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Estremadura: dove volano le cicogne

di Franca Dell’Arciprete Scotti

Difficile definire la fisionomia di questa terra spagnola lontana dal mare, percorsa da fiumi, vallate fertili e alture aride, dove l'indice demografico è 1/5 della media europea. L’Estremadura, decisamente poco conosciuta dal turista italiano che pensa agli stereotipi della solarità colorata e chiassosa della Spagna più consueta, appare una terra ricca di contrasti, dove si percorrono chilometri e chilometri senza toccare città. In compenso lungo le strade assolate e in mezzo alla pianura gialla, si elevano i nidi enormi delle cicogne, che fanno compagnia agli automobilisti e li immergono in un'atmosfera surreale. Le cicogne sono un simbolo della autenticità di questa terra, che proprio per la sua ridotta densità demografica, conserva un ambiente naturale praticamente intatto. Mentre anni fa questo aspetto poteva essere un fattore di crisi economica, oggi assume un valore assoluto ai fini dell'ecoturismo, che in Estremadura si può realizzare con facilità. Tanti i parchi naturali e le riserve naturali, tanti i chilometri di litorale fluviale e lacustre, mille vie d'acqua che discendono dai due grandi fiumi che attraversano la regione, il Tago e la Guadiana: paradiso ideale per andare alla ventura, alla scoperta di fiori rari, del passaggio degli uccelli, del movimento delle stagioni. La frontiera con il Portogallo, del tutto artificiale, se pensiamo alla profonda unità della penisola iberica, in realtà separa due regioni che condividono lo stesso paesaggio: è il paesaggio della “raya”, linea di confine che rende molto simili l’Estremadura e l’Alentejo portoghese. Una natura cangiante, montuosa a sud e pianeggiante a nord, dove pascoli e querceti nutrono in libertà il maiale iberico, famoso per i suoi prosciutti profumati e saporitissimi. Sapore intenso anche nei formaggi ricavati dal latte di capra, dove si sentono i profumi delle erbe di montagna, come anche nel miele che si usa per cucinare dolci di vaga ispirazione araba. D'altra parte tutta la regione mescola profondamente le tradizioni e il ricordo delle civiltà che l'hanno attraversata. Profondamente romana all'inizio del primo millennio, ha visto susseguirsi i Visigoti e gli Arabi, rimanendo al centro di tensioni fino alla “riconquista”. La “via della plata” che percorre l’Estremadura da nord a sud ne è una testimonianza: dalla preistoria ad oggi tutti i protagonisti della storia spagnola sono passati da questa via naturale. E nel medioevo questa via diventò il cammino di Santiago del sud meglio noto come strada mozarabica, perché era percorso dai cristiani che vivevano sotto il dominio musulmano, quando si recavano in pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Altri luoghi raccontano questa storia così intrecciata di culture e religioni. Badajoz fino alla riconquista fu capitale del regno arabo di Taifas, diventato indipendente dall'emirato di Cordova, e conserva la struttura di una fortezza potente, la Alcazaba, che sorge in posizione elevata ancora ricca di una torre poderosa la Espantaperros o Spaventacani sui bastioni delle mura: da qui si domina la vista sul fiume Guadiana che scorre dorato sotto i ponti della città. La fortezza, iniziata nel nono secolo, dimostra quanto sia stata bellicosa e percorsa da scie di sangue la storia di queste terre centrali. Durante il periodo arabo la fortezza, che da lontano doveva incutere paura a chiunque si avvicinasse, ospitava tre moschee e i palazzi sontuosi dei monarchi. Un altro monumento simbolo della città è la Puerta de Palmas, formata da due torrioni cilindrici coronati da merli uniti da un arco centrale: da qui si controllavano i passaggi in città e il pagamento del dazio, qui, nella massima sicurezza erano custoditi i prigionieri. Passeggiare per Badajoz è facile e piacevole, passando dalla piazza Alta, grandissima con porticati dai vivaci decori bianchi e rossi, al Real convento di Sant'Anna, esempio significativo della ricchezza dei conventi del ‘500, di cui oggi si possono godere i giardini interni, messi a disposizione del pubblico. Bisogna andare a Badajoz per le feste del carnevale, che attirano migliaia di persone anche dall'altro lato della frontiera, come accade per i pellegrinaggi o Romerie de la Virgen.
Ma è soprattutto Caceres la città che incarna la suggestione misteriosa dell'Estremadura. Dichiarata patrimonio dell'umanità nel 1986, Caceres è una città monumento di incredibile compattezza, armonica nelle strutture, nelle pietre, nel colore. A partire dal 1229, quando fu annessa al regno di Leon, dopo un periodo di grandi scontri tra arabi e cristiani, la città acquistò sempre più importanza fino al suo massimo splendore all'epoca dei Re Cattolici. La strada principale della città vecchia, la Cuesta de la compagnia, sale pittoresca tra antichi edifici: sono i palazzi grandiosi in pietra costruiti dalle famiglie nobili che avevano partecipato alla conquista dell'America e si erano arricchite enormemente. Nomi solenni come i Golfines, i Solis, i Sanchez Paredes corrispondono a stemmi e decori che dovevano rendere riconoscibili le loro abitazioni. I palazzi dovevano dimostrare il prestigio e la ricchezza del casato, anche se oggi appaiono nell’insieme imponenti e severi, nel monocromatismo della pietra. D'altra parte quasi tutti i palazzi hanno l'aspetto di casa-fortezza, con torri alte negli angoli, poche aperture e mura compatte. Cosa che non impedisce la ricchezza sontuosa delle decorazioni in stile plateresco. Spesso sono proprio i particolari a sorprendere in una lenta passeggiata per la città: un portone sormontato da un'architrave, infiniti stemmi nobiliari sulle facciate, un sottoportico con lapidi e incisioni, splendide finestre incorniciate da decori a merletto, un patio nascosto grondante di fiori. Anche qui le mura che racchiudono il nucleo antico risalgono al tempo della dinastia araba degli Almohadi, e conservano più di dieci torri d'angolo e anche qui, passeggiando tra i vicoli medievali, se si alzano gli occhi al cielo, si vedono i bellissimi enormi nidi delle cicogne appollaiate in cima a torri e camini. Nessuno oserebbe mandarle via, e i negozi di souvenir sono pieni di cicogne di pelouche di tutte le dimensioni. La stessa Casa de las Ciguenas si distingue dalle altre perché é l’unica a possedere una torre merlata, preservata grazie a uno speciale privilegio reale.

Sapori e profumi
L’autenticità dell'Estremadura si coglie in pieno anche nella sua gastronomia. Le materie prime utilizzate oggi sono ancora quelle di una volta e le ricette sono tramandate in piena fedeltà alla tradizione. E tutti i popoli hanno lasciato qualcosa. I Romani hanno insegnato la conservazione della carne della selvaggina nel miele, gli Arabi hanno insegnato la “tarida”, anticipazione della zuppa all'aglio, mentre il gazpacho deriva da una minestra di verdure nata in Andalusia. Dagli Ebrei è stata ereditata la adafina, antenato del nostro bollito. Sono molto usati i sapori forti delle interiora degli animali, come pure mescolanze forti di fegato, peperoni, pepe e aglio. Le carni naturalmente sono protagoniste sulla tavola di questa regione lontana dal mare: prima di tutto il maiale iberico, che nella denominazione di origine controllata “dehesa de extremadura” garantisce la qualità di prosciutto e lombate insaccate. Poi la selvaggina, l'agnello e il capretto, ingredienti principali di arrosti e piatti in umido. Anche i dolci hanno sapori forti: ciambelle con le mandorle, paste di zucchero e pinoli, pasticcini al miele.

Per entrare nel mondo dell'Estremadura, clicca qui  per vedere il video


 

NOTIZIE UTILI

 

Per visitare la regione è opportuno disporre di una macchina propria che permette soste lungo i piccoli paesi lungo la strada e qualche passeggiata in campagna. Si può ricorrere anche al viaggio organizzato con la formula Fly and Drive. Tui Flight propone volo su Madrid, auto a noleggio più hotel a Merida www.tui.it . Con Turisanda la proposta fly&drive include l’Estremadura in un itinerario che tocca Madrid, Toledo, Caceres, Merida, Siviglia.
La sistemazione è nelle posadas di charme o in hotel boutique. www.turisanda.it  tel. 02/72136.1
Per informazioni sul territorio www.turismoextremadura.com  - turismo@opt.juntaex.es  e la Guida Verde “Spagna” Touring Club Italiano

 

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