A Bergamo, il prossimo 23 e 24 settembre, all’interno di NoFrills si terrà Expo Turismo Gay dedicata al mondo Glbt (Gay, Lesbian, Bisex e Transgender).
È di questi giorni la notizia di una svolta storica: il 17 giugno è stata approvata, dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, una risoluzione che garantisce la parità di diritti tra tutti gli esseri umani. Si afferma, così, l’uguaglianza dei diritti dell’uomo a prescindere dall’orientamento sessuale: una piccola vittoria contro la discriminazione sessuale ed un passo in avanti decisivo nella battaglia per l’estensione dei diritti agli omosessuali.
Quale miglior auspicio per la prima Expo Turismo Gay presentata a Roma per dare un taglio internazionale all’evento grazie all’occasione offerta dall’Europride.
“L’Expo Turismo Gay è un evento B2B”, ha spiegato Paolo Bertagni, amministratore unico di NoFrills, per evidenziare le opportunità economiche di un settore che in Italia ha un giro d’affari annuale pari a 3,2 miliardi di euro.
I DINK, double income no kids (doppio reddito no figli), come viene anche definito il turismo gay, è un’opportunità ed un settore in continua crescita che negli Stati Uniti vale ben 61 miliardi di dollari del fatturato complessivo.
Come e dove viaggia il turista gay
Il turista Glbt predilige destinazioni europee gay-friendly e catene alberghiere internazionali come Hilton (9%) e Marriott (7%). A seguire, hotel 3 stelle scelti dal 28%, hotel di lusso (22,8%), ospiti da amici (15,7%), boutique hotel (10,7%) e budget hotel (10%).
Oltre il 20% della comunità Glbt si sposta per passare almeno una notte nelle località dove si tengono eventi di orgoglio gay, sopratutto nella fascia d’età 21-35 anni.
I motivi che sottendono alla scelta di una destinazione sono la visita della città (86%), shopping e musei (69%), ristoranti (79%), spiagge (89%) e sport (31%).
Il 25% preferisce una vacanza a lungo raggio, con soggiorni di almeno 7 notti, per tutti i tipi di viaggio incluso MICE, spendendo, in media, il 38% in più di un turista eterosessuale. Inoltre, se per mobili e oggetti per la casa spendono il 18% e per l’automobile il 17%, la spesa più grande in assoluto e dedicata al turismo (31%).
Il turista Glbt, ha sottolineato Alessio Virgili ambasciatore e presidente AITGL (Associazione Italiana del Turismo Gay & Lesbian), e proprietario di Quiiky Gay Tour Operator, è il trend setter per eccellenza. Molte località preferite dal turista Glbt, diventano luoghi alla moda che si estendono agli altri segmenti del turismo.
Un’opportunità di business
Gli auspici ci sono tutti perché anche l’Italia sappia cogliere appieno quest’occasione di crescita e sviluppo anche per il comparto delle agenzie di viaggio. A fronte di prenotazioni per la maggior parte fatte online (ben l’80%), l’esigenza del turista gay per l’accoglienza, la sicurezza (65% dei gay e il 72% delle lesbiche) e per il vivere la propria vacanza in piena libertà in Paesi che tutelano con leggi l’omosessualità, necessita di una vera e propria consulenza che i portali web non sempre possono fornire. Secondo Francesco Granese di Confindustria Assotravel, si tratta di una grossa opportunità di riportare la clientela nei propri punti vendita. In Italia quest’offerta rimane poco “comunicata”, mentre in Nord America vi sono associazioni turistiche Glbt che contano 3 milioni di iscritti.
Anche il Ministro Brambilla si è detta disponibile a valutare “con attenzione eventuali azioni di sostegno verso il turismo gay“.
L’Expo Turismo Gay prevede incontri, con possibilità di prefissarli, tra gli espositori ed i fornitori di servizi turistici dedicati alle comunità Glbt, con agenzie di viaggio italiane e buyer internazionali. Durante la fiera si svolgerà una tavola rotonda rivolta alle agenzie di viaggio ed ai vari rappresentanti dei vari comparti, per far conoscere le potenzialità del turismo Glbt.
Il 25 giugno 2011, il matrimonio fra omosessuali è diventato legge nello Stato di New York. Ci auguriamo che l’Italia sappia cogliere anche quest’occasione come opportunità di ulteriore business turistico in questo settore.
Secondo gli studi svolti da Community Marketing per l’associazione Iglta (International Gay & Lesbian Travel Association), in Italia questo segmento rappresenta il 7% del fatturato turistico complessivo, mentre è il 10% del fatturato mondiale.
Il mezzo di trasporto prediletto è l’aereo (55,2%), seguito dall’auto propria (36,4%) e, con distacco, dal treno 6%. Quanto ai social network, su Facebook l’esperienza turistica viene condivisa dal 32,9% durante il viaggio e dal 36,2% dopo il viaggio. Segue Twitter a grande distanza: 4,9% durante il viaggio e 5,2% dopo.
Le località del turismo gay
In Italia, mete predilette sono la Toscana e Gallipoli. All’estero, oltre a Gran Canaria, Ibiza, Mikonos, Istanbul, le notti di Tel Aviv, da due anni nuova capitale del turismo Glbt. Colonia e Düsseldorf per gli short break e tutte le città attente al design, all’arte moderna, alla cultura o la Svizzera, località con eventi pride. E ancora, Stati Uniti, Canada (Toronto, Vancouver e Whistler dove ogni anno si tiene la Gay Sky Week) e la Thailandia. Il Messico ove ha aperto Adonis Tulum Riviera Maya Gay Resort & Spa All Inclusive, il primo gay village.
Tra i Tour Operator specializzati:
Quiiky Gay TO – www.outtravel.it – www.travelgay.it
Per maggiori informazioni: NoFrills Expo turismo gay www.nofrillsexpo.com
a cura di Lea Valori