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Aquitania: gioia di vivere

Testo e foto di Paolo e Germano Rossi

 

Bellezza infinita e gioia di vivere: anche così si può raffigurare quello spicchio di territorio che è l’Aquitania. La storia qui ha un passato di 25.000 anni. Ne sono testimonianza eccezionale le grotte di Lascaux, situate in prossimità di Montignac, piccolo borgo posto lungo il corso del fiume Vézère. Qui sono dipinte, sulle pareti rocciose di una grotta, circa 1500 figure di animali, tori e cavalli con un realismo impressionante, sia per tratto grafico sia per i colori vivacissimi rosso ed ocra, che ne fanno una delle meraviglie del mondo. La grotta originale è stata chiusa al pubblico nel 1993 per l’estrema delicatezza dei capolavori che andavano degradandosi a causa dell’anidride carbonica portata dai visitatori; è possibile visitare Lascaux II, una fedelissima riproduzione ricreata poco lontano da quella originale.
Un salto di molti millenni, qui tutto è possibile, ed eccoci proiettati nel nostro Medioevo. Attorno all’anno mille e fino al milletrecento qui nascono i primi villaggi fortificati: le bastides. Le prime furono costruite precipitosamente dai francesi e dagli inglesi per favorire gli insediamenti in aree spopolate, prima della guerra dei 100 anni. Presentano una pianta a scacchiera con l’incrocio regolare delle strade, circondate da mura e fossati: all’interno, strade ad angolo retto, torri di difesa, la piazza con al centro il mercato coperto, dove si affacciavano le chiese e le botteghe.
Sono oltre 200 le “bastides”presenti in Aquitania e le più belle sono quelle di Domme, Montpazier, Cadillac, Cologne, Villefranche (la prima ad essere costruita dai re di Francia), Vay, Montflanquin, eccetera. Spesso collocate in cima ad una collina, sono affascinanti nella loro semplicità.
Il tempo passa, le fortificazioni si evolvono ed eccoci agli stupendi castelli che hanno fatto da cornice alla lunghissima guerra che oppose i francesi agli inglesi. Solo in Aquitania ve ne sono
Centinaia. Un po’ a naso, un po’ seguendo la via verso il mare costeggiando fiumi come la
Dordogna, il Tarn, il Lote, la Vézère, ne andremo alla scoperta.

 

Lungo i sentieri della “Dolce Francia”.

Alla scoperta della “Dolce Francia” eccoci ad Albi. Ridente cittadina posta sul fiume Tarn, deve la sua fama alla crociata del 1200 contro gli Albigesi. Monumentale vista dall’esterno, bellissima all’interno la cattedrale di Santa Cecilia: più che una chiesa assomiglia ad una fortezza di mattoni rossi. Notorietà e ricchezza le derivarono qualche secolo dopo (XVI) dalla lavorazione del “pastello”, pianta che, triturata, produceva il colorante azzurro oggi ancora famoso. Qui nacque Toulouse-Loutrec. Nelle vicinanze Cordes sur Ciel, luogo magico e pieno di storia e tradizione. E’ un villaggio fortificato da ben cinque ordini di mura. Villefranche-de-Rouergue mostra un piano urbanistico eccezionale; il ponte des Consuls, gettato sull’Aveyron, la unisce al centro della “bastide”. La grande piazza di Notre-Dame è contornata da stupendi portici coperti.
St. Cirq-Lapopie, riconosciuto come il più bel villaggio di Francia, è uno splendido esempio di urbanesimo medioevale abbarbicato sopra un dirupo a strapiombo sul fiume Lot.
Cahors, situata nella brulla regione del Quercy, chiusa entro una stretta ansa del fiume Lot, conserva nella parte vecchia il pittoresco aspetto medioevale che risalta con il ponte Valentré, una magnifica costruzione trecentesca gettata su sette arcate gotiche tutte uguali, difeso alle estremità ed al centro da tre snelle torri merlate.
Nei dintorni sorge il castello di Bonaguil, splendido e superbo esempio di architettura militare medioevale. Poco più a nord, ecco Rocamadour, un gioiello architettonico che attira turisti da ogni parte, tanto che è la terza località più visitata di Francia dopo Parigi e Mont Saint Michel. Come sospeso sulla falesia, lo straordinario borgo medioevale s’allunga sulla sua unica via, dominato dal santuario dedicato appunto a S. Amadour ed alla Vergine Nera.
Il nostro girovagare ci porta adesso a Sarlat, dove vi è la più vasta concentrazione di facciate medioevali di tutta la Francia, e, seguendo la Dordogna, in un crescendo senza fine, ci vengono incontro La Roque Gageac, Beynac, con il suo suggestivo castello contrapposto a quello di Castelnaud, e Milandes, autentici tesori d’architettura militare e testimoni partecipi alla guerra dei cent’anni; oppure Marqueyssac, dove si possono ammirare i seicenteschi giardini.
Il percorso prosegue fino a giungere a Belgerac, patria di Cyrano; Perigueux, dove si conservano vestigia di edifici romani e la più grande cattedrale del sud-ovest; Saint Front, in stile bizantino con le caratteristiche cupole a pinnacoli, circondata da un dedalo di stradine tipiche dell’età medioevale.
Le località da vedere e visitare sarebbero ancora infinite ma la voglia di un po’ di riposo e di mare ci porta a Bordeaux, non prima però di aver visitato St. Emilion, patria dei vini rossi più famosi e nel passato importante tappa sulla via del Cammino di Compostela. Mura duecentesche ne chiudono la parte alta, notevole il campanile della Collegiata sotto il quale vi è una chiesa monolitica dell’XI secolo tutta scavata nella roccia.
Visitata Bordeaux non si potevano tralasciare Arcachon e le impareggiabili dune di Pyla. Qui si può ammirare il più imponente sistema di dune presenti in Europa. Estese per circa tre chilometri, sono alte fino a 110 metri e sono il simbolo della Cote d’Argent, che con le sue spiagge sabbiose si spinge ininterrottamente fino al confine spagnolo.
Per dovere di cronaca segnaliamo altre località, che non staremo a descrivere ma che meritano sicuramente una visita: Moissac, con la abbazia di S. Pierre, indiscusso tesoro; Figeac, patria di Jean-François Champollion, che per primo decifrò i geroglifici della stele di rosetta ed a cui è dedicato place des Ecritures, sul cui pavimento in granito nero è riprodotta la celebre iscrizione, ingrandita 200 volte.
Tutto questo è solo un piccolo spacccato di questa incantevole regione di Francia, che merita certamente di essere percorsa e scoperta in lungo e in largo: perché ovunque c’è qualcosa di interessante da ammirare.
 

La patria del buongustaio

L’Aquitania non ha solo bellezze naturali, storiche od architettoniche; è anche la patria del buongustaio con le sue straordinarie tradizioni gastronomiche.
La cucina è molto varia e fa uso di tutto quello che possiamo immaginare: dai legumi alla carne, dal pesce alle uova; ma quasi tutto si basa sullo strutto, l’olio d’olivo, l’aglio, il grasso d’oca.
Una specialità che ha superato i confini regionali e nazionali è sicuramente il “foie gras”(fegato d’oca) utilizzato e gustato in tutti i modi: a freddo sulle tartine come antipasto oppure scaldato ed usato come guarnitura di altri piatti. Molto apprezzato è anche il “confit”. Polli, tacchini, anitre, oche, vengono conservate nel grasso della loro cottura e poi mangiati caldi con purè o funghi, oppure consumati freddi in associazione con mostarde, capperi ecc.
Il piatto locale più tradizionale è certamente il “cassoulet” a base di carne di maiale o di montone, fagioli bianchi, cotenna di maiale, aglio e grasso d’oca. Notevoli sono le zuppe, sempre all’aglio e cipolla con uova e verdure fresche.
Per bene accompagnare queste prelibatezze non poteva che esserci un vino eccezionale e di grande tradizione, già conosciuto nell’epoca gallo-romana, ricco di notevoli differenze e dai tanti gusti a secondo del terreno, ma sempre prestigioso: il Bordeaux.
L’Armagnac è invece uno dei più costosi ed esclusivi super alcolici di Francia. Derivato da uve prodotte nei vigneti che si estendono fra le regioni del Gers, Lot et Garonne e Landes, simile al cognac, la sua distillazione è gelosamente custodita.

 

 

Informazioni Utili

Come arrivare in Aquitania? In aereo, per raggiungere Bordeaux, si deve transitare per Parigi, Lione o Nizza. Volo diretto invece da Milano Malpensa per Tolosa. Air France (www.airfrance.fr) ed Alitalia (www.alitalia.it) effettuano numerosi voli, così come Air Littoral (www.airlittoral.fr).
In treno il collegamento è garantito fra Milano Centrale e Bordeaux S. Jean con cambio a Nizza.
Costo in seconda classe: Milano-Nizza circa 45 Euro e Nizza-Bordeaux circa 80 Euro. Durata del viaggio 13/14 ore.
In auto si può seguire l’itinerario Milano-Nizza-Montpellier-Albi, per poi continuare a secondo della destinazione desiderata.
Per informazioni: Maison de la France - Ente Nazionale Francese per il Turismo, Via Larga 7 – 20122 Milano - dal lunedi al venerdi dalle 9.30 alle 17.30 - Tel.:02.58.48.62.21 – info@turismofrancese.it - www.franceguide.com
Comitato Regionale per il Turismo dell’Aquitania: - www.tourisme-aquitaine.info 

 

 

 

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