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Torino egizia 

 di Claudia Farina 

 

Cairo, piana di Giza, piramidi di Cheope, Chefren, Micerino . Rivestite da lastre di calcare bianco di Tura, località sulla riva orientale del Nilo, culminano con un cappello rossiccio per effetto di un lichene e poggiano nella sabbia su granito rosso. Quale spettacolo, visibile da molto lontano, le piramidi, quando i vertici erano ancora dorati, a rappresentare il sole? Piramide di Chefren, aperta al pubblico. L’interno è molto semplice: un corridoio penetra in profondità, sotto il vertice, fino ad una camera scavata nella roccia. Sul pavimento sta un sarcofago di granito, privo di scritti o decorazioni, il coperchio divelto da antichi tombaroli. Si scende in fila indiana, con cadenza lenta ritmata dai gradini. Molte le persone all’inizio della discesa, sempre meno verso il basso. Per la fatica o una certa paura molti tornano indietro. Eppure basta girarsi e scendere a ritroso, guardando verso l’ingresso piuttosto che alla fine della scalinata. Partiti in massa, arrivano in pochi. I respiri sospesi, accanto al sarcofago spoglio, sotto le lastre di calcare del soffitto e con quel guardiano in fondo alla parete, che sembra lo stesso del tempo di Chefren. Complici del vortice d’energia dove tutto è profondità e silenzio, gli spiriti più sensibili avvertono un lieve ondeggiamento, effetto delle radiazioni di nano-onde che mettono in circuito l’energia vitale; qui il tempo e lo spazio coincidono nell’istante che racchiude tutto, più veloce della luce, risucchiati nell’antimateria, dove gli organismi si muovono al contrario, verso la rigenerazione. Come l’iniziazione ai misteri, che avveniva stendendosi nei sarcofagi:  il corpo  e lo spazio non avevano più limiti nè confini. Se le piramidi sono un libro di pietra che trasmette conoscenza, specchio (secondo alcuni studiosi) di osservazioni stellari….e se non tutti gli appassionati del genere possono andare in Egitto, l’alternativa è Torino, non solo per il celeberrimo museo egizio ma anche per le mostre che la città offre in questa primavera. Tra barlumi di luce nel chiaroscuro delle stanze ed  echi sonori vaganti, Akhenaton Farone del sole torna a risplendere a Palazzo Bricherasio, nella giusta gloria, cancellata dalla restaurazione del suo successore Tutankhamon, da sacerdoti e potenti di corte. Come succede agli innovatori, fu considerato eretico per aver istituito il culto dell’Aton, il disco solare trasformato in un’entità divina, prontamente cancellata alla sua morte. La mostra, curata da Francesco Tiradritti, inizia  con le spettacolari immagini del sole dell’Osservatorio astronomico di Torino (utilizzate dalla Nasa) e presenta  le vicende storico-culturali dell’Egitto tra i regni di Amenofi III e Ramesse II, centrando l’attenzione su Akhenaton, alla luce delle più recenti scoperte e riflessioni su questa particolare epoca del regno. Concetto fondante della mostra, accreditato dall’egittologia mondiale, è che la riforma religiosa voluta da Akhenaton  restituì al faraone il ruolo di unico tramite tra gli uomini e il dio, come fusione di divino e umano; il culto avveniva alla luce del sole e non nell’oscurità del santuario nella forma di monoteismo, teoria già proposta da Sigmund Freud. Di questo straordinario periodo, al centro del quale sta la nuova capitale Akhet-aton (odierno sito di Tell el-Amarna), beneficiano le arti e la cultura (arte amarniana), come dimostrano gli oltre duecento reperti (statue, sfingi, stele, oggetti domestici e personali…) della mostra. Alla sensibilità artistica del faraone è attribuita la bellissima poesia “Inno all'Aton”. Lo sguardo su l’ “Egitto nascosto” continua da Palazzo Bricherasio al Castello di Miradolo, sede della Fondazione Cosso, dove sono esposte le collezioni di egittologi, viaggiatori e appassionati piemontesi. L’attraversamento ideale del delta del Nilo prosegue, dieci chilometri fuori città, fino alla Reggia di Venaria, dove le Scuderie Juvarriane ospitano uno scenografico allestimento immerso nel paesaggio sonoro: “Egitto. Tesori sommersi”, a cura di Franck Goddio, allestimento di Robert Wilson, musiche  di Laurie Anderson.  Questa è l’unica tappa italiana della mostra internazionale che espone oltre 500 reperti archeologici provenienti da Alessandria, Heracleion e Canopo, antichissime città della zona del Delta del Nilo che nei primi secoli dell’era cristiana sprofondarono sei metri sotto il livello del Mediterraneo. Con il supporto di una sofisticata tecnologia geofisica, l’equipe guidata da Franck Goddio ha riscoperto autentici tesori, dalle colossali statue in granito di oltre cinque metri, alle monete d’oro; dalla stele di Tolomeo con le sue sedici tonnellate di peso, all’anello nuziale in oro che porta incisa una frase del Vangelo. Reperti di altissimo interesse che raccontano quindici secoli di storia dal 700 a.C. all'800 d.C., dall’antico Egitto alle reciproche influenze tra mondo greco, romano, bizantino, fino alla conquista araba. L’allestimento è già una mostra in sé, una creazione verbovisiva di grande interesse. Parte da un buio corridoio evocativo delle profondità marine, prosegue verso una stanza luminosa, la “contemplation space” dedicata ad un solo, prezioso oggetto e al piacere della contemplazione. Seguono ambienti singolarmente allestiti: Sunken Forest (Foresta sommersa), Treasures Honeycomb (Alveare delle Meraviglie), Sphinx Box (Sfingi), Liquid Space (Trasparenze), Waves Power (Onde). La visita culmina e conclude, attraverso un corridoio come scura galleria (Coral Tunnel), nell’esposizione di una splendida e misteriosa statua femminile, congedo spettacolare al visitatore in uscita.  L’esposizione si trova negli imponenti spazi  della Citroniera (l’antica serra creata per il ricovero degli agrumi) e Scuderia Grande, opere di  pregio architettonico realizzate nel Settecento da Filippo Juvarra, il cui restauro è in fase conclusiva.
 



 

 

 

NOTIZIE UTILI

 

Turismo Torino e Provincia (Agenzia di accoglienza e promozione turistica)

Via Maria Vittoria 19 10123 Torino tel. 011 8185011 fax 011 883426 www.turismotorino.org  

 

Mostre egizie  

Akenathon Faraone del Sole

Dal 27 febbraio al 14 giugno 2009 www.palazzobricherasio.it  

 

Egitto nascosto

Dal 21 marzo al 5 luglio Castello di Mirandolo-Fondazione Cosso www.fondazionecosso.it  

 

 Egitto. Tesori sommersi

Dal 7 febbraio al 31 maggio 2009 Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria (Torino) www.lavenariareale.it  

 

Museo egizio

Via Accademia delle scienze 6, tel. 011 5617776 fax 011 5623157 www.museoegizio.it    

 

Dove alloggiare

Victoria Hotel. Elegante, arredamento british fashion, mobili antichi di impeccabile decor, nel cuore di Torino. Seduzione egizia  nel relax del centro benessere. Via Nino Costa 4, tel. 011 5611909 fax 011 5611806 www.hotelvictoria-torino.com  

Gran Hotel Sitea. Propone pacchetti interessanti sia per Pasqua che per la visita alla mostra di Venaria. Via Carlo Alberto 35, tel 011 5170171, fax  011 548090, www.sitea.thi.it – e-mail sales.sitea@thi.it

  




 

 

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