di Silvana Rizzi
A Genova per l’espressionismo tedesco
In contrasto con gli impressionisti, che cercavano di fissare sulla tela la realtà esteriore, gli espressionisti (1905-1913) esprimono attraverso la pittura il loro disagio esistenziale e l’ipocrisia della società borghese. In mostra a Palazzo Ducale a Genova (fino al 12 luglio, www.palazzoducale.genova.it), in collaborazione con il Bruke Museum di Berlino, 150 opere, tra dipinti, disegni e grafica, del gruppo artistico Die Bruke, nato nel 1905 a Dresda, con l’obiettivo di gettare un ponte tra la pittura neoromantica classica e un nuovo stile, che prenderà il nome di espressionismo. Gli artisti, che riprendono il celebre Grido di Edward Munch, si esprimono con una pittura dai colori forti con contorni netti e taglienti, dove prevalgono il nero e il rosso. Piazze, strade, personaggi sono sempre filtrati dalla lente deformante della polemica sociale. In mostra, emergono le opere dei due grandi artisti del movimento: Ernst Kirchner e Emile Nolde. A loro si ispirano gli autori del Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Blu, 1911), tanto che dall’elaborazione dell’espressionismo nasce l’astrattismo con V. Kandinskij. Il gruppo si scioglierà nel 1913, alla vigilia della prima guerra mondiale, ma a raccoglierne l’eredità saranno Otto Dix e George Grosz.
Riapre l’Accademia Carrara a Bergamo
In concomitanza con l’Expo, riapre il 23 aprile l’Accademia Carrara di Bergamo (www.accademiacarrara.bg.it), nata nel 1796 grazie al nobile bergamasco Giacomo Carrara, che ha dato vita al museo partendo dalla propria passione di collezionista. Chiusa nel 2008, l’Accademia accoglie i visitatori con il logos “Vediamoci”, a suggerire un rapporto diretto tra l’immagine e chi la guarda. Il risultato della ristrutturazione è un nuovo ordinamento della collezione permanente, che si sviluppa seguendo un percorso cronologico, su un arco di cinque secoli, dall’inizio del Quattrocento alla fine dell’Ottocento. In mostra, artisti eccezionali, da Donatello a Pisanello, Mantegna, Giovanni Bellini, Botticelli, Baschenis, oltre alla più grande collezione di Lorenzo Lotto e Giovan Battista Moroni. Ad accompagnare la nuova esposizione, ci sono audio guide, spazi didattici e un museo shop. Per restare in città alta, dopo la visita del museo, ci si può sedere per pranzo alla Vineria Cozzi o al Cortile di Franz, ma, se si vuole terminare in gloria la giornata e non si hanno problemi di portafoglio, a Brusaporto, alle porte della città, lo stellato “Vittorio”, offre il meglio della cucina italiana. Dalla polenta ai funghi, al pesce, alla carne, ai dolci, ogni piatto merita le stelle.
Un cocktail perfetto: Matisse e l’Hotel Quirinale a Roma
Dal 5 marzo al 21 giugno le Scuderie del Quirinale (www.scuderiequirinale.it) sono l’elegante cornice della mostra “Matisse. Arabesque”, un omaggio all’artista francese, che ha inventato uno spazio pittorico ispirato alla tradizione decorativa nord-africana e medio-orientale. “La preziosità o gli arabeschi non sovraccaricano mai i miei disegni”, scrive Henri Matisse(1869-1954). L’artista francese incanta per la leggerezza e l’armonia delle sue tele, dove paesaggi, interni di case e leggiadre figure di donne s’intrecciano a suggestioni orientaliste. Non per niente scrive nel 1947 che la “révélation m’est venue d’Orient”, l’ispirazione gli è venuta dall’Oriente. Figlio di commercianti, prima avvocato poi artista, Matisse deve la sua passione per l’arte orientale proprio all’Ecole des Beaux Arts”, dove a quel tempo insegnano molto orientalisti. Curioso di scoprire civiltà antiche e lontane, Matisse parte per lunghi viaggi in Africa, In Marocco, a Tangeri, la Bianca, dove elabora le idee per superare la pittura intimistica ottocentesca. A pochi passi dalla mostra e dalla stazione Termini, in pieno centro, l’Hotel Quirinale, in via Nazionale, storico e affascinante albergo della capitale dall’atmosfera calda e suggestiva, arredato con mobili d’epoca, propone per i suoi ospiti un pacchetto, che include la camera e due biglietti a partire da 208 euro a notte. Per info: info@hotelquirinale.it, tel.06-4820099
Guardiamo per terra nel quadrilatero della moda
Chi percorre via Monte Napoleone e via Sant’Andrea a Milano non può che fermarsi ad ammirare le piastrelle colorate inserite nei marciapiedi, simili a un tombino. L’originale esposizione open air dal titolo “Sopra il Sotto-Tombini Art raccontano la città Cablata”(fino a gennaio 2016), nata da un’idea di Monica Nascimbeni, con il patrocinio del Comune di Milano, ha coinvolto i grandi della moda, da Giorgio Armani a Just Cavalli, Etro, Missoni, LarusMiani, Laura Biagiotti, Ferragamo, Valentino, per citare qualche nome. Just Cavalli ha scelto una tigre ruggente, Missoni un disegno che ricorda i suoi tessuti, così ogni stilista ha voluto sorprendere i milanesi e il pubblico internazionale con un’idea curiosa.
Tamara de Lempicka a Palazzo Chiablese a Torino
Elegante, stravagante e trasgressiva, la bella Tamara(1898-1980), di nobile famiglia russa, arriva a Parigi negli anni’20, in fuga dalla rivoluzione. Nella ville lumière mette a frutto le sue doti artistiche, fino a trovare uno stile personale, che la distingue dagli altri pittori della capitale, con tagli compositivi cinematografici e ambientazione Art Dèco. In mostra fino al 30 agosto, www.mostratamara.it) un centiniaio di dipinti, che hanno reso Tamara ricca, ricercata e famosa nel mondo, dai ritratti della figlia Marie-Christine, detta Kizette, a quelli delle modelle vestite con creazioni di alta moda, che rivelano un’artista tanto attenta all’eleganza da conquistarsi il titolo di dandy al femminile. Non mancano i ritratti di coppie femminili, come Les Deux Amies, dove risaltano i colori forti prediletti dall’artista e giochi di luce e di ombre, che sottolineano lo stile art Déco di Tamara.