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Avventura nella selva dell'Amazzonia

di Carlo Ferrari

 

Il viaggio da Quito via isole Galapagos è stato semplicemente stupendo; bomba o non bomba, siamo arrivati anche a Baños, 1800 m. Ande ecuadoriane, porta per la torrida Amazzonia, dove saltano subito agli occhi le innumerevoli agenzie per sportivi ed avventurosi di tutti i calibri e di tutte le tasche: alpinismo, rafting, parapendio, escursioni, jungle trips, mountain bike. Mentre i miei intrepidi soci battono agenzia su agenzia, passo in rassegna gli annunci delle escursioni in MTB, e la più gettonata è proprio quella che da qui porta a Puyo, prima città della selva amazzonica; 950 m., 70 Km. di percorso. Di primo acchito non dovrebbe essere niente di faticoso, aggiungendo il fatto che, a quanto si legge e si racconta, si sviluppa in un ambiente grande e scenico: la Valle del Rio Pastaza. Avanzo la proposta e, per la modica cifra di 4$ pro-capite eccoci consegnati tre scintillanti velocipedi marca pistola che in tutto e per tutto somigliano a tre mountain-bikes, assieme ad uno schizzo fotocopiato del percorso che se vanno le bici può andare pure lui. E’ considerata da tutti la strada del bacino amazzonico superiore che offre le vedute migliori e, già dai primi tornanti (in discesa), ci cala in un ambiente non indifferente. Dopo pochi chilometri si incrocia la “Presa di Agoyàn”, uno sbarramento che serve l’omonima centrale idroelettrica, e da qui si entra nella vera e propria gola scavata dal fiume. A circa 8 Km. da Baños incontriamo la cascata di Agoyan. La copertura della carreggiata, dopo i primi 4 Km. di asfalto modello terzomondiale andante, è diventata sterrata. Malgrado crei qualche problema di polvere incrociando i coloratissimi autobus locali, dal punto di vista della guida è senz’altro migliore: ottimamente livellata e con poche buche. Una piazzola permette di fare sosta in un bel punto panoramico per la foto di rito, ed un paio di chioschi hanno in vendita bibite e frutta per chi fosse già a secco.
La pista supera una galleria lunga un centinaio di metri, non illuminata ed a senso unico. Per chi non se la sente di pedalare al buio, consiglio di attendere l’arrivo di un mezzo che con piacere e divertimento seguirà illuminando il percorso: ci sono abituati. A questo punto inizierete sicuramente a fotografare in ogni angolo la gola, con il fiume che scorre a circa 200 m. più in basso, con ai lati montagne d’erba che superano i 3000 m. Una piccola cascata, ma grande quanto basta per coprire tutta la carreggiata, obbliga ad una veloce doccia. A 12 Km. da Baños si arriva a Rio Blanco, dove incontriamo la cascata “Manto de la Novia”, visibile sempre sul lato destro. I gestori dei chioschi custodiranno dietro una mancia volontaria le biciclette mentre scenderete alla cascata per un sentiero che porta ad un ponte sospeso a pochi minuti dalla strada.

Sospesi sul fiume come un io-io
Altri 3 Km. ci portano a San Jorge, dove una rudimentale teleferica a fune, per il modico costo di 1$ andata e ritorno, porta al cospetto della cascata Chamana, niente al confronto della sensazione di essere appesi come uno jo-jo sopra il fiume. Chiedete al macchinista di fermare la corsa ai vostri cenni per poter meglio fotografare. Nuovamente in sella per altri 5 Km. per arrivare al villaggio di Rio Verde dove, lasciati in custodia i mezzi, un sentiero di quindici minuti conduce al “Paillòn del Diablo”, l’ultima e forse la più imponente delle quattro cascate, con tanto di ponte sospeso che permette di avere visioni ancora migliori.
Lasciato Rio Verde, la vegetazione si fa rapidamente tropicale: orchidee, felci giganti, bromeliacee ricoprono le pareti della gola che via via si fanno meno ripide aprendosi verso il bacino amazzonico. Rio Negro è circa a metà percorso. Il clima si fa decisamente afoso e un piccolo e fornito emporio è un buon punto di sosta per rifornirci di liquidi e solidi. Molti attendono qui la corriera di ritorno per Baños, ma a torto: d’accordo che il paesaggio perda di imponenza, ma non certo di interesse e fascino. Dpo il meritato rifocillo eccoci nuovamente in sella. Circa 20 Km. tra la foresta e si giunge a Mera, 50 Km. da Baños; qui le pareti si allargano completamente offrendo una vista mozzafiato sul Rio Pastaza. Incontriamo un laboratorio di falegnameria. Il padre con i tre figli, di cui il maggiore forse avrà 14 anni, ci danno dentro. Il raccolto dei pomodori è vicino, e le cassette per contenerli sono un buon affare. Come tutti coloro i quali sono reduci da un’educazione scolastica approssimativa, ci coprono di domande relative al nostro paese: dove si trova, quanto sta lontano, se si attraversa “il mare”, se vi esistono i pomodori, come si vive e soprattutto quanto guadagna chi fa il loro stesso mestiere. Scene da America Latina, utili ed importanti come e forse più della Valle del Rio Pastaza.
Dopo pochi chilometri eccoci al villaggio di Shell, posto di controllo militare, dove registriamo i nomi su di un registro che è tutto un programma e presentiamo i passaporti per un timbro ricordo. Salutiamo e via; Puyo è ormai a tiro di sputo. Foto ricordo al cartello di benvenuto alle porte della cittadina e rapido scorrazzare per le sue strade, compiaciuti di essere arrivati fino al capolinea: per me ogni arrivo è sempre un traguardo. C’è ancora spazio per una visita alla “Casa de la Balsa”, un grosso emporio/laboratorio dove vengono eseguiti artigianalmente stupendi e coloratissimi animali in legno omonimo. I proprietari ci accompagnano volentieri in una visita ai laboratori e sicuramente un oggetto aggiungerà un ricordo alla stupenda giornata. 30 cents di biglietto per un’asfittica corriera: le bici sul tetto e noi su polverosi e scoppiati sedili per quasi due ore per coprire i 70 Km.del ritorno. Niente in confronto a quanto sta nelle macchine fotografiche e, soprattutto, nei nostri ricordi.

 

 

NOTIZIE UTILI

Come arrivare: Non esistono voli diretti dall’Italia per l’Ecuador. L’opzione migliore è rappresentata da Air France, che collega ben 11 scali italiani con Quito via ParigiCDG.
Quando andare: Da giugno ad agosto la stagione è quella delle piogge. Noi abbiamo soggiornato in ottobre e il tempo era perfetta.
Dormire e mangiare: Esiste una vastissima gamma di scelta, per ogni tasca e naso. Come avrete capito, i nostri sono viaggi stile “viajeros”. Indicativamente con 3$ a persona si ha una buona stanza con bagno ed acqua calda, pulita e sicura e per altri 3$ un sostanzioso pasto.
Cosa portare: In breve direi due set di abbigliamento: uno estivo da bassa quota ed uno estivo da montagna. Non debbono mancare gli scarponcini da trekking, un pile, un giacchettino in Gore-tex sfoderato, una maglietta intima in tessuto termico. I capi Northwave da noi sperimentati sono stati ottimi. Buoni gli occhiali da sole come i nostri Revo 4011 in policarbonato polarizzato.
Consigli: Se riuscite, fate una visita alla “Casa de la Balsa”; ne vale la pena. Si trova a bordo strada sulla destra, 500 m. prima del bus terminal all’ingresso di Puyo.
 

 

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