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Baldo, il “Giardino d’Europa”

Testo di Luciano Ferrari

 

Dove si trova il “Giardino d’Europa”, cioè il comprensorio che ospita in uguale misura vegetazione arborea, flora e fauna sia mediterranea sia eurocontinentale? Dov’è possibile, nello stesso territorio, ammirare una vegetazione da fascia mediterranea, la boscaglia prealpina e alpina, castagneti e faggeti vicini a conifere, nonché specie botaniche e faunistiche ormai semi-estinte o rare altrove? La risposta è: in Italia, alle pendici del Monte Baldo, il singolare massiccio alpino incuneato tra il fiume Adige e il Lago di Garda, a cavallo delle province di Verona e Trento.
La sua barriera di vette, superiori ai 2000 metri d’altitudine (tra esse i monti Costabella,Telegrafo, Valdritta e Altissimo di Nago), protegge nelle sottostanti vallate coltivazioni da terre calde, all’ombra di boschi tipicamente nordici. Il suo territorio offre un paesaggio di tale varietà da spaziare da orizzonti mediterranei fino a quelli artici, ed è un immenso laboratorio per studiosi e scienziati, non da ieri ma dall’antichità.
Non per nulla il Baldo Veronese, da secoli, è chiamato “Hortus Europae” e da sempre é meta d’obbligo per studiosi e ricercatori d’ogni nazione, che vi trovano specie animali e vegetali estinte o rarissime altrove
Il territorio è anche un grande libro aperto sui fenomeni d’assestamento geologico. La formazione calcarea dei rilievi e le sue pendici comprendono basalti, tufi vulcanici, marne, calcare del Secondario e del Terziario. Per geologi e archeologi è una miniera di testimonianze del lontanissimo passato del pianeta Terra.
Ma il Baldo è anche il paradiso per gli appassionati del turismo accessibile e del paesaggio. Una vasta area incuneata nella catena montuosa, infatti, è un Riserva attrezzata a Parco Naturale protetto. E’ facilmente raggiungibile anche alla gente comune, famiglie o scolaresche e tutti quegli escursionisti di buona volontà che amano campagna e montagna con il rispetto dovuto ad un inestimabile bene comune.

 

Con la funivia panoramica

Superata la città di Garda, sulla riva orientale del lago, costeggiando il Benaco, si giunge presto a Malcesine, base per il pacifico attacco al Baldo. Grazie alla nuova funivia panoramica, inizia subito lo spettacolo offerto dal “Giardino d’Europa”, una cornucopia di sensazioni, emozioni, stimoli e motivi di raffronto. A mano a mano che si sale, il viaggiatore ha sotto gli occhi un filmato eccezionale.
Lasciati alle spalle i colori del Lago di Garda, la scena muta gradualmente. Prima i prati, vigneti e uliveti, poi i primi rilievi, quindi le zone a pascolo. Alla macchia mediterranea, seguono quindi la boscaglia prealpina, i castagneti, faggeti e le conifere. Queste aree, alla fine, lasciano il posto alla nuda roccia e a picchi che sono palestre per esperti rocciatori. La salita in cabinovia permette al viaggiatore di ammirare un susseguirsi graduale di zone contigue a fasce orizzontali che seguono le successive isoipse, ognuna con una propria tavolozza di differenti tipicità botanica o di diverse famiglie animali.


Itinerari baldensi

Numerosi sono gli itinerari baldensi, con strade che portano anche fino ad un’altitudine di 1700 metri, da dove si può proseguire a piedi. Oltre al fascino del paesaggio in sé, si procede verso l’alto anche con la speranza di poter ammirare le evoluzioni dei rapaci stanziali: l’aquila regina o il corvo imperiale, i galli forcelli, il picchio. Oppure, se alla pazienza si abbina la fortuna, di ammirare i salti di balza in balza dei caprioli o dei camosci. La rapida e comoda ascesa in cabinovia fino a poche centinaia di metri, (beninteso in linea d’aria), da uno dei tanti Duemila che compongono l’arco del massiccio baldense è un’affascinante esperienza, ma è come l’antipasto che apre un sontuoso banchetto.
Più impegnativi ma non meno esaltanti sono gli altri itinerari da veri escursionisti, e pareti di roccia per esperti scalatori. Un prezioso, ricco pocket book edito dalla “ Comunità del Monte Baldo”, ne illustra minuziosamente una ventina. L’attacco alla decina di cime del massiccio può avvenire sia dalle sponde del Garda sia da quello del fiume Adige. Ce n’è per tutti i gusti e capacità: per neofiti della montagna o esperti escursionisti.
La full immersiono nel cuore dell’”Hortus Europae” porta a contatto diretto con una flora locale tipica che, per certe rare piante, può definirsi anche unica. Una ventina di fiori, scoperti da botanici anche stranieri, portano d’obbligo, nel nome scientifico, l’aggettivo baldense, che sancisce e ribadisce la parternità del Monte Baldo. Sopra tutte, spiccano l’Anemone Alpina Baldensis, la Primula Spectabilis, la Peonia Officinalis, l’Asfodelo.

 

Uno sguardo dal Santuario

Tra i molti itinerari ve n’è uno di carattere religioso. Da località Spiazzi, porta al celeberrimo Santuario della Madonna della Corona, preceduto da una delle più lunghe e spettacolari Vie Crucis d’Italia.
Incastrato in verticale sulla roccia a 800 metri d’altitudine, circondato da una corona di alte vette, il grande complesso religioso (la chiesa ha un altissimo campanile a guglia, alloggi, refettori) è abbarbicato a strapiombo sulla sottostante valle dell’Adige e offre una visione panoramica da grandangolo e dislivelli da capogiro. Il santuario è straricco di storia e di leggende. Nell’anno 1434, passò per un lungo periodo sotto la giurisdizione del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta.
La località stimola l’anima e lo spirito religioso, ma non esclude le esigenze della carne, dato che, dopo una lunga escursione, anche l’appetito resta appagato. L’escursionista o credente che vuole compiere il pellegrinaggio, in località Ferrara di Monte Baldo, trova ristoro e cibo; a Spiazzi, alla trattoria “ La Speranza”, si può gustare la tipica cucina locale con genuini prodotti del territorio. Tutto il comprensorio del Baldo e l’area del Garda offrono d’altronde locali in cui la tipicità e genuinità delle pietanze è proverbiale. A San Zeno di Montagna si può gustare un menu locale prevalentemente basato sull’impiego delle castagne. Assolutamente tipica è anche la lista delle vivande del ristorante “Rely Hotel” di Castelletto Brenzone.


Il regno dei risotti

La cucina del Monte Baldo e delle sponde del Garda può disporre di prodotti locali che ne arricchiscono enormemente la tavolozza. Predominano i pesci di lago, i delicati oli locali, vini di fama internazionale, frutta varia, cacciagione. Furoreggiano i primi piatti di riso in diverse preparazioni (con la fiuca, la tinca, i risi e bisi cioè con piselli) e i bigoli (tipica pasta locale) conditi in diverse maniere. La gamma dei piatti di pesce è ampia: alborelle, anguille, persico, lavarello, sardine e trote. Il Monte Baldo detta legge anche in cucina, con le pappardelle alla selvaggina, capretto, anatra, faraona agnello e la pastissada de caval”.
Il divo olio extravergine del Garda domina la cucina del luogo. In proposito, l’anno scorso, il Comune di Brenzone, il Consorzio oleicolo, l’Associazione dei Ghiottoni, Slow Food, la Cooperativa Uliveti, hanno organizzato con successo quattro settimane gastronomiche basate su cinque menu degustazione. Coinvolti cinque ristoranti (Alla Fassa, Da Umberto, il Rely, Marianna e Il Sole), sotto l’etichetta “L’0lio, il lago e il mare. Tutto é filato liscio…come l’olio.

 

 

Informazioni Utili

Come arrivare - Tutte le vie ferroviarie o reti stradali del Nord Italia poste sull’asse dei paralleli portano a Peschiera del Garda. Da qui due alternative: imboccare la Gardesana orientale, oppure immettersi nella A22 del Brennero, che va a braccetto con il corso dell’Adige, e uscire al casello di Affi per passare, dopo pochi chilometri, sulla provinciale. Nel primo caso, si potrà iniziare l’attacco di una delle molte cime del Baldo più agevolmente da Malcesine, grazie alla nuova funivia che porta a Tratto Spin (altitudine 1780 m). Nel secondo caso, volendo raggiungere lo spettacolare Santuario della Madonna della Corona, si dovrà abbandonare ad Affi la A22 del Brennero e immettersi nella statale che, superata Zuane, s’arrampica a Pazzon fino a Spiazzi, dove inizia la Via Crucis per l’eremo.
NOTA: un servizio d’autobus evita ai pellegrini anziani o pigri il lungo e faticoso tragitto da una stazione all’altra della spettacolare Via Crucis, in discesa all’andata e in fatica al ritorno
Dove dormire.- Fino ad una certa altitudine si può alloggiare in alberghi o locande, a Spiazzi e Ferrierra di M. Baldo. Più oltre, non mancano i rifugi. Sul versante gardesano, alberghi e pensioni pullulano, soprattutto a Peschiera,Lazise, Bardolino, Garda, Torri del Benaco, Brenzone e Malcesine.
Itinerari - Il prezioso libretto a cura della Comunità Montana del Monte Baldo ne elenca e illustra dettagliatamente una dozzina di varia difficoltà per entrambi i versanti della catena montuosa, con indicazioni anche per alloggi e rifugi.
Acquisti – Suggerimento ovvio per escursionisti o turisti è quello di rientrare a casa con qualche bottiglia del delicato olio gardesano o dei famosi vini veronesi, ma anche con prodotti dell’artigianato del legno e del vetro, senza dimenticare l’acquisto di oggetti in vimini, bambù, paglia nonché dei pizzi e merletti a tombolo.
Clima - La cortina naturale del Baldo blocca i venti orientali e la bora, che invece flagella ad esempio Trieste. Assicura pertanto un clima moderato lungo l’arco dell’anno, che favorisce sia l’agricoltura e le attività connesse sia il turismo.
Informazioni – Comune di Garda, Lungolago Regina Adelaide 15, 37016 GARDA (Verona) -
Tel. 045 6208 444 - fax 045 6208 426.
Ufficio Informazioni Turistiche Comunali: Tel. 045 6270 384 - fax 045 7256 720 - garda@aptgardaveneto.com
Santuario Madonna della Corona: 37010 Spiazzi (Verona) – tel./fax: 045 7220 0014

 

 

 

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