Sognando California
a cura di Marcello Moresco
Montagne, colline verdi e in fondo il mare. La California negli anni ’70 come la descriveva decenni prima Steinbeck parlando di Salinas. Un “terreno” fertile, il “Paradiso” per molti che la sognavano. In quegli anni in particolare il terreno era fertilissimo: il boom economico degli anni ’50, ma anche la guerra in Vietnam e l’uomo sulla luna, animavano le persone di ideali… Molti erano i fortunati a vivere in California e tantissimi avrebbero voluto andarci. In questo contesto è storicamente documentato l’incontro tra due amici: Jim Drake e Hoyle Schweitzer. Il primo appassionato surfista, il secondo amante della barca a vela. Si chiacchiera, si raccontano le proprie avventure, si fanno progetti…
In realtà il primo prototipo documentato di tavola a vela risale al 1935 ed è accreditato a Tom Blake. Successivamente, nel 1965, fu Newman Darby a sviluppare l’idea aggiungendo un boma in modo da poter controllare la vela in piedi. Purtroppo l’idea di Darby prevedeva un albero fisso che rendeva la navigazione particolarmente difficile e non ebbe successo. Il windsurf quindi nacque ufficialmente nel 1967 da un’idea dell’ingegnere aerospaziale californiano James (Jim) R. Drake. Sull’autostrada di San Bernardino, nei dintorni di Los Angeles, ripensando a una discussione avuta con l’amico Hoyle Schweitzer, Jim pensò di poter continuare a fare surf anche senza le onde, utilizzando una vela collegata alla tavola.
Gli albori
Drake pensò di unire un boma con un giunto cardanico per governare in piedi una tavola a vela. I materiali utilizzati furono dapprima il legno, la stoffa nautica (il Dacron, una fibra poliestere usata nelle barche a vela) e alcune corde per imbarcazioni. L’idea fu perfezionata con l’aiuto di un collega di Jim, Alan Parducci, che contribuì alla progettazione. Nel 1968 Schweitzer e Drake brevettarono il windsurf e il brevetto fu trascritto ufficialmente nel registro delle invenzioni nel 1970. Insieme cominciarono a produrre i primi Windsurfer (era questo il marchio che si utilizzò per la neonata azienda).
Negli Stati Uniti il windsurf stentava a decollare ma fortunatamente, nel 1971, un imprenditore tessile olandese, Martin Spanjer, durante un viaggio rimase colpito da un articolo pubblicato sulla rivista di bordo dell’aereo che lo stava portando in California. Appena giunto a destinazione contattò Schweitzer per ottenere la licenza di costruzione del windsurf per l’Europa; nacque così il Windsurfer Ten Cate che apparve per la prima volta nel Vecchio Continente nel 1972. L’anno successivo, visti gli scarsi risultati delle vendite dei primi prototipi, Drake cedette la sua quota societaria a Diana e Hoyle Schweitzer che ne acquisirono tutti i diritti. Quattro anni dopo, in Svizzera, un altro imprenditore, Peter Brockhaus, con la collaborazione del designer Ernstfried Prade creò un nuovo marchio: era nata la Mistral. Nel 1978 entrò in produzione il Mistral Competition: si trattava di un nuovo concetto di tavola, più leggera e dotata di deriva basculante ma soprattutto di un boma in alluminio, decisamente più maneggevole dell’originale in legno di cui era dotato il Windsurfer. Le prime uscite ufficiali del Mistral avvennero sul lago di Garda che acquisì presto fama internazionale grazie ai venti costanti che soffiavano sulle sue acque e divenne una sorta di “laboratorio” europeo per lo sviluppo di nuovi prototipi e per la crescita di un’autentica fucina di talenti. Da qui l’eco del windsurf raggiunse tutto il mondo.
L’evoluzione
In quegli anni nacquero altri marchi, come HiFly e Windglider, che fecero la fortuna dei coniugi Schweitzer, detentori del brevetto, ai quali andavano i proventi delle royalties pagate da tutte le aziende produttrici. Nel 1981 Brockhaus lasciò la Mistral per creare il futuro di questo sport con un nuovo marchio: F2 (Fun & Function), che presto sarebbe diventato famoso in tutto il mondo grazie anche ad un team di atleti tra cui figurava il nuovo astro del windsurf, l’olandese trapiantato alle isole Canarie Björn Dunkerbeck.
Nei primi anni ‘80 cominciarono ad arrivare immagini fotografiche spettacolari da Oltreoceano, in particolare dalle Hawaii, patria di Robby Naish, mito indiscusso del windsurf. Il giovane Naish, nel 1976 campione mondiale Windsurfer ad appena 13 anni, decise di affrontare le onde hawaiane con la tavola a vela. Presto si rese conto che il Windsurfer con i suoi 22 chili di peso e un notevole dislocamento non era adatto a quelle condizioni.
Così, grazie all’aiuto del padre, creò il primo sinker (tavola corta e con poco volume), adattando un Mistral Competition che venne accorciato tagliandolo all’altezza della scassa di deriva. Con questo prototipo Naish affrontava le onde saltandole e surfandole, dando vita ad una nuova disciplina: il funboard.
Proprio Brockhaus, con la creazione della F2, si dedicò molto alla promozione del funboard, realizzando in serie tavole più leggere e più corte, adatte ad affrontare vento forte e situazioni meteomarine difficili. Fu grazie alla determinazione di Brockhaus che venne creato il circuito mondiale Funboard (che poi diventerà l’International Funboard Class Association) che prevedeva spettacolari tappe agonistiche nelle località più ventose del mondo. I primi salti sulle onde accentuarono le caratteristiche estreme delle tavole funboard.
Toccò al giovane ravennate Cesare Cantagalli determinare il futuro estremo di questa disciplina. Cantagalli creò una manovra acrobatica che sembrava andare contro le leggi della fisica: il cheese roll (letteralmente “formaggio arrotolato”, ma simpaticamente associato al nome di Cesare trasformato in Cheese dagli amici hawaiani). La manovra consisteva in un salto con avvitamento completo di tavola, vela e surfista. Da lì vennero sviluppate le varianti oggi note a tutti gli appassionati di wave e freestyle, come il looping o il forward loop.
Purtroppo il funboard, come hanno dichiarato successivamente i manager di tutte le aziende che negli anni d’oro del windsurf vendettero migliaia di tavole, rese nello stesso tempo questo sport altamente spettacolare ma lo trasformò da sport di massa a sport di nicchia, decretandone l’inesorabile contrazione del mercato.
Tra le leggende viventi del windsurf vi sono l’hawaiano Robby Naish e l’olandese Björn Dunkerbeck che possono essere considerati i maggiori esponenti delle varie discipline di questo sport, essendo gli atleti che in assoluto hanno vinto più titoli mondiali. Jim Drake oggi collabora attivamente con la Starboard Windsurfing, una delle maggiori aziende produttrici di tavole a vela, amministrata dall’atleta norvegese Svein Rasmussen.
Per vivere esperienze in acqua: http://www.wind67wide.it/