L’epopea dei mercanti e personaggi di fiaba nelle due regine della Germania del Nord: un centro storico romantico e affascinate con meraviglie architettoniche, vicoli e stradine dove ritornare indietro nel tempo e grandi piazze dai meravigliosi palazzi storici
di Franca Dell’Arciprete Scotti
Regina dell’Hansa, città libera, Lubecca conserva ancora il fascino dei secoli d’oro, tra il XIV° e il XV° secolo, quando guidava la potente lega anseatica.
Quando il battello si stacca dalla riva del Trave e comincia a percorrere il fiume, costeggiando le altissime case a mattoni rossi dalla classica sagoma a gradoni, sembra di ritornare nella Lubecca dei Buddenbrook. E vedere attraccare alla riva o muoversi lentamente le famose kogge, barche veloci e panciute che avevano fatto la fortuna di questa città favolosa e ricchissima, il cui centro storico è tutto patrimonio dell’Unesco.
La potente Lega anseatica era una lega fondamentalmente commerciale, ma anche politica, capace di tener testa al potere imperiale, che legava in un patto di ferro le città più potenti del Mare del Nord e del Mar Baltico, da Amburgo a Brema, a Rostock fino a Stralsund. Segno della potenza della città le porte imponenti, soprattutto la grande Holstentor, costruita contro i Danesi e famosa in tutta la Germania, perché icona della banconota da 50 marchi: torrioni massicci in mattoni rossi e neri smaltati, tetti a pinnacolo e ricche decorazioni di stemmi nella parete interna.
Il patto di ferro creava una sorta di monopolio nel commercio di merci che provenivano dal Nord Europa come pellicce, lane e ambra e dal Sud, come il prezioso sale che arrivava da Luneburg.
La decadenza dei secoli successivi, quando i traffici si spostarono sull’Atlantico e tutta la Germania subì il tracollo della guerra dei trent’anni, segnò anche la decadenza di Lubecca.
Ma i ricchi mercanti avevano già realizzato opere che testimoniavano grandezza e potere. Dalla splendida chiesa di Santa Maria ispirata all’architettura delle cattedrali francesi con alte navate, possenti campanili, contrafforti e archi rampanti, più bella del Duomo stesso, alle grandi case delle corporazioni, all’ospedale dello Spirito Santo, al magnifico Rathaus. Senza dimenticare le case private, una più imponente dell’altra, per dimostrare il proprio tenore di vita e il patrimonio stivato nei magazzini. Lo possiamo immaginare davanti al cosiddetto “tesoro del mercante anseatico”, ritrovato nel 1984 dal manovratore di una ruspa durante alcuni lavori di demolizione: la cassa conteneva quasi 24.000 monete d’argento e 400 d’oro provenienti da 84 paesi diversi, dalla Danimarca fino la Sicilia. Adesso il tesoro si può ammirare al museo archeologico ospitato nel Burgkloster, vicino alla porta fortezza che costituiva l’unico accesso diretto via terra alla città.
Le case rosse
Le case rosse di Lubecca, costruite in cotto per mancanza di pietra, costituiscono un itinerario a sé, che permette di scoprire paesaggi e architetture. Facciate altissime senza balconi, ornate dall’inconfondibile motivo a gradoni, tetti a forte spiovente, grandi corti attrezzate e soprattutto la coesistenza di abitazione, uffici e magazzini, dove si stivavano merci, animali e uomini in zone rigorosamente assegnate. Spesso una carrucola in cima alla facciata sotto la punta del tetto permetteva il carico e lo scarico di botti portate dai carri.
Ecco perché la passeggiata lungo il fiume Trave che circonda Lubecca è così pittoresca. L’itinerario non scopre solo le più belle e imponenti sulle strade principali, ma anche quelle nascoste all’interno di stretti vicoli o piccole corti, un tempo abitate da artigiani e operai, oggi richiestissime per il loro aspetto pittoresco: dipinte a colori pastello, rivestite da rose e rampicanti, decorate sui davanzali da piccoli oggetti in legno e ceramica, costituiscono oasi appartate e sognanti.
Quando si verificò un grande afflusso di mano d’opera richiesto dalla potenza della Lega Anseatica, per motivi di sicurezza la città non si allargò oltre le mura e si preferì costruire nei giardini e negli orti alle spalle delle case, creando una miriade di stretti corridoi e di cortili interni.
Le case più eleganti invece sono quelle che nel ‘600 e ‘700 hanno avuto ristrutturazioni in stile barocco o neoclassico, decori di stucco e portali in pietra scolpita. Così ad esempio la Buddenbrookhaus nella Mengstrasse, che, contrariamente a quanto si crede, era la casa in cui vissero nell’800 i nonni paterni di Thomas Mann. E’ una casa tutta dedicata al culto dell’autore e allo stretto legame che lo unì a questa città del cuore, che Mann non nomina mai nel romanzo, ma che è immediatamente riconoscibile in ogni citazione geografica.
Thomas Mann è uno dei tre premi Nobel legati a Lubecca, accanto a Günter Grass e Willy Brandt.
Nel forum per la letteratura e le arti visive, chiamato Günter-Grass-Haus, una mostra permanente espone i suoi dipinti, evidenziando lo stretto legame tra la sua produzione letteraria e artistica, mentre un giardino espone le sculture dello scrittore. Nelle immediate vicinanze si trova il Willy-Brandt-Haus, il museo e monumento commemorativo dedicato al premio Nobel per la pace ed ex cancelliere, aperto nel 2007.
I luoghi dei mercanti
L’epopea dei mercanti non sarebbe completa senza raccontare, accanto alla potenza degli affari, anche la generosità verso i deboli. Ne sono testimonianza i pensionati costruiti per donne sole, vedove e nubili, nella parte orientale della città, come il Fuchtingshof e il Glandorpshof, inseriti in piccoli cortili luminosi e fioriti, con finestre e vetri d’epoca e sulla facciata gli stemmi dei benefattori. Testimone di generosità è anche l’ospedale dello Spirito Santo, il primo ospedale laico in Europa. Dalla chiesa dell’ospedale decorata da affreschi, dossali di legno ricchi di sculture, polittici preziosi in legno dorato, vetrate con stemmi gentilizi, si entra nella grande sala dormitorio una volta riservata ai malati. Nel Medioevo, chi entrava in questo istituto doveva vivere seguendo rigide regole monacali, pregando per l’anima e la salute dei benefattori che finanziavano l’attività dell’ospedale. Ma tutto questo fa ormai parte del passato e oggi il grande dormitorio, suddiviso in piccole camerette modeste ma dotate di tutto l’essenziale, è riservato agli anziani soli. E, durante il periodo natalizio, ospita un incantevole mercatino sfavillante di luce, profumi e colori.
Brema, città libera
Anche Brema fu città anseatica, tanto importante da rimanere ancora oggi città libera, land autonomo e secondo porto della Germania. Anche a Brema si respirano i segni della ricchezza passata: soprattutto nei palazzi della piazza del Markt, intorno al bellissimo Municipio, patrimonio dell’Unesco dal 2004, adorno di statue, cornicioni e nicchie che splendono nel sole del pomeriggio. Anche qui le corporazioni avevano sedi importanti, soprattutto quella dei bottai, che detenevano il potere del transito di merci. Senza dimenticare che una delle merci più preziose per Brema era il vino rosso. Per apprezzare i vini di Brema e della Germania in genere non si può perdere una visita alla Ratskeller, la cantina di 600 anni aperta sotto la sede del municipio, un tempo riservata al podestà della città www.ratskeller-bremen.de
Una vera esperienza sensoriale si svolge in questi sotterranei, tra botti invecchiate, bottiglie preziose e un sacrario dove, a lume di candela, vi preparano vini da 1000 euro a bottiglia, raccontandovi le meraviglie degli abbinamenti tra il vino e il Anche senza parole, invece, ovunque sembrerà di ascoltare la fiaba dei fratelli Grimm “I quattro musicanti di Brema”. I quattro buffi personaggi, un asino, un cane, un gatto e un gallo, arrampicati uno sull’altro, appaiono in tutti gli angoli della città, mentre leggono la favola nel libro, sdraiati in posizione ironica, mentre ammiccano ai passanti in legno, in ceramica, in bronzo, di pelouche.
Un segno più recente della ricchezza di Brema si scopre in una via brevissima (é lunga solo 100 metri) e stretta, dalla fisionomia compatta.
E’ la Bottcherstrasse in cui Roselius, il fondatore della fabbrica del caffè Hag, acquistò uno dopo l’altro tutti gli edifici, affidandoli al genio dell’architetto che negli anni ‘20 diede un’impronta espressionistica, con facciate variegate, ferro battuto, uso di mattonelle di maiolica, bizzarri particolari in pietra. Dal quartiere della Bottcherstrasse si torna in piazza del mercato, sempre animata e vivace, non solo per i caffè e i turisti occupati nello shopping, ma anche per il tempo eternamente variabile di questa città, dove scrosci di pioggia e lampi di sole si alternano a velocità impensabile.
Info
Voli diretti con Ryanair su Lubecca e su Brema da Orio al Serio e varie città italiane. www.ryanair.com Dagli aeroporti il centro città si raggiunge in pochi minuti con il tram o con l’autobus. Ottime le ferrovie tedesche che offrono anche un ricco catalogo di partenze dall’Italia con il servizio Autozug, auto al seguito: Ufficio Informazioni e Prenotazioni tel +39 02 6747 9578, www.dbitalia.it – www.germany.travel/it