo´una miriade di cercatori che portarono a un certo degrado dell’ambiente, ma a partire dal 1913 la fauna venne ricostituita, l’ambiente protetto, e nel 1919 venne dichiarato parco sotto il Governatore Peter Norbeck, lo stesso ideatore della Iron Mountain Road, pezzo forte del turismo-nature americano assieme alla Needles Highway.
Hill City, piccolissima ed adorabile cittadina western dal carattere amichevole dislocata in un miglio di strada costeggiata a destra e a sinistra da esercizi in rigoroso stile, è il cuore delle Black Hills. Non mancatevi il South Dakota Railroad Museum, con locomotiva a vapore operante e una cena, ovviamente a base di bistecca, di bisonte o di mucca, con fagioli al forno e galletta del cow-boy al “Desperados”, l’esercizio più vecchio di Hill City datato 1885, dite al simpatico Dan Dickey che vi mandiamo noi e sappiateci raccontare. Qui si fermano più cavalieri di Harley-Davidson che di velocipedi, dunque siamo riusciti a distinguerci. Gli instancabili Ed e Joey del “Rabbit Bicycle” potranno fornirvi buoni cavalli a pedali per godere al meglio di ogni miglio che vi lascerete alle spalle, e se vi servono lumi per i percorsi off-road più esaltanti non fate complimenti: da queste parti la gentilezza è parte dell’arredamento. Arrivando pero´da Rapid City per qualunque altra via, potreste anche optare per il più completo “Two Wheeler Dealer”, un negozio “cycler” da fantascienza, dove trovare all’occorrenza dalle bici più sofisticate a un paio i calzini a un buon 30% in meno dell’ Italia. L’alloggio in tema non può che essere il cordiale “Pine Rest Cabins”, piccole baite in legno carine e omnicomfort, economiche e con il cucinotto sempre rifornito dai simpatici gestori.
É collocato giusto a lato della US hwy 16, che percorrerete (in auto) per visitare il Crazy Horse Memorial e per fermarvi (non perdetevelo) al “Boyd’s Antiques”, esattamente mezzo miglio a nord della deviazione per il suddetto monumento. Un antiquario simpatico e originale che in compagnia del suo asinello gestisce, per i patiti dell’arredamento “all America” , dai pionieri agli anni ’70, un capannone con pezzi d’epoca da perderci il portafoglio. Le vedette del turismo classico sono in ordine il Mount Rushmore National Memorial e il Crazy Horse Memorial. Il primo, sulla SD hwy 244, può essere oggetto di un bel giro “strada” con la bicicletta, proprio fuori Hill City, il secondo meglio in automobile. Opere ciclopiche nel miglior stile nord americano, impossibili da decifrare sui dépliant turistici, bisogna andarci vicino e basta, ma soprattutto spazzolarsi tutto il visitor center per rendersi conto di cosa siano costate in opera ed ingegno umano. Il profilo del grande capo Cheyenne ha da aspettare prima di manifestarsi in tutta la sua fierezza, i nativi non vogliono aiuti dal governo, ma ai turisti meno distratti le sue sale porteranno un bagaglio culturale in documenti e oggetti mai visto. Mentre per i turisti vogliosi di approfondire la cultura dei nativi, scendendo piu’ sud del parco, la riserva di Pine Ridge, tribù degli Oglala, popolo della nazione Lakota, piu´nota come Sioux, con il sito di Wounded Knee e l’heritage center della Red Cloud School, ma soprattutto con un semplice gironzolare ad annusare l’aria delle strade di questa grande e dismessa area pellerossa, riservera´una fedele idea di come sia stato ridotto il popolo padrone di queste terre. Fateci un pensiero. Gli Stati Uniti, ridotti alle stereotipate città del divismo da celluloide, non sono la “Real America”. Digitate www.travelsd.com e iniziate a sognare il South Dakota.
Informazioni
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http://www.twowheelerdealer.com/
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Come arrivare
Air France/Delta collega, da tredici aeroporti italiani con Parigi CDG da dove direttamente si raggiunge Minneapolis e da qui Rapid City in giornata.
Cosa portare
Abbigliamento ciclista estivo con un giubbino per le giornate più fresche e coprigambe. Noi avevamo capi della linea “Parentini”. Un poco di reintegratori come i nostri “Gensan”. Non dimenticate assolutamente una assicurazione sanitaria con massimali adeguati come la “Viaggi No-stop di Europ Assistance.
Quando andare
A giugno: tutto si svolge a quote tra i 1600 ed i 2100 metri italiani. Al limite luglio, ma gli aerei sarebbero più costosi e si avrebbero più turisti attorno.
Guide e carte
Quanto fornito dai siti web e dall’ufficio italiano è più che sufficiente per un viaggio del genere. Evitate costose, e mai sufficientemente aggiornate, guide cartacee.
Notizie utili
Il fuso orario è di otto ore in ritardo rispetto all’Italia. Il servizio wi-fi è diffusissimo in hotel, b&b, ristoranti, pub e altri luoghi inimmaginabili. Informatevi molto bene con il vostro gestore telefonico mobile prima della partenza riguardo a collegamenti e tariffe. Per le chiamate da fisso a fisso stesso discorso, verifcando se le offerte in loco non siano migliori di quelle italiane. Non cambiate dollari in Italia: il cambio è migliore in loco e comunque ovunque esiste il servizio bancomat. Per informazioni in Italia: www.realamerica.it o www.RMI-RealAmerica.com.