Distese di pini traforate da mille laghi e una natura intatta vigilata da castelli da cui Copernico osservava i cieli, decretando che il sole è fermo e la terra gira. E fra boschi e paludi, il misterioso Quartier Generale di Hitler… Benvenuti in Varmia e Masuria!
testo e foto di Roberto M. Polce
Ben più di Mille Laghi
Siamo nel quadrante nord-orientale della Polonia, là dove sembra volersi incuneare tra Bielorussia, Lituania e distretto russo di Kaliningrad, in una regione popolarmente nota come “Paese dei Mille Laghi”. L’immagine non è, come verrebbe facile pensare, iperbolica. Anzi, in questo caso, se l’espressione è imprecisa lo è per difetto.
La Masuria (Mazury, in polacco) possiede infatti ben più di mille laghi: quelli che hanno una superficie superiore a un ettaro pare siano addirittura 1063! Ma contando anche quelli più piccoli si arriverebbe a oltre 2500, disseminati in un territorio ondulato modellato dal grande ghiacciaio scandinavo che da qui si ritirò solo 10mila anni fa, lasciandosi dietro ammassi di detriti formati da rocce, ghiaia, sabbia, argilla.
Intanto i cumuli di ghiaccio morto nelle valli glaciali, sciogliendosi formavano laghi morenici dalla forma stretta, lunga e serpeggiante, proprio quelli che caratterizzano questa regione, paradiso di escursionisti, turisti, villeggianti e viaggiatori amanti della natura e della vacanza all’aria aperta, ma soprattutto dell’acqua e di tutti gli sport che a contatto con l’acqua si possono praticare.
Varmia e Masuria, naturalmente
La poca fertilità del suolo e la scarsità di risorse naturali le ha risparmiato un intensivo sfruttamento agricolo e industriale, e così oggi la Masuria può vantare uno dei territori meno antropizzati e più incontaminati del continente europeo.
Non è un caso per esempio se il 25% di tutta la popolazione mondiale di cicogne, molto esigenti in fatto di ambiente naturale, in estate viene a riprodursi proprio in questo angolo di territorio polacco, che comprende anche le limitrofe regioni della Varmia, a ovest, e della Podlachia, a est.
Pur essendo da sempre apprezzata e ambita meta del turismo interno polacco, la Masuria non è ancora stata invasa dal turismo di massa, grazie alla scarsità di comodi collegamenti aerei e autostradali con il resto del paese e dell’Europa. Perciò chi apprezza questo genere di vacanza in seno a una natura lussureggiante in cui il verde e l’azzurro sono declinati in un ventaglio infinito di tonalità, farebbe bene ad affrettarsi, prima che questo paradiso venga invaso dal turismo organizzato di massa.
L’ideale per godersi questa terra è prendersi una macchina e vagare fuori dalle strade più battute per scovare angoli da sogno, scoprire laghetti celati nel verde, andare in cerca di piccoli, semplici localini in cui mangiare pesce di lago appena pescato in cui nessuno straniero ha mai messo piede prima di voi e altre sorprese del genere. Noi intanto vi facciamo fare un giro ‘classico’ di introduzione alla regione più interna, quella più frequentata e nota come Paese dei Grandi Laghi Masuri (Kraina Wielkich Jezior Mazurskich), che si estende su 1732 kmq, di cui 486 kmq occupati da laghi!
Olsztyn
Partiamo da Olsztyn, 173.000 abitanti, capoluogo del Voivodato di Varmia e Masuria, l’attuale regione amministrativa: la Varmia a ovest, tradizionalmente cattolica, e la Masuria a est, tradizionalmente protestante (ma divenuta cattolica dopo il 1945 con la cacciata dei tedeschi e l’afflusso di polacchi dell’Est).
Si inizia con una passeggiata nella piccola, graziosa Città Vecchia (Stare Miasto), con la Piazza del Mercato al centro della quale campeggia l’antico Municipio e, poco distante, la chiesa di S. Giacomo (XIV-XVI secolo) che conserva le reliquie di San Adalberto, e l’unico resto delle mura, la Porta Alta (Wysoka Brama, XIV sec.). Poco fuori le mura, il Castello del Capitolo di Varmia, eretto nel XIV sec. e in parte rifatto nel XVIII, ospita un museo che ricorda fra l’altro i due soggiorni di Nicolò Copernico (1516-19 e 1520-21) che qui fece molte osservazioni della volta celeste, confluite poi nel “De revolutionibus orbium coelestis” con cui, nel 1543, l’astronomo “terrae motor solis coelique stator” (“mise in moto la terra e fermò il sole e i cieli”).
Elogio della lentezza
Un altro importante castello, anche questo legato a Copernico, che vi soggiornò e lavorò diversi anni, lo troviamo una cinquantina di km più a nord, a Lidzbark Warmiński: uno dei manieri gotici meglio conservati della Polonia, trasformato in età rinascimentale e barocca nella residenza sontuosa e raffinata dei prìncipi-vescovi di Varmia, generosi protettori delle arti.
Questa antica vocazione al bon vivre sembra essersi trasmessa al presente: la cittadina (16.000 abitanti), oggi fa parte infatti dell’associazione internazionale (ma nata in Italia nel 1999) Cittaslow, a cui aderiscono “città animate da uomini curiosi del tempo ritrovato, ricche di piazze, di teatri, di botteghe, di caffè, di ristoranti, di luoghi dello spirito, di paesaggi non violati, di artigiani affascinanti, dove l’uomo ancora riconosce il lento, benefico succedersi delle stagioni, ritmato dalla genuinità dei prodotti, rispettosi del gusto e della salute, della spontaneità dei ritmi”. In questo nostro viaggio troveremo diverse città che possono fregiarsi di questo titolo. Per esempio, 23 km più a est, Bisztynek, appena 2400 anime con un gradevole tessuto urbano otto-novecentesco, una chiesa gotica rimaneggiata in stile barocco e una misteriosa “pietra del Diavolo”, in realtà un masso erratico – il più grande della regione! – trascinato e abbandonato qui dal famigerato ghiacciaio scandinavo.
Streghe sul rogo e un piccolo santo tiglio
Di Cittaslow fa parte anche Reszel, altri 18 km verso est, il cui abitato uscito indenne dalla Seconda guerra mondiale ha conservato intatti gli edifici del suo antico tessuto urbano. Ai bordi del paese (meno di 5000 abitanti), in posizione dominante su un abitato stretto intorno alla piazzetta del mercato, un altro castello dei vescovi di Varmia, eretto nel XIV secolo e come molti altri rimaneggiato nei secoli seguenti.
Su una collina a nord dell’antico abitato venne mandata al rogo nel 1811 Barbara Zdunk, accusata di stregoneria, probabilmente l’ultima strega bruciata in Europa. Da Reszel una strada bordata di tigli e di cappellette lunga 6 km conduce a Święta Lipka, dove sorge un santuario mariano fra i più importanti della Polonia, sorto presso un piccolo tiglio dove era stata rinvenuta una figura miracolosa della Vergine. Nella basilica, di aspetto barocco, è conservato un bell’organo settecentesco che presenta un saggio delle sue possibilità con brevi concerti in varie ore della giornata.
Verso la Tana del Lupo di Hitler
Proseguendo 18 km a nord-est arriviamo a Kętrzyn (28.000 abitanti) che nel 1945 venne in gran parte distrutta e oggi si presenta moderna e con alcuni monumenti scampati alla furia bellica, come il Castello dei Cavalieri Teutonici e la gotica chiesa di S. Giorgio (XIV-XVI secolo) in cima alla collina.
Sul territorio di Kętrzyn però il motivo di attrazione più importante è ben altro: la famosa Tana del Lupo (in tedesco: Wolfsschanze; in polacco: Wilczy Szaniec), la base che Hitler fece costruire per sé e per gli alti ‘papaveri’ della Germania nazista 8 km a est della città, tra i boschi, i laghi e i terreni acquitrinosi della località di Gierłoż. Si cominciò a costruire il Quartier Generale del Führer (Führerhauptquartier) nel 1940 in previsione dell’attacco all’Unione Sovietica (il “piano Barbarossa”) che prese l’avvio il 22 giugno 1941 e prevedeva la distruzione del potente ex alleato con una guerra lampo. In origine composto di edifici in mattoni, legno e leggeri solai di cemento armato, il Quartier Generale negli anni seguenti venne via via potenziato, fino a che i bunker di Hitler assunsero la forma di inespugnabili fortezze con muri da 4 a 8 metri di spessore. Hitler mise piede nella Tana del Lupo per la prima volta il 24 giugno 1941, due giorni dopo l’inizio dell’invasione dell’URSS, e l’abbandonò definitivamente il 20 novembre del 1944, con l’avvicinarsi del fronte russo alla Masuria. In totale Hitler trascorse nella Tana del Lupo circa 800 giorni. Talvolta riceveva visite di capi di stato dei paesi alleati, fra cui Benito Mussolini, che qui si fece vedere più volte. L’ultima fu il 20 luglio del 1944, proprio il giorno in cui Claus von Stauffenberg compì il (fallito) attentato ad Adolf Hitler. Abbandonando la Tana del Lupo alla fine del 1944 i nazisti distrussero ogni documento e tentarono di far saltare in aria i bunker con tonnellate di esplosivo. Questi però pur fortemente danneggiati resistettero e, sparsi su un’area di 250 ettari, sono oggi in gran parte visitabili.
Dall’orrore all’idillio: i Grandi Laghi Masuri
Per dimenticare le brutture della Tana del Lupo, soprattutto se siete con i bambini, trovate poco lontano (circa 1 km), nella località di Parcz, un parco delle miniature con i monumenti più importanti della regione Varmia e Masuria. Meglio ancora, per ripulirvi gli occhi e il cuore, ora potete immergervi in alcuni fra i più bei paesaggi della regione dei Grandi Laghi Masuri.
Da Gierłoż si può risalire per strade secondarie costeggiando l’articolato complesso lacustre del Mamry (circa 100 kmq di superficie, il secondo lago più grande della Polonia dopo lo Śniardwy) e arrivare a Węgorzewo. Da qui ridiscendere per 25 km lungo la statale 63 fino a Giżycko, vero cuore della regione, il cui abitato è bagnato da quattro laghi (Kisajno, Niegocin, Tajty e Wojsak) collegati tramite canali navigabili con molti altri specchi d’acqua della zona.
Chiamata la capitale polacca della vela, Giżycko (30.000 abitanti) è uno dei centri turistici più animati nonché uno dei porti principali della regione, e da qui partono i battelli turistici che fanno il giro dei Grandi Laghi Masuri. D’importante da visitare a Giżycko c’è di fatto soltanto la Fortezza Boyen, una delle meglio conservate d’Europa, ma la passeggiata sul lago o una gita sull’acqua sono assolutamente imperdibili. Da Giżycko si può proseguire lungo la statale 59 per Ryn (18 km), un borgo (3000 abitanti) posto su istmo fra due laghi che si fregia del titolo di Cittaslow: il piccolo nucleo antico è dominato da un castello teutonico rifatto nell’800 che oggi è un raffinato hotel: Zamek Ryn. Da Ryn si scende per la provinciale 642 verso sud-est, poi a Pszczółki si svolta a destra nella statale 16, si costeggia il lago Łuknajno, tutelato da un parco naturalistico iscritto nella lista delle riserve della biosfera dell’Unesco, e dopo 7 km si raggiunge Mikołajki (8400 abitanti), altro piacevole centro vacanziero e velistico della regione, anche questo bagnato da due laghi. Da Mikołajki si procede verso ovest sulla statale 16 e dopo 24 km si raggiunge un’altra interessante località lacustre, Mrągowo (22.000 abitanti), con una piccola, ma piacevole città vecchia composta di pregevoli edifici sette-ottocenteschi. Continuando infine sulla stessa strada, sempre verso ovest, si attraversa Biskupiec (10.700 abitanti), una cittadina di antiche origini con un grazioso centro storico anch’essa affiliata a Cittaslow, da dove, percorsi gli ultimi 35 km, si chiude il cerchio riguadagnando il capoluogo Olsztyn.
Informazioni utili:
Ufficio Turistico Polacco – via G.B.Martini 6, 00198 Roma – tel. 06 4827060 www.polonia.travel/it
Warmińsko-Mazurska Regionalna Organizacja Turystyczna – ul. Staromiejska 1, 10-017 Olsztyn – tel./fax +48 89 535 35 65 – e-mail: kontakt@wmrot.org
Centrum Promocji i Informacji Turystycznej – ul. Wyzwolenia 2, 11-500 Giżycko – tel.+48 534 767 022 www.lotmazury.pl/
Per organizzare il viaggio e per visite guidate in italiano: Guzik z podróży – Katarzyna Kiewro – tel. +48 693 143 807 www.guzikzpodrozy.pl
Dormire nei castelli teutonici:
Hotel Krasicki – pl.Zamkowy 1/7, 11-100 Lidzbark Warmiński www.hotelkrasicki.pl – Zamek Reszel Kreativ Hotel – ul. Podzamcze 3, 11-440 Reszel www.zamek-reszel.com – Hotel St. Bruno – ul. Św. Brunona 1, 11-500 Giżycko www.hotelstbruno.pl – Hotel Zamek Ryn – ul. Plac Wolności 2, 11-520 Ryn www.zamekryn.pl